domenica 13 Ottobre 2024

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Come sta cambiando il mercato del lavoro con il Covid

A cura di Geraldine Sundstrom (Pimco)

Gli investitori sono alle prese con gli effetti strutturali della pandemia sull’economia globale rispetto ai quali non c’è ambito più rilevante del mercato del lavoro, dove per fattori sia temporanei che più persistenti si è determinata carenza di forza lavoro.
Tra i fattori di breve periodo che hanno esercitato pressioni sull’offerta di forza lavoro nel 2021 vi sono i protratti timori per il COVID-19, i sussidi pubblici e le difficoltà di avvalersi dei servizi per i figli. Questi fattori dovrebbero essere i primi ad allentare la morsa se i vaccini continueranno a dimostrarsi efficaci, gli effetti economici delle varianti del virus saranno gestiti, le scuole resteranno aperte e si accumuleranno evidenze che il progressivo venir meno dei sussidi di disoccupazione incoraggi le persone a tornare a lavorare.
Sul medio termine, le restrizioni sull’immigrazione verosimilmente incideranno sulle prospettive.
Molti dei suddetti vincoli di breve periodo dovrebbero venir meno col tempo ma cambiamenti più strutturali del mercato del lavoro potrebbero porre difficoltà durature o permanenti per le imprese e per le economie.
Per la maggior parte dei pensionamenti anticipati è improbabile un’inversione di rotta, inoltre i cambiamenti di comportamento e stile di vita innescati da un anno di quarantena potrebbero consolidarsi.

In aggiunta, la pandemia ha accelerato i flussi migratori interni, acutizzando il divario fra competenze disponibili e richieste che si stava già sviluppando nel mercato del lavoro a fronte dei cambiamenti della domanda dei consumatori. Nonostante gli aumenti delle retribuzioni nei settori interessati, le imprese continuano a riferire di non riuscire a trovare lavoratori per le posizioni offerte (si veda figura sopra) e in conseguenza di ciò alcune di esse in settori duramente colpiti come quello della ristorazione sono costrette a chiudere.
Con la partecipazione al mercato del lavoro ampiamente rimbalzata nella fascia 16–24 anni ma che non dà segni di ripresa tra gli over 55, questi fattori strutturali potrebbero non svanire.
Percependo uno spostamento generazionale nel potere contrattuale, i lavoratori a livello globale stanno chiedendo retribuzioni più elevate e migliori condizioni. Questo segnala rischio al rialzo rispetto alla nostra previsione di moderazione dell’inflazione a un dato momento nel 2022.

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