martedì 22 Ottobre 2024

È il tramonto dei funamboli

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Tra deboli proteste di folla, squalificate da fricchettoni che si atteggiano a pacifisti indù, si consumano gli ultimi singulti di una popolazione che si aggrappa con i nervi dell’adolescente ai propri paradisi artificiali perduti.
Triste epilogo di una democrazia formale che cede il posto a un sistema sociale, economico e politico più dirigista e con meno vacche grasse da spartire.
In tutto ciò cosa si esprime come alternativa? La retorica stupida e irreale de “i popoli contro l’élite” serve soltanto a dare in pasto ai perdenti un miraggio senza sostanza.
Il populismo, che avrebbe potuto fornire una buona base di partenza per qualcosa di rivoluzionario, si perde nel qualunquismo disperato e acido. Perde ovunque terreno, sconfitto alla prova dei fatti dall’incapacità dei suoi dirigenti e dei suoi ideologhi.
E, come sovente accade agli sconfitti, prova ad estremizzarsi nei toni e nelle soluzioni incapacitanti.
Difficile che questo accada qui, dopo l’esperienza Cinque Stelle che ci ha fatto raschiare il barile, ma avviene ovunque possibile, come in Francia dove il guitto trumpiano Zemmour prova con un mix di odio religioso e di classismo sociale a imprimere una svolta sceriffoide all’americana al cui ridicolo difficilmente sopravviverà.
Il triste e grottesco tramonto dei funamboli del sovranismo e del populismo è, se non altro, una buona notizia per il futuro.

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