Il carovita colpisce i generi alimentari
Le tensioni inflazionistiche in Italia continuano a diffondersi ad altri comparti merceologici, quali i Beni durevoli e non durevoli, i Servizi relativi ai trasporti e gli Alimentari lavorati, con la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che si porta a +5,7%. Così l’Istat che individua i prodotti che sono cresciuti di più negli ultimi 12 mesi.
I prodotti che sono saliti di più negli ultimi 12 mesi
Come si evince dalla tabella seguente, in forte crescita i prezzi dei beni alimentari e dei trasporti ma è soprattutto il comparto abitazione, acqua, elettricità e combustibili che subisce le variazioni più forti.
Nel dettaglio, rivela l’Istat, in termini di contributi, l’inflazione è quindi dovuta principalmente ai prezzi di Abitazione, acqua, elettricità e
combustibili (+2,629 punti percentuali) e, in misura minore, dei Trasporti (+1,297) e dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,204).
Esplodono i listini degli alimentari ad aprile
Come evidenziato dall’Istat ad aprile i prezzi dei prodotti alimentari hanno registrato una forte crescita, al punto che una famiglia, nel 2022, dovrà mettere in conto una maggiore spesa solo per il cibo pari a circa +480 euro. Lo afferma il Codacons, che ha rielaborato i dati definitivi dell’inflazione diffusi ieri dall’Istat.
Il record dei rincari spetta ancora una volta all’olio di semi, il cui prezzo aumenta in Italia in media del +65,3% rispetto al 2021 – analizza il Codacons – Nella classifica degli aumenti dei prodotti alimentari il secondo posto spetta alle pere che salgono su base annua del +25,8%, seguite dai pomodori (+19,2%), farina (+17,1%) e burro (+15,6%). Incrementi fortissimi si registrano anche per la pasta (+13,4%), il pollame (+12,3%) e la verdura fresca (+12%).
Considerando la spesa media annua di una famiglia “tipo” per tipologia di prodotto, nel 2022 un nucleo, a causa dei rincari dei prezzi, spende +52,7 euro per la verdura, +33,5 euro per la frutta, +27,6 euro per la carne di pollo, +22,5 euro per il pane, e +19 euro per la pasta.
Complessivamente gli aumenti dei listini al dettaglio valgono, solo per la spesa relativa a cibo e bevande, una mini-stangata da +480 euro annui a famiglia – denuncia il Codacons.
“Il conflitto in Ucraina continua a far sentire i suoi effetti su una moltitudine di prodotti, dall’olio al pane alla pasta, e a pagare il prezzo di tale situazione sono i consumatori, che spendono sempre di più per riempire il carrello o sono costretti a ridurre i consumi alimentari per arrivare a fine mese – afferma il presidente Carlo Rienzi – Alle conseguenza della guerra e del caro-bollette sui prezzi al dettaglio si aggiungono poi le speculazioni nei vari passaggi di filiera, che arricchiscono pochi a discapito di molti, e su cui il Governo farebbe bene a puntare il faro”.
Sulla stessa idea Assoutenti secondo cui l’inflazione, seppur in calo al 6% ad aprile, continua a rappresentare un dramma per le tasche dei consumatori.
“Ad aprile si registra un nuovo record per i prodotti alimentari, i cui prezzi crescono d +5,8% di marzo al +6,4% di aprile – spiega il presidente Furio Truzzi – Questo significa che una famiglia, solo per mangiare, deve mettere in conto una maggiore spesa in media pari a +479 euro annui. Proprio il forte incremento dei listini nel comparto alimentare ha portato, secondo gli stessi dati Istat, ad una forte riduzione dei consumi alimentari da parte delle famiglie, che si sono ridotti del 6% rispetto al 2021”.
“Siamo in presenza di una emergenza che conferma tutte le denunce sui rincari dei listini lanciate da Assoutenti nelle ultime settimane – prosegue Truzzi – Temiamo che sui prezzi, oltre all’effetto Ucraina, si stiano registrando in Italia fenomeni speculativi che danneggiano in modo pesante le famiglie. Il Governo non può restare a guardare e, di fronte a questa situazione di crisi, deve adottare misure straordinarie, a partire da prezzi amministrati per i generi di prima necessità come gli alimentari di cui le famiglie non possono fare a meno”.