domenica 10 Novembre 2024

Il re nudo?

Non è poi così difficile da vedere, tra Russia e Usa come tra Mossad e Hamas

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Dico “strategia hamasraeliana”, affermo che Russia e Usa sono oggettivamente complici e sostengo che nei Brics c’è un conflitto di alto livello tra Cina e India.
Orrore! Questo provoca reazioni da chi pensa che io abbia soltanto il gusto di andare controcorrente, che io sia un pazzo complottista o un ideologizzato antico che non si aggiorna.
Nulla di tutto questo: è la somma delle conoscenze storiche, dell’analisi dei dati nella continuazione quotidiana e delle esperienze esistenziali. Gli schemi binari che vaneggiano di opposizioni irriducibili tra nemici assoluti sono, al contrario astratti, settari e quasi sempre nelle teste di chi ha difficoltà di relazioni sociali e si situa curiosamente al livello della massa inerte, la quale, però, ha l’attenuante di essere non interessata e di accontentarsi per pura pigriza di pochi concetti sbrigativi che vengono confezionati per essa dai propagandisti.

La “strategia della tensione” si basava su un elemento semplice: sospingere gli odi, gli entusiasmi, i rancori, la rabbia, affinché, scontrandosi tra loro, facessero esplodere i contenitori politici da cui si sprigionava un estremismo che avrebbe distrutto la radicalità e concesso al potere di raggiungere equilibri più avanzati in un’era di controllo.
Non fu inventata negli anni di piombo, c’era anche durante la guerra. I partigiani nei loro assassinii mirati colpirono non i più arrabbiati ma quelli che avevano una capacità e una volontà politiche e un orizzonte per il dopo. Così vennero assassinati chirurgicamente i rappresentanti più “moderati” del Pfr e i sindacalisti di sinistra che stavano cooperando per il futuro, pur da antifascisti, perché questo avrebbe evitato la tensione estrema nelle fabbriche voluta dai comunisti e dai loro produttori.
In questa strategia criminale ci fu un’alleanza palese tra russi e americani, con partecipazione organica di comunisti nei servizi militari yankee. Emblematica la strage di via Rasella con cui si spinse Roma nell’odio e nel terrore ma al tempo stesso vennero eliminate le dirigenze antifasciste non direttamente legate a Mosca e Washington.
Poi questo schema venne replicato con costanza e regolarità ovunque fosse possibile.

Quando parlo di alleanza russoamericana intendo due cose diverse. La prima è la convergenza di interessi che fanno sì che due centri diversi e persino rivali tra loro abbiano la stessa convenienza in alcune scelte di fondo a danno terzi. La seconda è l’alleanza storica (che possiamo far risalire addirittura al 1867) tra le due potenze e la continuità delle relazioni ereditate. Per la prima si deve parlare di complicità oggettiva, per la seconda di accordo.
Impossibile stabilire il confine tra il primo e il secondo di questi elementi. In ogni caso sarebbe sbagliato assolutizzare, in quanto si tratta di relazioni complesse che danno ragione alla definizione di Lenin di “unità e scissione”.
La costante è però lineare: anche se si punzecchiano e se sono pronte a farsi malino, Russia e Usa non si combattono mai veramente ma combattono a tenaglia gli altri, in particolare l’Europa.
Non per ordini superiori o per disposizioni che vengono da centrali occulte, anche se parzialmente ciò è il caso quando si ripercorrono i rapporti tra il comunismo e Wall Street o con Oss e poi Cia, ma per logiche stringenti.

Identica la situazione tra gli apparati israeliani e le formazioni “estremistiche” palestinesi, passate dal comunismo al jihadismo, che sono state sempre utilizzate per colpire i rappresentanti del nazionalismo palestinese e della causa araba, i soli in grado di costruire la strada per la propria nazione.
Questo non significa che coloro che agiscono in nome di Hamas siano consapevoli di essere mossi dagli israeliani e neppure che i loro capi, ambigui e complicati, quando passano gli accordi con Tel Aviv lo facciano da venduti: utilizzano la tensione per far avanzare la propria causa a discapito di altre in Palestina, il proprio potere a discapito di quello di altri. Ciò che verosimilmente accade anche ad Israele. Non si tratta di un puro e semplice “tradimento” ma di una cinica complicità che non esclude l’odio reciproco ma trasporta l’azione su piani diversi in cui il cinsimo finisce col prevalere e, puntualmente, ai danni dei propri popoli.

Altrimenti
Posso accettare che tutto questo sia difficile da capire, un po’ meno che ci si voglia rifiutare di capirlo perché in questo caso si tratta di viltà intellettuale e di cuore.
Comunque sia, o ci si sforza di capirla, e così si riesce quantomeno a identificare per grandi linee le forze in gioco e a delineare altre vie, oppure si resta prigionieri delle paralisi imposte.
E si può delirare immaginando cause liberatrici dalla Russia senza capire che in realtà essa è in guerra contro di noi ed in relazioni particolari con gli Usa. O si può credere che i servizi israeliani si siano lasciati sorprendere da un’azione di Hamas che sottende uno schema fallaciano.
Non si può quindi capire perché ad essere costantemente accusata di antisemitismo non è la Russia ma l’Unione Europea. Et pour cause.
Eppure si può fare altrimenti: è meno difficile di quanto si possa pensare.

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