martedì 8 Ottobre 2024

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Ma ce ne sono altre due

Alcune date sono emblematiche dell’italietta schifosa, schifata e presa in giro da tutti: dell’italietta avvitata che precipita su se stessa, vigliacca, vigliaccamente e con il triste ghigno del miserabile e del furbetto.

Due risalgono all’estate 1943: il 25 luglio e l’8 settembre (di cui oggi si celebra l’ottantennale). Un’altra è del 1945, il 25 aprile.
Tutte date in cui le peggiori vergogne sono affiorate e sono state sbandierate.
La data di oggi, 8 settembre, è quella che è stata più insultata un po’ da tutte le parti, anche da quelle che si erano schierate contro la Patria e la fedeltà alla parola data, perché la gestione di quell’armistizio fu così vigliacca, con re, corte e primo ministro in fuga e senza dare istruzioni, che perfino la nostra flotta venne bombardata quattro volte in un giorno, sia da areei tedeschi che da aerei angloamericani.

Eppure, paradossalmente, malgrado la fama strappata, l’8 settembre è perfino la data meno vergognosa delle tre. Perché, sia pure costretti, i traditori dovettero assumere il ruolo di traditori. Il 25 luglio invece era stata una gara a chi sfuggiva di più le responsabilità. lasciando che il disastro si producesse da solo e sperando di salvare il proprio deretano, magari sognando perfino una carriera futura in un altro contesto.
Il 25 aprile fu la corsa di tutti gli imboscati, gli ignavi e i pezzenti per salire sul carro del vincitore, Il quale non fu né partigiano né cobelligerante, ma fu quello del nemico invasore che continuò a bombardare le nostre città anche dopo aver vinto la guerra,

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