martedì 22 Ottobre 2024

Lui, lei, internet e l’altro

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Quando tra gli annunci di Craigslist è apparsa, corredata di fotografia, la richiesta di Sara di incontrare un “uomo davvero aggressivo” che potesse soddisfare la sua fantasia di essere violentata nella sua abitazione, uno dei primi a rispondere è stato il ventiseienne Ty McDowell, che si è detto disponibile a recitare il ruolo richiesto. Dopo una serie di scambi di messaggi e-mail, McDowell ha ricevuto l’indirizzo di casa della donna e dettagliate istruzioni su come eseguire la presunta fantasia della violenza sessuale.
Nel dicembre scorso McDowell si è presentato nella casa della donna a Casper (Wyoming), l’ha imbavagliata, legata, violentata e poi se ne è tranquillamente tornato a casa, seguendo alla lettera le istruzioni ricevute. Ma l’indagine sullo stupro ha fatto scoprire alla polizia che il crimine era stato architettato dal marine Jebidiah Stipe, 27 anni, che in precedenza aveva avuto una breve relazione con la vittima: era stato lui a mettere il falso annuncio, a totale insaputa della donna, e a dare allo stupratore le istruzioni per sorprenderla e violentarla.
Entrambi gli uomini sono stati incriminati per violenza sessuale. McDowell si proclama innocente.
LO STUPRO – L’11 dicembre 2009 Sara accompagnò il suo nuovo ragazzo al lavoro e poi fece ritorno nella sua abitazione. Mentre apriva la porta d’ingresso McDowell, che l’aspettava in agguato come gli era stato spiegato via email, la aggredì alle spalle e la spinse dentro casa, scaraventandola sul pavimento della cucina. La ragazza si difese con tutte le sue forze, scagliandogli contro una rastrelliera per le bottiglie. Lui, che secondo le dichiarazioni raccolte era convinto che lei recitasse, non si lasciò intimorire e la atterrò con un pugno in pieno viso, poi la trascinò nel soggiorno e le legò le mani dietro la schiena con una corda che aveva portato con sé. Quindi estrasse un bavaglio e cercò di tappare la bocca della ragazza; lei gli diede un morso alla mano, ma non riuscì a fermare l’aggressore e fu bendata e imbavagliata. “A quel punto ho avuto davvero paura di morire”, ha raccontato. Lo stupro, perpetrato anche con un oggetto appuntito trovato in casa, avvenne sotto la minaccia di un coltello da cucina puntato alla gola. Coltello che poi l’aggressore sistemò ordinatamente nella lavastoviglie, prima di andarsene chiudendo a chiave la porta.
LA DENUNCIA – La ragazza chiamò il 911 in lacrime: “Mi hanno stuprato. Ha cercato di tagliarmi la gola. Vi prego, aiutatemi”. I soccorritori la trovarono nuda e con le mani legate in salotto. I nodi erano così stretti che dovettero tagliare la corda in tre punti per liberarla. La ragazza aveva ferite e abrasioni su tutto il corpo. Particolare agghiacciante: anche dopo lo stupro, il marine continuò a corrispondere con McDowell via email, chiedendogli un resoconto dettagliato di quanto era avvenuto. McDowell si è difeso sostenendo di non aver mai avuto alcun dubbio sul fatto che la donna fosse consenziente. “Volevi un uomo aggressivo? Adesso ti faccio vedere io”, le urlava durante lo stupro.

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