martedì 3 Dicembre 2024

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E nello stesso modo noi rendiamo più forte il virus nelle nostre teste

Il rischio di contrarre il Covid-19 toccando superfici od oggetti contaminati è molto basso. C’è appena una possibilità su 10mila, come confermato da uno studio realizzato dai Centers for Disease and Control (CDC, un importante organismo di controllo sulla sanità pubblica americana), di infettarsi in questo modo. “La modalità principale attraverso la quale le persone vengono infettate dal SARS-CoV-2” è segnalato nella ricerca ( riportata dal sito mlive.com) ” è tramite l’esposizione a goccioline che vengono emesse respirando (i famigerati droplet) e che contengono il virus”. A corroborare la tesi dei CDC ci aveva già pensato la rivista Nature che, nel mese di febbraio, aveva pubblicato un approfondimento in materia. La rivista suggeriva di non investire eccessivamente in sanificazioni e disinfezioni mentre veniva consigliato di concentrare le risorse sui sistemi di ventilazione dell’aria e sull’installazione di purificatori.

Non bisogna eccedere
Tra le voci che ridimensionano il rischio proveniente dagli oggetti c’è quella del microbiologo Emmanuel Goldman che, su Lancet (come riportato da sanitainformazione.it), ha ricordato come le notizie relative alla sopravvivenza del virus sulle superfici per più giorni vadano lette nel modo giusto. Gli scenari simulati in laboratorio sono stati realizzati utilizzando grandi quantità di campioni del virus e ciò ha portato a sovrastimarne la sopravvivenza che, secondo alcuni, avrebbe potuto raggiungere anche i sei giorni. La scienza è riuscita ad infrangere, negli ultimi mesi, alcuni miti (piuttosto consolidati) sul nuovo coronavirus. I guanti, considerati uno strumento salvifico nel corso del primo lockdown nazionale ed il cui uso è stato imposto all’interno di numerosi esercizi commerciali, non offrono, ad esempio, una protezione aggiuntiva nei confronti del Covid-19 e non possono impedire ad un soggetto di infettarsi. L’uso (talvolta ossessivo) dei guanti ha contribuito di certo ad aumentare la produzione di rifiuti e l’inquinamento urbano mentre non ha influito quasi per nulla sulla lotta al Covid-19. Un capitolo a parte è legato ai disinfettanti per le mani che, per essere realmente efficaci, vanno utilizzati in modo corretto ed evitando un uso eccessivo che rischia di facilitare, nei soggetti predisposti ed in chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo, la comparsa di ansie ed ossessioni.

Cosa succede quando si pulisce (troppo)
L’esplosione dell’emergenza coronavirus ha contribuito a rendere sempre più importante un settore in precedenza trascurato, quello della sanificazione. Le aziende che operano in questo ambito hanno dovuto far fronte ad un aumento esponenziale della domanda, in controtendenza a quello che è accaduto alla maggior parte degli altri settori e questi sviluppi hanno portato alla creazione di un vero e proprio business. L’obbligatorietà delle sanificazioni, tanto per i soggetti pubblici quanto privati, ha dato origine anche a fenomeni speculativi, con un enorme aumento delle tariffe richieste. L’abuso di prodotti disinfettanti, provocato dall’emergenza Covid-19, ha già avuto ricadute sulla salute degli esseri umani e su quella ambientale. Sono aumentate, in maniera consistente, le intossicazioni che colpiscono i bambini e gli adulti mentre alcuni prodotti , come la candeggina, hanno effetti negativi e persistenti sugli ambienti acquatici dove vengono smaltiti. A subire danni, in questo caso, sono le alghe ed i pesci senza dimenticare la catena alimentare che può subire effetti che durano nel tempo. La ripetizione di comportamenti eccessivi ed esagerati, dunque, rischia di rovinare la qualità della vita delle persone e di infliggere danni all’ambiente che le circonda. Una corretta informazione da parte dei mezzi di comunicazione di massa potrebbe contribuire a risolvere (almeno in parte) questi problemi ma sembra che a mancare, in molti casi, sia la volontà di informare piuttosto che quella di allarmare.

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