domenica 30 Giugno 2024

Minima holocaustica

Più letti

Global clowns

Note dalla Provenza

Colored

Prefazione alla pubblicazione delle “effepi edizioni” ad opera dell’autore Claudio Mutti

A mo’ di prefazione


Verso la metà degli anni Settanta alcuni zoologi lanciarono un grido d’allarme: gli elefanti (tanto l’Elephas Indicus quanto la Loxodonta Africana) sembravano essere condannati a una lenta ma inesorabile estinzione. Un organismo delle Nazioni Unite, incaricato di affrontare la questione per trovare un eventuale rimedio, istituì un’apposita commissione, che si mise subito al lavoro e nel giro di un anno poté raccogliere gli studi elaborati da ogni suo singolo membro. Lo statunitense celebrò i meriti dell’elefante nelle lotte intraprese per liberare i popoli dalle dittature e per instaurare i diritti umani e la democrazia; il sovietico applicò i criteri del materialismo storico allo studio del ruolo dell’elefante nell’edificazione della società socialista; l’inglese mise in luce l’importanza dell’elefante nei rapporti economici basati sul libero mercato; il tedesco descrisse minuziosamente, in due volumi ponderosi, le caratteristiche primarie e secondarie di ogni ramo della famiglia degli elefantidi; il francese se la cavò con un agile pamphlet intitolato L’éléphant et son esprit.


Il membro italiano della commissione, che aveva fatto appello alle diverse Regioni della Repubblica al fine di ottenere molteplici contributi sul tema, poté presentare ben due ricerche, entrambe prodotte dalla Regione Emilia Romagna, la sola che si era data da fare. Titolo della prima ricerca: L’elefante, l’antifascismo e la Resistenza. La seconda: Mille ricette per cucinare l’elefante.


Recentemente, la bibliografia sull’argomento si è arricchita di un nuovo testo: il Diario di un elefante miracolosamente scampato all’Olocausto.

Ultime

Notte dei lunghi coltelli

Più che la sinistra a essere giustiziata fu la destra sovversiva

Potrebbe interessarti anche