martedì 3 Dicembre 2024

Uccidere un fascista non è reato

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Gli Usa copiano l’Italia degli anni settanta

Aveva ucciso il marito, James Cummings, mentre dormiva, ma un giudice del Maine ha stabilito che la moglie Amber non dovrà scontare neppure un giorno di carcere. E questo  mentre gli Usa inaugurano l’anno con  tre esecuzioni.
Per l’uxoricida già il Pubblico Ministero aveva chiesto solo otto anni di carcere, una vera bazzeccola, ma  il giudice Jeffrey Hjelm, ha deciso di assolverla perché “il reato non sussiste!”.
Il marito, poiché possedeva ritratti di Hitler “era la personificazione stessa del male”, aveva sostenuto durante il processo l’avvocato della difesa.
La sentenza a dir poco singolare è stata poi giustificata dal fatto che tra gli affari dell’assassinato sono state trovate sostanze chimiche dal che si deduce che “poteva” essere “potenzialmente” terrorista. Il “non luogo a procedere” è stato giustificato altresì dalla solita insinuazione oramai presente in ogni indagine: sul computer della vittima sono state trovate possibili aperture a links pedopornografici (Accade oramai sempre, non solo nelle “perizie” verso i sospettati, come Stasi, ma anche verso le vittime, come il padre di Tommasino. Non esiste computer che, per logica di scatole cinesi, non arrivi a link proibiti senza che noi necessariamente lo si sappia. Anzi, nella stragrande maggioranza dei casi lo ignoriamo).
Infine, date le idee della vittima, la Corte ha deciso che probabilmente maltrattava la moglie.
Amen.

Benvenuti nel terzo millennio, gente. Ne subirete delle belle, tutti. Anche voi ora che, da antifascisti mongoloidi o da femministe ultrà, state godendo.
Almeno noi ci abbiamo fatto il callo, per voi sarà davvero tragico.

Ricordatevi queste parole, scolpitevele bene in testa.

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