mercoledì 8 Maggio 2024

Una vita in Avanguardia Nazionale

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Uno spaccato autentico e critico di un’epoca

Il libro di Domenico Magnetta scritto a quattro mani con Ippolito Ferrario dal titolo “Una vita in Avanguardia Nazionale”edito dalla Ritter è un libro decisamente duro, grave nel senso latino del termine.
È un libro che non concede sconti né li chiede, ma fa chiarezza e dàla giusta dimensione di cosa è avvenuto nel variegato mondo della Destra Radicale negli anni settanta.
L’autore descrive, infatti, la sua vita da militante in Avanguardia Nazionale, sin da quando ne entra a far parte nel 1972, bussando alla porta della sede di via Adige a Milano, alla militanza nella struttura clandestina che operò dopo lo scioglimento di AN nel 1976,  alla sua cattura al valico del Gaggiolo, l‘itinerario nelle carceri speciali, sino alla definitiva scarcerazione.
Nonostante la sua assoluta internità ad Avanguardia, Magnetta entra in contatto con varie realtà del mondo della destra radicale di allora, le “attraversa” in qualche modo e sulle diverse esperienze non mancano nel libro alcune chiarificazioni di rilievo.
Lo stile è secco, asciutto, sintetico e la lettura scorre veloce, senza autocompiacimenti di sorta, ma nella consapevolezza, da parte di Magnetta, che a guidarlo era un progetto politico preciso e non un estremismo esistenziale e nichilista che in quel periodo era diffuso nel mondo giovanile politicizzato, sia a destra che a sinistra.
Un libro che va letto senza ipocriti moralismi, né con superficiali visioni “reducistiche”, ma come un contributo importante su una pagina misconosciuta della nostra Storia recente.
Soprattutto, su quanto avvenne nella seconda metà degli anni settanta nel variegato mondo della destra giovanile che stretto tra l’antifascismo militante della sinistra intera e l’opera di repressione e di “intossicazione” portata avanti dallo Stato, cercò, in varie forme, organizzate o “spontaneiste”, una via di uscita da una situazione insostenibile.
L’Autore, ripercorre velocemente quel periodo tumultuoso e sanguinoso e rivendica con orgoglio di aver provato, molte volte riuscendovi, a frenare progetti  velleitari ed autodistruttivi per centinaia di giovani di allora che soprattutto a Roma e Milano apparivano sempre più insofferenti verso il MSI e la sua politica ondivaga.
Il libro  ha anche un altro merito: quello di non essere un romanzo ,ne’ un’asettica cronaca dei fatti avvenuti in quel periodo, ma di  ri-portarli alla luce nella loro reale portata storica, dopo diversi decenni di oblio e di interpretazioni di comodo, soprattutto a “destra”, quasi si volesse derubricare quel periodo ed i protagonisti di allora, ad un “incidente di percorso” dovuto a chissa’ quale  scomoda sindrome di follia collettiva.
La storia di quel periodo, infatti, è lungi dall’essere chiusa sia nella ricostruzione dei fatti che nelle dinamiche che si innescarono per molteplici fattori, non ultimo, le tante, troppe, responsabilita’ di tutta una serie di soggetti, nazionali ed internazionali che operarono per scatenare in Italia un periodo di terrore finalizzato a rinsaldare il Potere di allora.
Ma questa è gia’ un ‘altra storia , per ora consigliamo vivamente la lettura di questo libro che invita ad una seria riflessione su quel periodo ,senza concedere sconti.

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