sabato 20 Luglio 2024

La firma di Al Qaeda

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L’antiterrorismo francese spiega come gli attentati attribuiti agli islamici nascano invece da liti per mazzette miliardarie

L’8 maggio 2002 a Karachi undici addetti agli arsenali della marina francese vennero uccisi dall’esplosione del bus che li conduceva al luogo di lavoro dove cooperavano alla costruzione di sottomarini pachistani. L’attentato fu comesso con un’auto-bomba, una Toyota colma di esplosivo sofisticato. L’immediata versione ufficiale fu quella dell’attentato terroristico di matrice politico/religiosa- La Magistratura nel frattempo si è fatta un’altra convinzione. L’attentato sarebbe la ritorsione di alti ufficiali pachistani che non avevano incassato le mazzette promesse? “E’ una pista assolutamente logica” hanno affermato i giudici d’istruzione, Marc Trévidic e Yves Jannier davanti ai familiari delle vittime nei locali del tribunale di Cherbourg durante l’audizione per informare le parti civili.

L’istruzione, avviata dal supermagistrato anti-terrorismo Jean-Louis Bruguière, si compone di ben 1200 documenti. Decine di questi riguardano l’accordo industriale in questione. In particolare è agli atti una copia del contratto di 162 pagine firmato il 21 settembre 1994 tra le parti francesi (Direction des Constructions Navales, Sofrantem) e lo stato pachistano. L’ingegneria finanziaria incombeva alla Financière di Brienne. Questo contratto, concluso in piena campagna presidenziale fu all’origine di numerose trattazioni finanziarie. Attori frequenti e di primo livello, negli incontri all’hotel Prince de Galles, dei big del mercato d’armi, Zid Takieddine, Ali Ben Moussalam, il vice presidente della DCN (Direction des Constructions Navales) Emmanuel Aris e, a volte, Renaud Donnedieu de Vabres, consigliere dell’allora ministro della Difesa, François Léotard. A margine di questi incontri si stabilì di remunerare alcuni intermediari. Il 30 giugno 1994, per esempio, Aris aveva siglato un accordo con la società panamense Mercor Finance, rappresentante di Zid Takieddine, assicurandole il 4% del contratto. La clausola nove vietava a Takieddine di rigirare la somma, o una parte di essa, a cittadini o società francesi ma lo alsciava libero di operare verso i pachistani. I magistrati d’istruzione stanno seguendo questa pista. “Al Qaeda” o chi per lei non sarebbe altro che un depistaggio; l’attentato sarebebe stato al contempo una ritorsione e una minaccia futura operata da alti ufficiali pachistani che non avevano mai incassato le tangenti promesse loro dalle parti in causa.

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