I servizi si apprestano a contenerlo (o a sostenerlo?)
Sebbene la lotta al crimine e la sicurezza rientrino in gran parte nelle competenze nazionali, il livello europeo è il principale forum per la cooperazione e la coordinazione tra gli Stati membri nella lotta al terrorismo. La strategia Ue in merito si articola in quattro elementi: prevenire, proteggere, perseguire e rispondere. Vediamo in cosa consiste:
Controlli alle frontiere esterne dell’Ue
In seguito ai numerosi attentati terroristici in Europa, a partire da aprile 2017, sono stati introdotti dei controlli sistematici alle frontiere esterne dell’Unione europea su tutti gli ingressi, anche di cittadini europei, per garantire la sicurezza dell’area Schengen. Nel novembre 2017, il Parlamento europeo e i ministri dell’Ue hanno stabilito un nuovo sistema biometrico di registrazione delle entrate e uscite per tenere traccia degli spostamenti dei cittadini non europei nell’area Schengen e velocizzare le procedure di controllo. I viaggiatori provenienti da paesi extra-Ue esenti dall’obbligo di visto verranno controllati attraverso il nuovo Sistema dell’Ue di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS, dall’inglese European Travel Information and Authorisation System).
In una risoluzione approvata a luglio 2021, gli eurodeputati hanno sostenuto, inoltre, la creazione del nuovo Fondo per la gestione integrata delle frontiere (IBMF). L’IBMF contribuisce a migliorare le capacità degli Stati membri nella gestione delle frontiere, garantendo al tempo stesso il rispetto dei diritti fondamentali, e ad armonizzare la politica comune in materia di visti. Il programma opera in stretto contatto con il nuovo Fondo Sicurezza interna 2021-2027 concentrandosi sulla lotta alle minacce transfrontaliere, come il terrorismo, la criminalità organizzata e la criminalità informatica.
Fermare i foreign fighters
Per criminalizzare le azioni connesse al terrorismo, come addestramenti o spostamenti per scopi terroristici e supporto a tali viaggi, l’Europa ha realizzato una legislazione ad hoc a livello europeo. La sinergia tra queste norme e i controlli alle frontiere esterne contribuisce a contrastare il fenomeno dei foreign fighters.
Intensificare lo scambio di informazioni
Nel 2018, il Parlamento europeo ha approvato nuove regole per rafforzare il Sistema di informazione Schengen (SIS) che prevedono, tra le altre cose, nuove segnalazioni sulle persone ricercate per terrorismo. Il database consente alla polizia e alle guardie di frontiera di consultare le segnalazioni su persone ricercate o disperse e beni persi o rubati. Inoltre, nel maggio 2016, il Parlamento europeo ha deciso di dotare l’Europol – agenzia dell’Ue incaricata dell’applicazione della legge che sostiene lo scambio delle informazioni tra le forze dell’ordine nazionali – di maggiori poteri per intensificare la lotta al terrorismo e istituire delle unità speciali come il Centro europeo antiterrorismo inaugurato il 25 gennaio 2016.
Tagliare i finanziamenti al terrorismo
Secondo un’analisi del 2016 condotta da Europol, di circa 110 miliardi di euro prodotti dalla malavita e dalle organizzazioni terroristiche, il 98,9% resta nelle mani dei criminali, mentre il 2,2% viene bloccato temporaneamente e soltanto l’1,1% viene confiscato. Per rendere più facile il congelamento e la confisca di beni e denaro di provenienza criminale in tutta l’Ue, il Parlamento europeo ha approvato nuove regole sul riciclaggio di denaro nel 2018. Inoltre, il 10 luglio 2020, il Parlamento ha accolto con favore il nuovo piano d’azione della Commissione su come combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo in modo efficace. La risoluzione fissa una posizione di “tolleranza zero” nei confronti dei Paesi in ritardo con il recepimento delle norme antiriciclaggio nel diritto nazionale e invita a inserire immediatamente i Paesi terzi ad alto rischio nella lista nera.
Evitare l’accesso alle armi più pericolose
Con la revisione della direttiva sulle armi da fuoco si chiudono le scappatoie giuridiche che consentivano ai terroristi di utilizzare armi riconvertite come era stato fatto negli attentati di Parigi del 2015. La direttiva richiede che gli Stati membri dispongano di un sistema di monitoraggio adeguato mantenendo pur sempre le eccezioni per cacciatori, musei e collezionisti.
Prevenire la radicalizzazione
Terroristi ed estremisti usano Internet per fare propaganda e spingere alla radicalizzazione. Nella sessione plenaria di aprile 2021, il Parlamento ha approvato le nuove regole che obbligano le aziende online, come Facebook o YouTube, a rimuovere i contenuti o disabilitarne l’accesso entro un’ora dall’ordine dall’autorità competente. Le nuove regole non si applicano ai contenuti giornalistici ed educativi. Inoltre, la maggior parte degli attentati in Europa è stata commessa da cittadini europei nati in Europa che si sono radicalizzati vivendo in Europa. Il Parlamento ha proposto quindi delle misure per combattere i fenomeni di radicalizzazione ed estremismo negli istituti penitenziari, online e attraverso l’educazione e l’inclusione sociale.
A dicembre 2020, il Parlamento europeo ha adottato la strategia dell’Ue per l’Unione della sicurezza 2020-2025 e un nuovo programma di lotta al terrorismo che ha lo scopo di prevenire la radicalizzazione, fornendo per esempio opportunità per i giovani a rischio e sostenendo la riabilitazione dei detenuti radicalizzati.
I dati del 2020
Nel 2020, secondo il rapporto sulla situazione e sulle tendenze del terrorismo nell’Ue del 2021, in Europa ci sono stati un totale di 57 tentativi di attacchi terroristici, (tra quelli effettuati, falliti e sventati). Un numero lievemente inferiore rispetto ai 55 tentativi del 2019. Tra questi attacchi, 10 vengono attribuiti al terrorismo jihadista in Austria, Francia e Germania. Sebbene gli attacchi jihadisti rappresentino solamente un sesto degli attacchi totali perpetuati nell’UE, questi hanno causato più della metà delle morti (12) e quasi tutti i ferimenti (47). Tra il 2019 e il 2020 il numero totale di morti e feriti nell’Ue è raddoppiato, passando da 10 vittime e 27 feriti nel 2019 a 27 vittime e 54 feriti nel 2020. Il terrorismo jihadista resta la minaccia più importante per l’UE. Nel 2020, il numero di attacchi di ispirazione jihadista completati è stato più del doppio di quelli sventati dalle autorità degli Stati membri.