martedì 22 Ottobre 2024

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Per l’Italia un’altra maglia nera

Nel 2019 l’Italia si conferma tra i Paesi Ue dove sono più alti i rischi per la salute, in termini di morti e anni di vita persi, per l’esposizione allo smog. Secondo il Rapporto 2021 sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente, nel 2019 il nostro Paese era il primo per numero di morti per biossido di azoto (10.640), e il secondo, dopo la Germania, per i rischi da particolato fine PM2,5 (49.900 decessi) e ozono ( 3.170 vittime).
Nell’Ue a 27, nel 2019 circa 307.000 persone sono morte prematuramente a causa dell’esposizione a PM2,5 , 40.400 per l’NO2 e 16.800 a causa dell’esposizione acuta all’ozono. I decessi per smog sono diminuiti del 16% rispetto al 2018 e del 33% con riferimento al 2005.
Almeno il 58% dei decessi da PM2,5 in Ue, ammonisce la Aea, si sarebbe potuto evitare se tutti gli Stati membri avessero raggiunto il nuovo parametro OMS per il PM2,5 di 5 µg/m3. Con i parametri Oms l’Italia avrebbe 32.200 decessi in meno (-32.200) da PM2,5

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