giovedì 9 Maggio 2024

Una Bocca troppo larga…

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Giorgio Bocca, tra i fondatori de La Repubblica, esponente della resistenza, polemista, opinionista, antifascista radical chic, perbenista.. troppe parole asservite alla fama e ai poteri e una memoria cortissima.

Ecco cosa scriveva Giorgio Bocca il 14 agosto 1942, sulla Provincia Granda (foglio dei fasci di combattimento di Cuneo):

“Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale”

“La vittoria degli avversari del fascismo solo in apparenza sarebbe una vittoria degli anglosassoni e della Russia; in realtà sarebbe una vittoria degli ebrei”

“A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l’idea di dovere, in un tempo non lontano, essere schiavo degli ebrei?”

“Non tutti i gentili, per sfortuna degli ebrei, sono stati quegli ingenui o zucche vuote come essi amano chiamarli”

“Un colpo tremendo deve aver subito il cuore ebreo nel vedere sorgere un movimento, quale quello fascista, che denunciava la inconsistenza pratica della parola libertà nel campo politico dove gli uomini sono in tal modo costruiti da trasformare la libertà loro accordata in anarchia”

“Sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile di questa guerra, intesa come una ribellione dell’Europa ariana al tentativo ebraico di porla in stato di schiavitù”

Ecco invece cosa scrive a proposito del trasformismo politico in un recente articolo il partigiano Giorgio Bocca su l’Espresso:


“Da eredi del fascismo crepuscolare e radicale si ergono a campioni dei diritti umani e della democrazia. E salgono in cattedra mettendo sotto accusa l’antifascismo”


I giornali riportano le dichiarazioni del neofascista Giovanni Alemanno, ministro berlusconiano in visita a Israele e al sacrario dell’Olocausto: “Mai più, mai più, mai più”. E il vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini ha appena finito di dichiarare: “Il fascismo male assoluto, la repubblica di Salò una vergogna”. Che si sia già iscritto all’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani italiani?

Il trasformismo italiano è vertiginoso, rovescia la storia come fosse uno stuoino, non ha limiti, non ha esitazioni, rosso e nero per lui pari sono. E non gli basta cancellare, dimenticare, ciò che è stato per mezzo secolo: trasforma gli eredi del fascismo crepuscolare e radicale in campioni dei diritti umani e della democrazia. E fa di più: sale in cattedra, mette sotto accusa l’antifascismo. È un rovesciamento delle parti da togliere il fiato.

Dove sta la più bieca conservazione? Nei sindacati, sono loro a impedire che vengano finalmente tagliati i lacci e laccioli che impediscono lo sviluppo.
Chi sono i cattivi maestri? Sono Norberto Bobbio e Vittorio Foa, hanno nascosto le loro debolezze verso l’autoritarismo fascista e comunista, hanno firmato domande di grazia a Mussolini, hanno taciuto sullo stalinismo. Sep

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