Ma per il momento c’è solo il topolino partorito dalla montagna
Si è conclusa intorno alle 19 la riunione in videoconferenza dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea dedicata alle misure economiche per rispondere alla crisi del coronavirus.
I capi di Stato e di governo hanno dato il loro avallo al pacchetto di misure dell’Eurogruppo da 500 miliardi – piano Bei, Sure per la cassa integrazione e Mes – e di renderle operative per il primo giugno. Inoltre c’è stato un accordo comune a lavorare su un Recovery fund. È stato dato l’incarico alla Commissione Ue di analizzare le necessità e di avanzare una proposta entro il 6 maggio he entri nel dettaglio sul rapporto tra questo fondo e il bilancio Ue, che dovrà essere potenziato nei prossimi 2-3 anni.
«Dovrà esserci un giusto equilibrio tra prestiti agli Stati e sovvenzioni» finanziarie (senza restituzioni)», ha detto la presidente della Commissione von der Leyen riferendosi all’uso delle risorse del nuovo fondo per la ripresa. Questo è il nodo cruciale: i Paesi del nord non vogliono che i finanziamenti siano a fondo perduto, mentre questa è la richiesta dei Paesi del Sud guidati dall’Italia, contrari al’idea che questi fondi pesino sui bilanci nazionali e vadano quindi ad aumentare debiti già elevati.
«La Commissione lavorerà in questi giorni per presentare già il prossimo 6 maggio un Recovery Fund che dovrà essere di ampiezza adeguata e dovrà consentire soprattutto ai Paesi più colpiti di proteggere il proprio tessuto socio-economico». Lo scrive su Facebook il premier Giuseppe Conte, aggiungendo: “Grandi progressi, impensabili fino a poche settimane fa, all’esito del Consiglio Europeo appena terminato: i 27 Paesi riconoscono la necessità di introdurre uno strumento innovativo, da varare urgentemente, per assicurare una ripresa europea che non lasci indietro nessuno”.
“Abbiamo parlato in modo aperto e in spirito di collaborazione”. Lo ha detto Angela Merkel dopo il consiglio europeo in videoconferenza. “Non su tutto siamo della stessa opinione”, ha aggiunto, «ma il clima è stato molto positivo. Tutti hanno concordato sul fatto che serva un piano congiunturale, o come viene chiamato anche recovery plan o recovery fund. Voglio dire in modo molto chiaro che una risposta comune del genere è anche nell’interesse tedesco”. “La Germania sta bene solo se l’Europa sta bene”, ha aggiunto.