lunedì 1 Luglio 2024

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La Germania di fronte al  fanatismo fondamentalista biblico

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Parole pesanti, soprattutto in Germania. Di fronte all’ipotesi di un veto sulla circoncisione, non c’é futuro nel paese per gli ebrei, ha detto oggi il presidente della conferenza dei rabbini d’Europa Pinchas Goldschmidt. A Berlino, in conferenza stampa, dopo un vertice di 40 rabbini, è arrivata la reazione alla recente sentenza della corte di appello di Colonia, che ha decretato che l’antico rito condiviso da diverse comunità religiose possa essere un reato, penalmente perseguibile.

“Un divieto sulla circoncisione – ha replicato oggi Goldschmidt – mette in discussione l’esistenza della comunità ebraica in Germania. Se il giudizio dovesse permanere non vedo futuro per gli ebrei qui”. Già lunedì scorso il rabbino aveva sostenuto che la decisione dei giudici della Westfalia fosse “il più pesante attacco” agli ebrei dai tempi dell’olocausto. E l’accusa non è stata affatto ammorbidita oggi, quando citando il rabbino di Londra Jonathan Sachs, Goldschmidt ha aggiunto: “Il nuovo linguaggio dell’antisemitismo è il linguaggio dei diritti umani”.

 

Sotto accusa non c’é solo la magistratura, ci finisce l’intera cittadinanza: è “sconvolgente”, ha aggiunto infatti nelle valutazioni sul dibattito seguito alla sentenza, che la maggioranza del popolo, stando ai sondaggi, abbia condiviso questo giudizio. Per i rabbini la sentenza rappresenta un attacco alle minoranze religiose in Europa: assimilabile al divieto del burqa in Francia, alle restrizioni sulla costruzione dei minareti in Svizzera e il divieto della macellazione secondo il rito ebraico e musulmano in Olanda. “Nessuno – ha aggiunto il capo della conferenza dei rabbini ortodossi tedeschi Avichai Apel – intende aspettare il giudizio della Corte Costituzionale”. “Così non si può andare avanti”.

La circoncisione è una legge fondamentale dettata dalla Torah, che la prescrive all’ottavo giorno dalla nascita ad ogni bambino ebreo. Nei giorni scorsi, un medico è stato condannato in Germania per aver proceduto all’intervento su un bambino di 4 anni, figlio di genitori musulmani. Il piccolo era infatti tornato in ospedale in preda a una lieve emorragia, dopo l’operazione. E i sanitari avevano sporto denuncia alla Procura. La Corte di appello di Colonia, in una sentenza che fa giurisprudenza pur non essendo vincolante, ha deciso infine che la circoncisione per motivi religiosi è reato. Quando non necessaria per motivi clinici, è penalmente perseguibile, poiché procura “lesioni” che “violano l’integrità fisica dei minori”. A caldo, si era già pronunciato il concistoro della Comunità ebraica in Germania, stigmatizzando la decisione come una forte ingerenza nella religione. Si era già chiesto anche l’intervento del Parlamento tedesco, a tutela della libertà religiosa. In realtà fino ad ora sulla circoncisione esiste un vuoto normativo. I Verdi hanno chiesto oggi che venga colmato.

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