domenica 30 Giugno 2024

L’onda rossa: dal bolivarismo alla mani pulite brasiliana

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Lettera aperta agli italiani dell’America Latina. E non solo

La corruzione può soffocare l’ideale? Domanda retorica. Sì, la corruzione può soffocare l’ideale, può rivelare il vero volto di chi per decenni ha fatto proselitismo tra la massa alla ricerca di consensi, cavalcando appunto la tematica della corruzione, accusando gli avversari politici allora al governo di esser corrotti. Eppure di illusi non ancora delusi ve ne sono molti, sono molti, facendo l’esempio del Brasile, Paese in cui vivo dal 2000, quelli che ripongono nel Lulismo* le loro speranze. Molti sono quelli che credono che una dozzina d’anni di elemosina sia stata la realizzazione di uno stato sociale, cosa inesistente e mai pensata da nessuna classe dirigente brasiliana, ma solo abbozzata, per mostrarne il miraggio ad un popolo, che nonostante i progressi fortemente propagandati alcuni anni addietro, è ancora condannato ad essere Terzo Mondo.
Sono un forte critico dell’onda rossa, di quel progetto nato ed alimentato nel Foro di San Paolo. Critico non tanto per le aspirazioni sociali, ammirevoli, ma perché comunque se ne conosceva gli integranti ed era chiaro che prima o poi avrebbero mostrato il loro vero volto (spregiudicati, corrotti, seminatori di discordia). Le strette relazioni con la Cuba castrista, verso la quale il Brasile ha elargito grandi aiuti economici, privando intere aree della sua stessa terra delle dovute attenzioni; l’appoggio incondizionato alla rivoluzione bolivariana di Chavez, trasformatasi velocemente in totalitarismo ed una politica che nonostante una certa facciata nazionalista, ha voluto favorire la nascita ed il rafforzarsi di un blocco politico con il forte contributo delle banche ed abusando della corruzione.
Queste le due più grandi colpe dei partiti politici dell’onda rossa. La situazione della Venezuela è precipitata ed è talmente palese che posso evitare di perder tempo descrivendola, ricordo solo che il totalitarismo bolivariano ha già danneggiato fortemente la comunità italiana residente in quel Paese, che da perla caraibica è oggi ridotto alla fame. Molte sono state le richiesti di aiuto alle associazioni in difesa di italiani con le quali collaboro da parte di italiani illegalmente arrestati dalle milizie e dalla polizia politica, come di italiani ai quali sono state tolte proprietà regolarmente acquistate anni addietro senza alcuna forma di risarcimento.
Il Brasile fortunatamente non è precipitato nel totalitarismo, probabilmente per il non allineamento delle forze armate con il partito di governo, ma è più palese la questione banche-corruzione, una politica verso la quale ho sempre avuto forte avversione. Come sottolineato all’inizio dell’articolo siamo di fronte al classico caso di populismo sempliciotto, dove delle seppur interessanti proposte sociali sono state affossate da una dilagante corruzione con il coinvolgimento di istituti bancari che nella pratica hanno in mano il Paese.
Se a livello ideologico potrei non essere contrario a molte delle istanze del socialismo latino-americano, che nel caso del Brasile è il trabalhismo, sono del parere che i mezzi che si usano per la realizzazione di uno stato sociale siano sì importanti. Corrompersi e favorire lo strapotere delle banche è tradire l’ideologia sociale che dovrebbe animare i partiti che si dicono “dei lavoratori”.
Alla domanda dell’incipit, se la corruzione può soffocare l’ideale, cari concittadini rispondo di sì, se quell’ideale viene vissuto come esclusivo di un partito o di un’area politica e quei partiti corrotti, spesso fondati con il grande contributo degli italiani, non li si può giustificare usando la retorica dell’ideologia, perché in questo modo si soffocherebbe l’ideale.
Altri modelli sociali possono esser seguiti  e per questo vi consiglio, italiani d’America Latina, di ispirarvi a modelli sani. Di tornare ad esser avanguardia ideologica e politica anziché affossarci nel partitismo corrotto, volendo difendere a spada tratta chi, anche se professando buone idee, ha seminato discordia e venduto l’anima per il partito o per i propri interessi facendo precipitare il Paese nel baratro della corruzione.
L’indiscutibile fascino rivoluzionario che determinate battaglie sociali possono avere in America Latina, coinvolgendo le comunità italiane, non è di per sé una cosa negativa, negativo diviene quando usato da persone in malafede o, da parte della comunità italiana, lo schierarsi a difesa  dei corrotti.
Saper andare oltre, saper superare la divisione mentale da guerra fredda è oggi un passo necessario per la ricostruzione di una America Latina che possa essere un sub-continente dialogante con l’Europa e dove la numerosissima comunità italiana possa avere un ruolo da protagonista in questa nuova ottica.

Marco Stella
Consigliere del Comitato Italiani nel Mondo – Rio de Janeiro/Espirito Santo – Brasile

*lulismo=linea politica del leader socialista brasiliano Lula

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