martedì 8 Ottobre 2024

Ducetto o scherezetto?

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Il 28 ottobre ormai un Halloween in camicia nera. Ma dovrebbe essere Samhain per non restare alla zucca

I sacerdoti dell’odio se ne facciano una ragione: il loro antifascismo non ha preso né farà mai presa in Italia. Il che non significa che gli italiani siano fascisti e neppure che, dopo otto decenni di bombardamento dogmatico e a tanta distanza dall’esperienza vissuta, una maggioranza non consideri il fascismo comunque datato e con qualche pecca. Di fatto, però, che siano sentimentalmente più o meno favorevoli al Ventennio e a quello che i loro padri o i loro nonni hanno raccontato loro di quell’epoca, gli italiani proprio non ce la fanno a considerare il fascismo come Male Assoluto né a ricordarlo con dispiacere.
Certamente alcune “incarnazioni” di esso in versione caricature ultrà di curva offrono ai sacerdoti dell’odio alcuni argomenti e soprattutto alcune immagini molto efficaci. Ciò non toglie che l’alchimia non riesca comunque: il fascismo fa parte del dna e della memoria storica italiana e, tra l’altro, per quanto i commissari del falso si possano sperticare a dipingerlo a tinte fosche, quel Ventennio resta in tutto e per tutto il migliore della nostra storia fin dai tempi della caduta dell’Impero Romano.

Tutti a tavola!
Tra un anno si celebrerà il Secolo d’Italia: il centenario della Marcia su Roma.
Intanto, come sempre, il 28 ottobre è un momento di festa e di commemorazione per tanti che fascisti credono di essere.
Tra questi ci sono quelli che “se ci fosse adesso Mussolini”….
Se ci fosse, egli, a seconda del singolo commensale, fermerebbe l’immigrazione, uscirebbe dall’Europa (di cui in realtà gettò le basi…), metterebbe fine alla corruzione, risolverebbe il problema dell’ordine pubblico, riaprirebbe le case chiuse, annetterebbe la Corsica o tornerebbe alla Lira.
Fa tenerezza come Mussolini sia diventato una specie di Padre Pio nella testa di certe persone che, se hanno comunque il merito di una fedeltà disordinata che non ha prezzo, scaricano su di lui, come un miracolatore, le soluzioni che non sono in grado di trovare e neppure d’immaginare.
Oddio, non è colpa loro. È un fatto storico: i neo-borboni, i neo-bonapartisti, i neo-pagani, tutti si sono comportati così. Nel – lodevole e non da rimuovere – rituale della riproposizione, le menti diventano fossili quando non si sa agire su di esse.

Affinché tra voi di voi
Il problema è che queste menti fossili su cuori generosi che fan tenerezza vengono costantemente utilizzate come cavalli di Troia dai sacerdoti dell’odio, dai manipolatori del sistema antifascista.
Così fanno breccia e diventano sovranisti; vengono quindi trasformati in ogm da usare contro la propria tradizione storica e culturale, contro i propri ideali, contro le principali mete del fascismo.
Sono permeabili. Qui come altrove. È così che, ingenui, non gerarchizzati e ignoranti, aprono le porte e offrono le orecchie ai Fusaro, ai Paragone, ai Giubilei, ai Meluzzi, ai Bannon, ai Philippot, agli Zemmour. È così che vengono utilizzati come muschio per far marcire – altro che marciare! – un settore di società, integrandolo perfettamente, nella logica dei contrappesi e nella dialettica degli equilibri, nel sistema d’imperialismo angloamericano che gioca con tutti noi come Mangiafuoco con i burattini.
Mussolini non farebbe nessuna delle cose che i commensali pretenderebbero che facesse,  di sicuro non così.
Non prendiamocela però con i generosi dal cervello fossile, ché non sono colpevoli. Con eccezione, ovviamente, degli autoproclamati capi o dirigenti di tribù che si credono di essere dei movimenti politici: essi non hanno diritto di seguire il cammino di Efialte, neppure se lo fanno inconsapevolmente, perché il fatto è oggettivo e chi non è capace di coglierlo non ha il diritto di definirsi guida politica.

Una filosofia di tre parole
I due poli di questa storia sono i sacerdoti dell’odio e i fossili dal cuor generoso.
Nella staticità della loro contrapposizione essi in qualche modo si annullano, ma gli effetti corruttivi vanno avanti da soli. Le raffigurazioni trinariciute e caricaturali del fascismo hanno effetti venefici e questo avviene perché non c’è più alcuna espressione politica, non fascista – che è storicamente logico – ma che si ricolleghi in qualche modo allo spirito e alle aspirazioni di quella Rivoluzione creatrice.
Non è mettendosi il fez e dandosi di gomito ghignando, né scoprendo criptofascisti tra i borghesi truculenti ultraliberisti e dalla mentalità protestante, che s’invera il fascismo del terzo millennio o di qualsiasi altra epoca.
È andando alla sorgente, dal punto di vista antropologico, dal punto di vista mentale; è conoscendo le sue aspirazioni e costruzioni italiane e mondiali (perché il fascismo, ricordatevelo sempre, fu identitario e UNIVERSALISTA); è conoscendo la storia dei popoli e riconoscendo i nostri naturali alleati (non di certo seguendo gli schemi delle Fallaci e degli Huntington…); è riconoscendo amici e nemici nelle antropologie più che nelle etichette: è definendo la gerarchia della pericolosità dei nemici, e quindi rendendosi conto che i peggiori sono a destra, sono occidentalisti, sono fondamentalisti; è partendo da queste basi che si può trasporre il seme in una pianta futura e che la si può finire di fare gli ogm.
Ma bisogna lavorare umilmente su di sé, assumere l’impersonalità gioiosa delle tradizioni romane e indoarie che Mussolini sintetizzò in una filosofia di tre parole: Me ne frego!
Si parte di lì, ma non oggi e neppur domani, perché tutto questo nostro mondo oggi vive di ansie e di angosce non meno di quelli che considera suoi nemici ma di cui è esistenzialmente parte integrante.

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