martedì 3 Dicembre 2024

Iran con(tro) Israele

Tragedia, cinismo e farsa

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C’è una realtà che ci si racconta e poi c’è quella autentica, molto meno aulica, che se ne infischia di tutte le illusioni.
Perciò si usa la propaganda per nascondere il cinismo dei protagonisti, un cinismo che non attrae la gente.
Sia chiaro che pure la gente è cinica ma affida ad astrazioni ideologiche una purezza di cui vuol essere rivestita solo tifando per terzi. Vive per delega con aspettative di lieto fine, sempre di taglio hollywoodiano.

Non fa eccezione la crisi irano-israeliana.
Oggi i Paesi arabi del MEAD, definita come Nato del Medio Oriente o come braccio armato degli Accordi di Abramo, hanno confermato il loro impegno a rintuzzare quello che hanno definito come l’imperialismo iraniano.


Lo scorso aprile parteciparono attivamente all’abbattimento dei droni di Teheran verso Israele.
Israele che, grazie a questo e alla sua trasformazione in hub energetico regionale, ha spostato il suo baricentro dall’Occidente verso un immaginario Sud-Est e si è così assicurata le condizioni da cui è nata tutta la sua campagana militare sulla popolazione di Gaza, non viene osteggiata da nessun player arabo. Se ne fregano tutti dei palestinesi.
Si noti quali paesi arabi sono coinvolti negli accordi con Tel Aviv: Arabia Saudita, Qatar, Emirati Uniti, Giordania, Egitto, Bahrein, Marocco. Ovvero lo stesso Qatar che finanzia Hamas con il beneplacito israeliano. fate un po’ voi.

Spostiamoci in Iran.
Almeno 24 persone sono state arrestate
, tra cui ufficiali militari e dell’intelligence, anche Guardiani della Rivoluzione. L’accusa rivolta è che il Mossad avrebbe assoldato agenti iraniani per piazzare esplosivi in tre diverse stanze della residenza dove solitamente alloggiava a Teheran il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ucciso il 31 luglio.
L’impressione di un’accesa guerra intestina è netta. La stessa morte del presidente Ebrahim Riaisi, precipitato in elicottero lo scorso 19 maggio, è strana, difficile da attribuire con sicurezza e, comunque, casuale o provocata che sia stata, s’inserisce in questa guerra ai vertici.

Ovviamente la fazione perdente, qualunque essa sia, sarà liquidata come venduta a Tel Aviv, e la vincente si atteggerà a irriducibile.
Ma tutta la storia dell’Iran dopo la Rivoluzione Islamica non è esente da accordi con Israele. A iniziare dal ritardo del rilascio degli ostaggi americani nel 1979, un ritardo chiesto dal Mossad che voleva far cadere il Presidente Carter in Usa, per continuare con la fornitura di armi israeliane e americane per combattere l’Iraq (Irangate), proseguendo con la fornitura di petrolio iraniano a Israele facendo scalo in Olanda, continuando con la complicità nell’assassinio di Saddam e con lo smembramento dell’Iraq con annessa creazione del Califfato Islamico, un nemico provvidenziale per entrambi e sfruttato da ambo le parti.

Quello che abbiamo in tutta quell’area è una miscela di doppi, tripli, quadrupli giochi, da parte di cinici che in ogni caso (fondamentalisti sunniti, israeliti, sciiti) possono giustificare ogni porcheria con la scusa di servire il proprio dio.
Poi c’è Hollywood, per tutti quelli che si fidano e che vivono una guerra santa per procura, sempre mazziati e cornuti.

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