mercoledì 13 Novembre 2024

Tra incertezza e sfiducia

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Reso noto il rapporto ISTAT per il 2003. Crisi di competivita’ e sbilanciamento geografico tra le nostre principali piaghe socio-economiche

L’ITALIA VIAGGIA CON IL MOTORE
“AL MINIMO” E PERDE COMPETITIVITA’

(AGI) – Roma, 18 Mag. – L’Italia viaggia con il motore “al minimo”. E’ come un’auto da corsa che ha i numeri per gareggiare in Formula Uno, ma si piazza sempre nella parte bassa della classifica perche’ non ha il coraggio di rischiare: investe poco in ricerca e innovazione e non riesce cosi’ a sfruttare le grandi potenzialita’ che pure possiede. Prevale un senso di “incertezza” e, in qualche modo, di “inquietudine” nello scenario dell’economia italiana tracciato dal Rapporto Annuale dell’Istat. La crisi di competitivita’ gia’ delineata nel Rapporto dello scorso anno appare oggi piu’ seria, ma c’e’ anche la consapevolezza che ci sono tutte le possibilita’ per cambiare marcia e cogliere la ripresa in atto a livello mondiale uscendo finalmente dalla stagnazione. Il presidente dell’Istat, Luigi Biggeri non usa mezzi termini nel descrivere un’Italia che “attraversa una fase inquieta”, nella quale “aumentano le incertezze sul futuro e il clima di sfiducia”. Un Paese, spiega, che “ha fatto sacrifici per entrare in Europa, continua a farli per mantenere la posizione, ma non si organizza per investire a sufficienza in comportamenti propulsivi, limitandosi a ‘tenere il minimo’”. Biggeri non si sbilancia su quanto crescera’ l’azienda Italia nel 2004. Ci tiene a precisare che lo statistico si limita a rilevare i dati, mentre le previsioni le fanno gli economisti. E tuttavia il presidente dell’Istat riconosce che “l’Italia ha i numeri di un grande paese europeo”. Si cominciano ad avvertire anche precisi segnali di miglioramento che, se confermati, potrebbero consentirci di agganciare la ripresa mondiale. Ma avverte che esistono “vincoli che condizionano le prospettive di sviluppo e limitano le nostre scelte, vincoli con radici profonde che si sono aggravati nella recente fase di stagnazione e che, per essere allentati, richiedono interventi di ampio respiro”.

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