Dieci riflessioni su Terra e Mare.
Geofilosofia degli elementi.
Il monoteismo del mercato nasce dal ”Mare”
il “Mare” deborda e porta il suo assalto finale
Una lettura inconsueta del capitalismo tratto da Orion numero 235
1 – “La storia del mondo è la storia della lotta delle potenze marittime contro le potenze terrestri e delle potenze terrestri contro le potenze marittime”. Così Carl Schmitt, in quel suo piccolo capolavoro che è Terra e Mare (Adelphi, Milano 2002). Lo Schmitt che incontriamo qui non è il pensatore scientifico e rigoroso che conosce chi abbia letto i suoi testi giuridici, quanto piuttosto il lettore di Guénon e l’esperto conoscitore dei simbolismi esoterici, impegnato quasi ossessivamente nella ricerca della chiave simbolica della storia dell’umanità. Ora, questa chiave simbolica, per Schmitt, è il conflitto degli elementi. Solcando il globo “con la ruota ed il remo” – per usare un espressione di Carlo Terracciano – l’uomo ha sempre percepito il proprio essere nel mondo tramite l’esperienza del secolare scontro tra Terra e del Mare.
2 – Cosa rappresentano geofilosoficamente Terra e Mare? Il Mare è innanzitutto la negazione della differenza, conosce solo l’uniformità, mentre nella Terra si dà sempre la variazione, la difformità. Il Mare non ha confini se non le masse continentali ai suoi estremi, ossia qualcosa ad esso antitetico, l’anti-mare. La Terra è sempre solcata dai confini tracciati dall’uomo, oltre a quelli che essa stessa dona come barriere naturali. Il Mare è mobilità permanente, flusso privo di un centro stabile, “progresso”. È caos e dissoluzione. La Terra è costanza, stabilità, gravità. È gerarchia e ordine. Il Mare è il Capitale, la Terra è il Lavoro. Il Lavoro è tellurico nella misura in cui è fisso, è produzione concreta; il Capitale è invece liquido, è sfruttamento e alienazione. Il Lavoro crea, il Capitale distrugge. La Terra-Lavoro è quindi incarnata dall’Oriente metafisico, la terra di ciò che nasce (sol oriens, sole che sorge; “oriente” in russo antico è vostok, “sorgere”, mentre in tedesco è Morgen-land, terra del mattino), mentre il Mare-Capitale è l’Occidente metafisico, ciò che muore (sol occidens, sole che declina; “occidente” è zapad, “cadere”, in russo ed in tedesco Abend-land, la terra della sera, del declino). Concretamente e storicamente, il Mare è incarnato dalle talassocrazie anglosassoni, la Terra dalla tellurocrazia continentale eurasiatica.
3 – Il conflitto di Terra e Mare acquista quindi un carattere concreto, storico, politico. Oswald Spengler, (Prussianesimo e Socialismo, Edizioni di Ar, Padova 1994) illustrava questo scontro attraverso l’opposizione tra lo spirito comunitario prussiano e l’individualismo inglese. Per l’autore del Tramonto dell’Occidente, anima inglese e anima prussiana si contrappongono come due istinti, due “non poter fare altrimenti”: da una parte lo spirito autenticamente socialista, l’essenza dello Stato, la subordinazione alla totalità comunitaria; dall’altra lo spirito individualista, la negazione dello Stato, la rivolta dell’individuo contro ogni autorità. Tipo inglese e tipo prussiano “rivelano la differenza tra un popolo la cui anima è v