martedì 8 Ottobre 2024

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Le opere dell’Imperatore che difese la tradizione di Roma
Introduzione, traduzione dal greco e note di Claudio Mutti

Nel presente volume vengono tradotti e commentati alcuni scritti dell’Imperatore Giuliano, variamente rappresentativi del suo ‘ellenismo militante’ e del suo progetto di restaurazione religiosa: il Contro i galilei, il Rescritto sui maestri cristiani, l’Inno al Re Helios, l’Inno alla Madre degli dèi, le lettere Agli Alessandrini, Agli abitanti di Bostra ed altre. La tesi esposta nello scritto Contro i galilei (che si inserisce nell’alveo della polemica anticristiana inaugurata da Celso col Discorso vero e proseguita da Porfirio coi discorsi Contro i cristiani) è che la dottrina cristiana costituisce il prodotto di una macchinazione, un’eresia del giudaismo fabbricata e diffusa da una minoranza di ebrei distaccatisi dalla loro tradizione. A questa posizione si ricollega la Circolare sui maestri galilei, un rescritto esplicativo del provvedimento legale con cui gli insegnanti cristiani sono stati messi davanti a un aut-aut: o rinunciare ad insegnare le opere degli autori antichi, di cui essi disprezzano la concezione religiosa, o continuare ad occuparsene dimostrando con l’esempio pratico di condividere la loro dottrina. Nel quadro del programma della restaurazione giulianea, l’Inno al Re Helios avrebbe dovuto costituire il testo dottrinale del quel ‘monoteismo solare’ che l’Imperatore, sovrano e pontefice massimo, intendeva contrapporre al cristianesimo, mentre l’Inno alla Madre degli dèi intraprendeva un’esegesi dei miti greci sulla base delle dottrine misteriche. D’altra parte, questi due Inni rappresentano entrambi un aspetto caratteristico dell’attività di Giuliano: il tentativo di tradurre nei termini della filosofia neoplatonica le dottrine dei misteri.

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