martedì 22 Ottobre 2024

La Russia è un modello?

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Oppure oltre ad essere un partner degli Stati Uniti è solo una forma rozza della stessa Mafia globale?

 

Abbiamo argomentato la nostra lettura dell’attuale guerra in Ucraìna come un’operazione di restyling di Jalta nel contesto del Gran Reset.
https://noreporter.org/index.php/conflitti/28543-ragioni-e-proventi-della-guerra
Ai neuroni fossili è bene ricordare che la Guerra Fredda è stata (e torna ad essere) una spartizione di bottino in un rapporto comunque teso. Ognuno dei complici guadagna grazie alla minaccia mossa dall’altro sui suoi sudditi ma restano anche rivali, come tutti i banditi.
La Guerra Fredda si concluse per l’implosione del sistema sovietico dovuta anche al classico tentativo moscovita di orinare fuori dal boccale e cercare d’inserirsi nella zona considerata vitale (l’Heartland di Brzezinski) e per la prima volta le motivazioni di scissione prevalsero su quelle di unità della coppia imperialista, finché il socio maggiore (Usa) non liquidò il  minore (Urss).
La Jalta minor di oggi è comunque fragile e può essere passeggera, sia per un rientro della Russia nella logica intelligente gran continentale, sia nell’ipotesi che essa venga manipolata come un pupazzo per una guerra in Europa, non da escludere nella logica del Gran Reset alla quale Putin sta soggiacendo in modo sfacciato.
Fatto sta che tra le tre ipotesi, Jalta minor che si consolida, guerra in Europa, ritorno dell’intesa gran continentale, è la terza quella che dobbiamo auspicare ed è la prima, perfino più della seconda, che dobbiamo combattere.

Inferni e paradisi
I cervelli binari ragionano con Bene e Male. Per molti sciocchi quello che dicono i media è sacrosanto, per altri sciocchi (si definiscono antagonisti) è vero l’opposto: s’invertono Bene e Male e si è risolto tutto.
Peccato che l’equilibrio si tiene su due gambe, che la linea viene racchiusa tra due punti e che il rovescio di una balla non è che una balla rovesciata.
Sciocchi bipartisan. Tali sono quelli coloro che vogliono dimostrare come l’altro sia nazista, o ebreo, o antisemita, o venduto a chiunque sia. C’è ovunque tutto e il contrario di tutto, senza eccezioni. Postare foto, spesso false o ritoccate, per dimostrare che l’altro è asservito a questo o a quello, non nobilita proprio nessuno: dimostra quanto deficiente e miserello sia chi pratica questo sport.
Ambo gli sciocchi mentono e Mangiafuoco gode. Poiché non si tratta solo di linguaggio binario ma di diffuso disturbo della personalità, ambo gli sciocchi delirano e immaginano inferni e paradisi. Più enfatizzano il Male che hanno scelto, più esaltano il Bene che dovrebbe combatterlo e puntualmente si rifugiano in mondi artificiali che nemmeno l’lsd.
Conosciamo bene la santificazione dell’Occidente e la sua rappresentazione paradisiaca di una fogna aperta, ma la santificazione del suo “opposto” non è diversa.
Quelli che hanno scelto Putin e la Russia per “combattere” l’Occidente e per una “alternativa di civiltà” stanno letteralmente in overdose da acidi.
Non voglio pretendere che la Russia sia peggio dell’Occidente, ma non c’è alcun elemento che dimostri che sia meglio. Senza contare che ne è al contempo dipendente, debitrice e gli è complemantare.

Il sistema russo
Il sistema russo è quello di un capitalismo oligarchico che detiene uno Stato.
Non esistono solo gli oligarchi sgominati da Putin, ci sono gli oligarchi con Putin, massima figura di un potere che è la sintesi tra i magnati dell’energia, gli oligarchi dell’esercito e i boss del crimine organizzato.
L’élite russa viene dal Kgb e dalla Mafia locale. Non è più un capitalismo di Stato, come durante l’Urss, ma ben peggio: uno Stato nelle mani di un’élite capitalista.
Le divaricazioni sociali sono feroci e la massa, nel cui nome collettivo si fa patriottismo, è sottomessa e sacrificabile senza alcuno scrupolo, come ampiamente dimostrato da Putin sia quando sacrificò i marinai del sottomarino nucleare pur di non accettare l’aiuto straniero, sia con l’esecuzione ordinata degli ostaggi russi insieme ai terroristi ceceni che li avevano catturati in un teatro nel 2001.
Ciò non è di oggi, questa logica viene dal tempo degli Zar, attraversa i Soviet e permane nel nazionalismo liberal/stalinista attuale.
La struttura del potere federale si basa su ras onnipotenti e corrotti.
Un sistema mafioso, oligarchico e capitalistico che si differenzia da quello occidentale perché con minor capacità di software e più rozzo, ma nondimeno ipocrita.
La società russa non sta così bene come la sbandierano i suoi tifosi da lontano.
Detiene il primato mondiale di divorzi, suicidi e aborti.
Chi la considera un paradiso di purezza etnica e religiosa sbaglia di grosso: è un mosaico di etnie, le lobbies mussulmane sono fortissime in Russia, in particolare nel settore turistico, e Mosca è la prima città al mondo come numero di musulmani in una nazione non islamica.

Dove sarebbe questa opposizione di civiltà rispetto all’Occidente?
Si riassumerebbe in due elementi: un richiamo alle tradizioni religiose che però è molto retorico e non di certo superiore a quello presente in altre nazioni (a loro modo anche gli Usa) e un rifiuto dell’omosessualità. Queste due qualifiche, unite al tipo di sistema sociopolitico e alla mentalità generale, non distanziano però la Russia da qualunque altro sistema mafioso classico. Il che non è sorprendente perché, come ebbe a predire nel gennaio 1942 il Cancelliere di Germania, oggi il mondo appartiene ai gangsters.
L’Occidente non è meglio della Russia, solo differente e più intelligente nel presentarsi.
Non intendo perciò fare alcuna crociata antirussa nel riportare le cose nel loro quadro reale, voglio però sottolineare che le ragioni “tradizionali” per cui qualcuno pretende di sostenere Putin non sono diverse da quelle che con tale mentalità lo dovrebbero spingere a sostenere Erdogan o l’Isis.

La potenza russa
Ho scritto altrove sul ruolo internazionale russo che, ogni qualvolta alla Casa Bianca siede un democratico, sebben tra reciproci insulti di facciata, si allinea nella collaborazione con gli Usa ed opera contro l’Europa. Le azioni russe fuori porta, in Mali e in Libia, oggi dicono questo. La sola eccezione, quella siriana, merita un serio approfondimento perché anche lì non è tutt’oro quel che luccica.
Neanche la potenza russa merita l’idolatria di chi si attende da essa che faccia saltare qugli equilibri che invece si ostina a puntellare. Ha saputo vincere negli anni Novanta le guerre per impedire l’implosione asiatica nella sua Federazione, ma allora aveva il sostegno politico e morale della Casa Bianca. Poi non è che si sia dimostrata così formidabile. Basti pensare a come in Siria mai abbia  ostacolato i bombardamenti israeliani e a come abbia abbozzato quando i turchi le hanno abbattuto un aereo. Nel Nagorno Karabakh gli armeni si sono sentiti traditi, fatto sta che gli azeri, alleati dei turchi, hanno umiliato la sicumera russa.

Il presunto antisemitismo russo
Tra le altre balle, oltre a quelle delle difese etnica e religiosa che non tengono più alla prova dei fatti, c’è una variante ed è quella di chi punta su Mosca per il suo “antisemitismo”.
Se si vuol prendere questo argomento a giustificazione dell’alterità russa, sarebbe meglio dedicarsi a qualcos’altro nella vita.
Non soltanto la presenza israelita nella Mafia e nella società russa è significativa, ma è proprio Putin che se ne fa paladino. Ha ripetuto più volte non soltanto di essere il massimo difensore della causa ebraica contro l’antisemitismo, ma nel 2015 ha affermato che si sente in patria più a Gerusalemme che a Mosca. Due sue figlie sono sposate con ebrei, uno dei quali ortodosso. Il suo maestro di arti marziali è israelita, molti tra i suoi collaboratori lo sono. Ha raccontato di essere stato praticamente educato in una famiglia lubavich, è stato il primo dirigente sovietico ad aprire un museo ebraico a Leningrado, il suo padrino politico, Primakov, era ebreo.
Non so quanto si possa dare credito alla dettagliata biografia che di lui ha fatto l’ex trozkista Alexandre Adler che lo dipinge come il figlio illegittimo di un collaboratore israelita di Beria, Broverman, epurato prima della sua nascita dalle purghe antistaliniste. Fosse vera, nobiliterebbe per fedeltà al padre il sentimento di Putin che, in ogni caso, troviamo coinvolto in un immaginario mistico nel quale un po’ ovunque nelle élites ebraiche e in parte di quelle protestanti si contrappongono talmudici e kabbalisti.
Ma nulla di tutto questo è francamente rilevante, se non nella misura in cui contribuisce a sgombrare il campo dei dogmi assurdi dei putinisti de noantri.
Non c’è alcun modello russo alternativo, c’è solo uno stadio di sviluppo rozzo del sistema globale nell’area eurasiatica che, come tutte le altre è interconnessa e ne fa parte.

Per un’intesa gran continentale
Guardare la Russia a nudo, e non abbigliata con le vesti di bambola di chi poi la pettina, serve a mantenere il senso del reale.
La Russia non è né può essere un modello se non per un aspirante picciotto. Cionondimeno essa non è peggiore del modello cinese, americano o dell’intero Occidente.
Il sistema globale è il frutto dell’evoluzione di un capitalismo con spirito veterotestamentario e con anima comunista che varia e si modula a seconda del grado di sviluppo (arcaico o postmoderno) del luogo ove si esprime.
Nessuno può agire al posto tuo, se vuoi rialzarti lo devi fare da te, qui ed ora. Senza sognare liberatori e senza immaginare modelli che stanno solo nelle tue meningi, ammesso che tu ne abbia.
Qui ed ora. E nelle faglie tra equilibri e squilibri.
Ecco perché comunque dobbiamo auspicare che la Russia ritorni a ragionare in modo diverso perché l’intesa gran continentale è la sola che va bene per noi e per loro.
Forse non per i loro oligarchi, che qualcuno si ostina a prendere come campioni.
Ma vedremo chi la vincerà.

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