giovedì 12 Dicembre 2024

Insomma ci siamo tagliati i coglioni da soli

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Gli allarmisti si scatenano ma nemmeno si rendono conto che se hanno ragione allora il covid ha mortalità bassissima e siamo tutti scemi

Il 25% della popolazione italiana, ossia 15 milioni di persone, ha riportato sintomi di tipo Covid-19 fra il 7 marzo e il 4 maggio e di questi 8 milioni di persone potrebbero aver avuto la malattia, perché sintomi analoghi potrebbero essere dovuti ad altre forme influenzali. Lo indicano tre indagini Doxa condotte sul territorio nazionale sui sintomi correlati a Covid-19 e coordinate dall’Università Statale di Milano. I risultati sono pubblicati sul sito Scienza in rete, del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica.
“Anche assumendo che soltanto metà dei soggetti che hanno riportato sintomi siano stati affetti da Covid-19, circa 8 milioni di italiani, di cui 2 milioni in Lombardia, avrebbero avuto contatto col virus. A ciò andrebbero sommati gli asintomatici e i paucisintomatici” dice all’ANSA Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università Statale di Milano.
Le cifre ufficiali sui contagi da Covid-19 per gli esperti sono incerte e ampiamente sottostimate. Per stimare il numero di casi possibili, sono state condotte tre indagini Doxa, intervistando per ognuna 1.000 individui, di età compresa tra 18 e 85 anni. Di questi, circa 175 in ogni indagine erano residenti in Lombardia. Le domande riguardavano i sintomi correlati alla Covid-19 (febbre, mal di testa, raffreddore, tosse, disturbi gastrointestinali). E’ emerso che nel periodo dal 13 marzo al 7 aprile in Italia il 13,9% dei soggetti aveva riportato sintomi di tipo Covid-19. In Lombardia le percentuali salivano al 20,7%.
Nel periodo tra il 10 aprile e il 4 maggio, la percentuale di persone che riferiva sintomi simili a quelli della Covid-19 è scesa all’8,3% in Italia, ma era ancora del 13,3% in Lombardia.
Il fatto che la proporzione con sintomi sia rimasta ben oltre il 10% in Lombardia indica, secondo gli esperti, che una proporzione rilevante di tali sintomi sia effettivamente attribuibile a Covid-19 e non a residui di influenza stagionale o altre virosi, meno frequenti a fine marzo-aprile. Anche ipotizzando che solo la metà dei sintomi segnalati sia riconducibile a Covid-19, la terza indagine conferma che circa il 4% della popolazione in Italia e il 6-7% in Lombardia sarebbero stati affetti da Covid-19 anche nella seconda metà di aprile. Considerando che alcune di questi dati si sovrappongono, emerge che in tutto il periodo considerato circa il 25% degli italiani ha avuto i sintomi della Covid 19. In attesa di nuove campagne di indagine sierologica, i dati confermano, secondo ggli esperti della Staale di Milano, che, anche ignorando i casi asintomatici, l’epidemia di Covid-19 ha colpito una parte sostanziale della popolazione italiana e ancor più lombarda in marzo e anche in aprile, largamente superiore rispetto ai contagi Covid-19 ufficialmente registrati.

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