martedì 3 Dicembre 2024

Perché Sanremo è…

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L’Italia si ritrova infine sospettosa e va alla scoperta dell’acqua calda

Le elezioni sanremesi del 2010 destano diversi sospetti, non è dato conoscere i risultati del voto popolare e non sono pochi i conflitti di interessi in circolazione. Innanzitutto sul sito ufficiale di Sanremo il servizio di televoto risulta essere fornito da Rai radio televisione italiana spa e da Neo Network srl, ovvero la società di digital entertainment a cui fa capo Giorgio Gori, che realizza anche X Factor. I talent in gara usciti da quel programma sono Tony Maiello (che ieri sera ha vinto nella sezione Nuova Generazione), Noemi e Marco Mengoni, da settimane dato per favorito nelle scommesse.
La restante votazione quest’anno spetta all’orchestra, che pesa quindi per il 50 per cento sul voto totale, con tanto di schede nominative. Finalmente, verrebbe da dire, un giudizio tecnico da parte di chi le canzoni le conosce intimamente e può controbilanciare il gusto un po’ grezzo del pubblico (nella passata edizione l’orchestra mise il brano del trionfante Marco Carta al penultimo posto di gradimento). Invece no, perché gli orchestrali a inizio festival hanno firmato una liberatoria sul conflitto di interessi in quanto molti di loro, durante il resto dell’anno, lavorano come turnisti nei dischi o nei concerti di artisti presenti in gara. Risultato: quasi la metà di loro si è dovuta astenere dal voto.
Nella serata di giovedì scorso, dedicata ai sessant’anni della manifestazione, l’esibizione di Riccardo Cocciante si è dilungata oltremodo (mezz’ora circa), superando in durata gli altri superospiti e soprattutto danneggiando la quindicenne Jessica Brando, che, allo scoccar della mezzanotte, ha dovuto rinunciare a calcare il palco per il regolamento sulla tutela dei minori. Il tutto è accaduto per dare spazio promozionale al musical “Romeo e Giulietta” di cui il direttore artistico del festival Gianmarco Mazzi è stato, guarda un po’, produttore. Oggi in conferenza stampa la sua risposta alle domande dei giornalisti elemosinanti delucidazioni è stata: “Ho solo dato spazio a un grande artista. E a ragione, infatti in quel momento televisivo si è registrata un’impennata di ascolti”.
E in nome degli ascolti sovrani si perdona anche la duplice scorrettezza di Pupo-Filiberto-Canonici: la prima è stata far tessere le proprie lodi dal benvoluto CT per arruffianarsi il consenso popolare (un tipo di intervento vietato dall’articolo 24 del regolamento sanremese), la seconda quella di cambiare il testo per evocare la gloriosa Italia dei mondiali. Ma anche lì, la risposta cade puntuale: ォIn quel momento abbiamo registrato il picco massimo degli ascoltiサ. Così, ieri sera, Mazzi ha pensato bene di non intervenire, di lasciar fare, anche quando la stessa Clerici, così a sensazione, ha capito che qualcosa non andava, che fosse una sorta di favoreggiamento. “Nessuno pensava che Lippi cantasse” ha spiegato il direttore artistico. “Quando ha parlato ho ritenuto che fosse ingiusto fermare uno degli uomini più famosi d’Italia e del mondo, un signore gentile che ci ha regalato un sogno con la Nazionale. In quel momento non me la sono sentita di interromperlo. Siamo uomini di spettacolo. Seguo il regolamento ma non sono amministratore di condominio. Anzi sono rimasto colpito dal fatto che abbia accettato l’invito. Significa che il trio si è impegnato a fornire una performance che aumentasse gli ascolti, a differenza di altri artisti invece danno il minimo. Se è sfuggito qualcosa va perdonata, Lippi è un’icona”.
Questo se qualcuno avesse ancora dubbi sul fatto che Sanremo sia un evento televisivo e non musicale, una competizione di ascolti e non di ascolto.
Simona Orlando (Il Messaggero)

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