martedì 22 Ottobre 2024

Abbiamo portato la democrazia

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Così i kosovari, protetti dalla Nato, vivisezionavano i prigionieri serbi

Nell’ambito dell’inchiesta sul  traffico di organi espiantati a prigionieri serbi nel nord dell’Albania nel 1999, subito dopo la guerra in Kosovo, sono stati identificati alcuni testimoni, ha riferito il procuratore serbo per i crimini di guerra. “Abbiamo registrato grandi progressi… Abbiamo scoperto i nomi di persone presenti durante le operazioni chirurgiche (di espianto) effettuate sulle persone catturate”, ha detto il procuratore, Vladimir Vukcevic, in un’intervista al quotidiano serbo Blic, aggiungendo che “abbiamo già parlato con alcuni di loro” che però hanno rivelato di avere “molta paura”, anche se fra essi vi sono “persone credibili pronte a collaborare”.
“Le famiglia della maggior parte di loro – ha aggiunto Vukcevic – sono letteralmente ostaggio di coloro che sono pronti a tutto pur di nascondere le loro attività criminali”.
Già l’ex procuratrice del Tribunale internazionale dell’Aja per l’ex Jugoslavia (Tpi), Carla Del Ponte, nel suo libro “La caccia” pubblicato lo scorso anno, ne aveva parlato. Pur ammettendo di non averne le prove, Del Ponte parlò di un presunto traffico di organi, espiantati a circa 300 prigionieri serbi catturati durante la guerra in Kosovo nel 1999, portati in Albania al termine della guerra da partigiani albanesi e poi uccisi. Gli organi sarebbero stati inviati all’estero. Gli espianti, secondo la Del Ponte, avvenivano in una sala operatoria di fortuna in un edificio denominato la “casa gialla”. Le accuse, appoggiate anche dall’organizzazione umanitaria Human Rights Watch (Hrw), sono sempre state smentite tanto dal presidente del Kosovo, Fatmir Segju, che dal premier, Hashim Thaci. Vukcevic ha detto di aver ragguagliato sui progressi  dell’inchiesta Dick Marty, inviato speciale del Consiglio d’Europa, che sta conducendo sulla vicenda una propria inchiesta.
Il fatto più scandaloso è che la casa gialla era militarmente difesa dalla Nato!
Abbiamo portato la democrazia.
Eccola: in Kosovo la vivisezione dei serbi, in Iraq le persecuzioni religiose.
Avanti così, nel nome del Diritto Internazionale!

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