lunedì 1 Luglio 2024

“Solo” 3 morti sul lavoro al giorno

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L’Inail soddisfatto per il numero di morti sul lavoro nel 2010

Per la prima volta dal dopoguerra, nel 2010, la soglia dei morti sul lavoro e’ scesa sotto i mille casi all’anno”. Lo ha detto il presidente dell’Inail, Marco Fabio Sartori, presentando alla Sala della Lupa, a Palazzo Montecitorio, ‘Il Rapporto annuale Inail 2010’.

 

 

”Dopo il calo record di infortuni del 2009, in parte dovuto agli effetti della difficile congiuntura economica, il 2010 ha registrato -riferisce Sartori- un’ulteriore contrazione di 15.000 denunce (per un totale di 775.000 complessive) a conferma del miglioramento ormai strutturale dell’andamento infortunistico in Italia”.

 

 

“Solo dieci anni fa – spiega – gli infortuni erano oltre 1 milione (1.030.000) e ben 1.452 i casi mortali. Ma nel 2010 c’e’ stata anche l’approvazione della legge 30 luglio 2010, n. 122, con la conseguente incorporazione dell’Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) e dell’Ipsema (Istituto di previdenza per il settore marittimo)”.

 

 

“Questo – precisa – ha finalmente permesso la nascita del ‘Polo della salute e della sicurezza’ e il concreto sviluppo di quel piano industriale, da noi fortemente voluto e condiviso con governo e Parlamento, il cui obiettivo finale e’ la realizzazione effettiva della tutela integrata e globale del lavoratore”.

 

 

“Dopo un 2009 estremamente difficile per tutte le economie – ricorda il presidente Sartori – avanzate, il 2010 si e’ dimostrato un anno di inversione del ciclo e di moderata ripresa dell’attivita’ economica, sia pure con un trend molto differenziato a seconda delle aree geografiche e dei settori economici considerati.

 

 

“I nostri dati specchio dell’andamento economico generale – sostiene – confermano questa analisi cautamente ottimista ed evidenziano sia la solidita’ dell’Istituto sotto il profilo finanziario, sia la sostanziale tenuta del portafoglio; con oltre 3.300.000 (3.309.598) aziende iscritte possiamo addirittura vantare un lieve incremento (+0,63%) rispetto al 2009, segno che l’inversione di tendenza, seppur lentamente, e’ gia’ iniziata”.

 

 

“Certo – ammette – il perdurare della crisi si fa sentire: la riduzione del giro d’affari delle imprese ha prodotto una leggera diminuzione (-0,18%) delle posizioni assicurative totali (per complessive 3.796.933 ‘pat’) e una contrazione delle entrate per premi di oltre il 9% (9,12%). Tale contrazione risulta, peraltro, compensata dalla diminuzione delle rendite in gestione (852.425 unita’, pari a -3,56% rispetto al 2009) dovuta in parte al miglioramento dell’andamento infortunistico e in parte agli effetti delle liquidazioni in capitale delle rendite di inabilita’ comprese tra l’11% e il 15%”.

 

 

Per cio’ che riguarda gli aspetti qualitativi e di buon funzionamento dell’Istituto, Sartori ricorda che “rispetto al 2009 e’ importante evidenziare un notevole miglioramento dei tempi previsti dalla Carta dei servizi e la sostanziale tenuta dei livelli produttivi malgrado un preoccupante calo del personale a 9.577 addetti (-4,26%); vorrei ricordare che quattro anni fa l’organico ne prevedeva oltre 12mila”.

 

 

“A garantire questo bilancio positivo – aggiunge – oltre all’impegno di tutto il personale e del sindacato interno hanno contribuito gli investimenti in tecnologia, il potenziamento del canale dei servizi on line e una strategia di ottimizzazione delle risorse che ha consentito all’Inail di assorbire il turn over senza riflessi negativi sulla produzione. La sintesi e’ che con discrezione, costante impegno e consapevolezza delle grandi difficolta’ che ci aspettano, stiamo comunque facendo passi da gigante”.

 

 

Cifre alla mano, il confronto tra il 2009 e il 2010 conferma l’andamento decrescente degli infortuni, anche se in misura molto piu’ contenuta rispetto al periodo 2008-2009, con una contrazione dell’1,9% dei casi denunciati (da 790.000 a 775.000) e un numero di decessi in diminuzione (da 1.053 a 980, pari al 6,9%). .

 

 

“Complessivamente – afferma il presidente dell’Inail – nel periodo 2001-2010, tenendo conto dell’aumento dell’occupazione (+5,9%), il dato percentuale diventa eclatante con una flessione del 28,4%. Il positivo risultato del 2010 – osserva – non era scontato, sia perche’ il calo infortunistico 2008-2009 (-9,7%) si presentava come la riduzione piu’ alta dell’ultimo quindicennio, sia perche’ un terzo circa della diminuzione complessiva era dovuto alla grave crisi economica e occupazionale che colpiva l’Italia e il mondo intero”.

 

 

“Personalmente – assicura Sartori – temevo che, per una sorta di ‘effetto-rimbalzo’, il 2010 evolvesse in una ripresa del fenomeno infortunistico con un riallineamento ai livelli piu’ consolidati degli anni precedenti. Cosi’ non e’ stato e la diminuzione degli infortuni nel 2010, pur in un certo permanere della crisi, rappresenta un risultato di particolare rilievo anche stimando che il calo ‘reale’ (al netto dell’effetto della perdita di quantita’ di lavoro svolta) sia stato superiore all’1% per gli infortuni in generale e al 6% per quelli mortali”. L’analisi settoriale 2009-2010 mostra che e’ l’agricoltura a conseguire il risultato migliore (-4,8%), seguita dall’industria (-4,7%) e dai servizi, in controtendenza, con un lieve aumento (pari allo 0,4%) le cui cause sono gia’ oggetto di approfondimento. Il 2010 fa registrare una diminuzione sensibile dei decessi in tutti i rami di attivita’: agricoltura (-10,2%), industria (-9,7%) e servizi (-3,0%).

 

 

Scomponendo i settori, riduzioni molto elevate si verificano nella metallurgia (-37,8%) e nel commercio (-26,3%), mentre il dato delle costruzioni (-6,1%) e’ allineato al valore medio generale (-6,9%). In controtendenza il settore dei trasporti (+9,8%).

 

 

Qualche ombra emerge però sul fronte dei lavoratori stranieri, e in particolare per le donne. A fronte della sostanziale stabilita’ del numero di lavoratori stranieri assicurati all’Inail (+0,8%), in termini di infortuni il 2010 e’ stato infatti un anno peggiore del precedente (dai 119.240 infortuni del 2009 ai 120.135 del 2010). All’incremento ha contribuito in maniera significativa la componente femminile (+6,8% contro il -1,2% dei maschi), circostanza legata alla progressiva e continua crescita numerica di colf e badanti straniere (soprattutto dell’Est europeo) che lavorano nel nostro Paese.

 

 

Migliore la situazione per i casi mortali, che continuano a diminuire (dai 144 del 2009 ai 138 del 2010, -4,2%). Il settore piu’ colpito e’ quello delle costruzioni che copre il 12,5% del complesso delle denunce (poco piu’ di 15mila) e detiene il primato anche nel numero di decessi (32), pur in forte diminuzione rispetto al 2009 (45).

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