giovedì 12 Dicembre 2024

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Cina e Taiwan una volta tanto sono d’accordo

I rapporti tra Cina e Taiwan non sono mai stati più tesi ma c’è un tema sul quale collaborano alacramente: le cure di Tuan Tuan, il panda gigante dello zoo di Taipei gravemente malato.
Un tempo simbolo del riavvicinamento tra le due parti, Tuan Tuan ad agosto ha cominciato a stare poco bene, si muoveva goffamente e aveva crisi epilettiche, e un mese dopo gli è stata diagnosticata la malattia, che è progredita rapidamente.Il panda soffre di una necrosi cerebrale probabile conseguenza di un tumore difficile da curare.
L’animale ha già 18 anni: ha superato l’aspettativa di vita di un panda quando vive allo stato brado (dai 15 ai 20 anni), ma è ancora giovane perché quelli allevati in cattività possono arrivare fino ai 30 anni. E dunque, nonostante le tensioni fossero all’apice per la visita a Taiwan della speaker della Camera, Nancy Pelosi, a luglio Pechino e Taiwan hanno abbassato i cannoni e si sono messe al lavoro per aiutare Tuan Tuan.
Il 26 ottobre, lo zoo di Taipei ha annunciato che il panda sarebbe stato ricoverato in una struttura attrezzata e, meno di una settimana dopo, sono arrivati a Taipei due veterinari dai santuari cinesi del panda gigante, le aree protette nella provincia di Sichuan dove vive circa un terzo di tutti gli esemplari di panda gigante del mondo.

Obiettivo, stabilire le migliori cure possibili per Tuan Tuan e fare in modo che potesse vivere il tempo che gli resta senza dolore e sofferenza. Una settimana dopo, i dottori Wu Honglin e Wei Ming sono tornati in Cina continentale augurando “il meglio” al loro paziente. La loro missione era compiuta: il panda era stabilizzato, camminava e mangiava meglio ed era più calmo. E nei mesi avvenire, poichè comunque Tuan Tuan ha una certa età e la malattia è a uno stadio avanzato, l’orso riceverà cure palliative che le squadre veterinarie di Taipei e Sichuan decideranno insieme e adatteranno con il progredire del tumore.
La realtà è che Tuan Tuan non è un orso qualsiasi, ma un simbolo di tempi più armoniosi tra le due sponde dello Stretto di Taiwan. Il panda è uno dei due esemplari -un maschio e una femmina- che l’allora presidente cinese Hu Jintao donò a Taiwan nel 2005 durante un breve disgelo innescato dalla visita a Pechino dell’allora presidente del Kuomintang, Lien Chan, a quel leader dell’opposizione sull’isola. Gli orsi però non arrivarono ​​a Taipei fino al 2008, per anni bloccati loro malgrado da un braccio di ferro burocratico e politico. Il governo taiwanese si rifiutava di riceverli perché la Cina li aveva inviati come “trasferimento interno tra zoo”, come a dire che Taiwan facesse parte del gigante asiatico. All’epoca un deputato taiwanese dell’epoca arrivò a paragonare i panda al “cavallo di Troia”, l’espediente con il quale Ulisse riuscì dopo 10 anni di guerra a espugnare la città dell’Asia minore: “Sono inviati per distruggere le nostre difese psicologiche”.
Alla fine, la cosa fu risolta utilizzando formule asettiche – “Taipei, Taiwan” e “Chengdu, Sichuan”- come i luoghi di destinazione e origine della spedizione, senza ulteriori dettagli. Nello zoo di Taipei i panda – i cui nomi cinesi, Tuan Tuan e Yuan Yuan (la femmina) significano “incontro” quando combinati –  sono stati benissimo, e hanno persino avuto figli nel 2013 e 2020, due cuccioli di orso di nome Yuan Zai e Yuan Bao.

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