giovedì 9 Maggio 2024

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La Kerneuropa per assurgere a potenza continentale

La Kerneuropa è il nocciolo duro dell’Europa, un’area geoeconomica che comprende i Paesi che confinano con la Germania o ne sono legati da forti legami economici, politici e culturali: Austria, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Danimarca Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Italia settentrionale (Limes 4/2017 pp 75-83). Un territorio che coincide approssimativamente con i confini dell’antico Impero carolingio.
Extent of Carolingian Europe
La Francia fa parte della Kerneuropa ma diversamente della Germania non guarda all’Europa, con la fine dell’epopea napoleonica ha rinunciato a guidare le sorti del nostro continente. Oggi la Francia si chiude a riccio in difesa dei propri interessi nazionali e punta all’Africa, una politica neocoloniale che investe i Paesi del Sahel (Senegal, Mauritania, Mali, Ciad, Burkina Faso, Nigeria e Niger) e l’Africa settentrionale (Libia). Solo il futuro potrà dirci quali saranno le relazioni tra Francia e Germania in un’Europa a guida tedesca. Due “galli” nello stesso “pollaio” finiscono sempre per litigare.
La confederazione è la forma di governo più adatta a realizzare la Kerneuropa, in tale modello le nazioni mantengono la propria sovranità, ma creano istituzioni comuni destinate a regolare il commercio, la difesa e la politica estera. Quello che doveva diventare l’Unione Europea, ma questo non è ancora accaduto. L’Unione Europea è sempre più divisa e incapace di elaborare una politica autonoma dagli interessi americani.
Il progetto politico della Kerneuropa nasce all’inizio degli anni 90, dalla mente di due politici tedeschi dell’Unione Cristiano Democratica: Wolfgang Schaeuble (ministro delle finanze del governo Merkel) e Karl Lamers. Il progetto attraversa due fasi un’inclusiva e l’altra esclusiva: nella fase inclusiva la Germania, si adopera per rafforzare e ampliare l’Unione Europea, includendo le nazioni dell’est Europa, ex Jugoslavia compresa; nella fase esclusiva la Germania, cerca di sottrarsi alla crisi europea, riunendo intorno a se i Paesi e le Regioni a lei più “vicini”. La fase esclusiva, rappresenta il piano B della Merkel per affrontare la crisi europea e per contenere la crescita di Alternativa per la Germania (Alternative fur Deutschland) il partito “populista” euroscettico e ostile all’immigrazione.
Il cuore della Kerneuropa è la Germania, la principale potenza economica dell’Europa. La Germania fino al 1990 era un docile strumento della Nato destinato a contrastare la minaccia sovietica. Con la riunificazione la Germania ha assunto un ruolo attivo nella scena politica internazionale: è intervenuta nel processo di dissoluzione della Jugoslavia, assumendo una posizione antiserba; sostiene una politica di rigore finanziario a danno delle nazioni troppo indebitate, i PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna); si scontra con gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia e le sue esportazioni mettono in crisi il mercato americano suscitando le ire di Trump. La politica protezionistica di Trump ha come principale obiettivo le esportazioni tedesche e cinesi, questo allarga il solco tra Washington e Berlino. Vedremo quali saranno le conseguenze.

La Germania è una potenza regionale ma non globale come la Russia e la Cina. Le élite tedesche non sono mature per questa scelta storica, hanno una visione miope della politica: l’euro è stato per la Germania uno strumento per rendere più competitive le esportazioni tedesche e non per costruire un’unione di Stati. La politica estera tedesca è un misto di arroganza teutonica e di spietato egoismo (Grecia docet); una politica incapace di recidere il “cordone ombelicale” che la lega agli Stati Uniti. Con una diversa classe politica la Germania potrebbe costruire la Kerneuropa, questa sfida potrebbe essere raccolta da Alternative fur Deutschland partito sovranista e populista.
La Kerneuropa si propone come potenza continentale europea, per esserlo deve soddisfare le seguenti condizioni: dotarsi d’istituzioni politiche efficienti e autorevoli (l’opposto di quelle europee) dotarsi di un esercito proprio e di armi nucleari (questo significa l’uscita dalla Nato e la chiusura delle basi militari straniere) stabilire con la Russia e la Cina solide relazioni politiche, commerciali e culturali, solo così potrà affrontare le principali questioni internazionali (lotta al terrorismo, tutela dell’ambiente, immigrazione, soluzione dei conflitti internazionali, commercio globale).
La trasformazione della Kerneuropa da soggetto “economico” a “politico” modificherebbe la geopolitica dell’Europa e del mondo intero. Come spiego nel mio libro, Kosovo monito per l’Europa (Aviani Editore 2014)

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