lunedì 1 Luglio 2024

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Le case farmaceutiche diffondono psicofarmaci tra i bambini

A margine della cerimonia di consegna dei “Public Affairs Awards”, i premi per le relazioni pubbliche consegnati nella Sala Capitolare del Senato, che si è tenuta oggi a Roma, Luca Poma, tra i giornalisti premiati e portavoce di “Giù le Mani dai Bambini”, il più rappresentativo comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica, ha denunciato la pressione di campagne di marketing da parte di case farmaceutiche per diffondere l’uso di psicofarmaci tra i bambini.


 

Di che cosa si tratta?
“Recentemente ho ricevuto un’offerta di collaborazione dalla Ketchum, un’agenzia di Relazioni Pubbliche di fama internazionale, la quale collabora con la Shire, una multinazionale farmaceutica che sta introducendo uno psicofarmaco per bambini in Italia, la Guanfacina, un vecchio anti-ipertensivo che ora si vuole riciclare per la disattenzione dei bambini, una specie di molecola apolide, un brevetto da tempo in cerca di una malattia a cui essere associato”.

Ma perché sarebbero venuti a parlarne proprio a lei?
“Immagino volessero sondare il terreno e capire quale sarebbe stato il nostro atteggiamento, o al limite ‘sterilizzare’ la nostra azione di vigilanza mettendoci a libro paga”.

Come è andata?
“Alcuni mesi fa c’è stata la proposta della Ketchum, che però negava di avere rapporti con la casa farmaceutica. Poco dopo “Giù le Mani dai Bambini” ha diffuso un comunicato stampa contro l’ennesimo convegno promozionale, a Roma, sponsorizzato da case farmaceutiche, nel quale si auspicava un incremento di almeno 300mila piccoli pazienti italiani da diagnosticare iperattivi e distratti e ai quali magari somministrare psicofarmaci nel tentativo di sedare i loro disagi”.

Non l’avranno presa bene…
“Dopo la nostra presa di posizione le offerte della Ketchum sono evaporate. Poco dopo mi contattata il medico che presiedeva una delle tavole rotonde del convegno, il dottor Gabriele Masi, dell’IRCSS “Stella Maris” di Pisa, una delle strutture statisticamente a più alta prescrizione di psicofarmaci per bambini in Italia. Masi è venuto da Pisa a Milano con grande disponibilità, per convincermi circa l’opportunità di ‘non negare la cura farmacologica a bambini con problemi di comportamento, anche per non pregiudicare le loro performance scolastiche e di vita’. Incuriosito da questa attenzione, ho controllato ed è emerso che la ‘Shire’ è seguita in Italia tra le altre dall’agenzia che mi aveva offerto l’incarico professionale”.

E cos’altro ha scoperto?
“Che la stessa Shire ha in programma di penetrare il mercato italiano con un nuovo psicofarmaco per bambini, laddove Novartis e Eli Lilly non sono riuscite; che la sperimentazione per l’autorizzazione alla messa in commercio di questo psicofarmaco viene, guarda caso, svolta proprio nel centro di ricerca del dottor Masi; e che sempre la solita agenzia di PR aveva supportato la comunicazione del convegno pro-psicofarmaci di Roma”.

Risultato?
“Potremmo discutere a lungo sulla correttezza di un’azione di marketing per incrementare artificiosamente le diagnosi, specie per una patologia su cui non ci sono assolutamente le certezze che spacciano le case farmaceutiche interessate al proprio business a spese della salute dei bambini. Su questo dossier l’Onorevole Paola Binetti ha presentato un’Interrogazione Parlamentare urgente al Ministro della Salute Ferruccio Fazio, anche perché mentre si introduce un nuovo psicofarmaco si tagliano drasticamente i fondi per la vigilanza e per evitare prescrizioni improprie”.

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