sabato 27 Luglio 2024

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Per Kerry i militari italiani in Iraq non valgono molto. Ma a giudicare dal numero delle vittime “da fuoco amico” fra le file americane, non è che i marines abbiano dimostrato migliore preparazione, anzi tutt’altro. A volte il comando militare sulle truppe di altri Paesi può dare alla testa…

WASHINGTON – Il senatore Kerry, in corsa per la Casa Bianca, ha fatto una gaffe che potrebbe alienargli le simpatie degli elettori di origine italiana. E che di sicuro ha già scatenato un putiferio. “Le condizioni dell’esercito iracheno erano così patetiche che persino l’esercito italiano avrebbe potuto prenderli a calci nel sedere” aveva detto il rivale di Bush in campagna elettorale qualche tempo fa.

I media statunitensi avevano quasi ignorato l’uscita infelice del senatore democratico, ma non la comunità italo-americana. Così il candidato ha dovuto fare ammenda e ha chiesto scusa in un documentario sulla tv Hbo, girato da una regista di origine italiana. Ma non è bastato, almeno in Italia.

Oggi sono arrivate le reazioni del governo e dell’organismo chiamato in causa in prima persona dal senatore democratico, cioè l’esercito. “Kerry è male informato o, peggio, è in malafede”, sottolinea il sottosegretario alla Difesa Filippo Berselli. “Questa affermazione è oltremodo offensiva – continua – anche perché è assolutamente falsa. I nostri militari sono equipaggiati, addestrati e armati, perfettamente in linea con i soldati americani e inglesi, per non parlare degli altri Paesi impegnati nella missione in Iraq”. Per Berselli, quindi, “la frase del candidato democratico non depone certo a suo favore: la trovo davvero di pessimo gusto, oltre che inopportuna”.

“Un insulto ai soldati italiani impegnati in una difficile missione di pace in Iraq”, ha fatto eco Marco Zacchera, vicepresidente dell’assemblea della Ueo, l’Unione Europea Occidentale. Zacchera definisce la gaffe di Kerry “uno scivolone” che “dovrebbe aprire gli occhi alla sinistra italiana, che vede in Kerry un genio della politica internazionale”. “Una frase così evidenzia come Kerry e il suo staff abbiano poche e confuse notizie sui nostri militari – conclude – e probabilmente sull’Italia in generale, magari vista ancora solo come il Paese della pizza e degli spaghetti…”. E se il presidente della commissione Difesa della Camera Luigi Ramponi (An) giudica la frase di Kerry “un’autentica idiozia” il Cocer dell’esercito è meno drastico. “Una frase infelice – dice l’ammiraglio Bergantino presidente della rappresentanza militare – soprattutto se si considera che militari italiani e statunitensi operano in questi mesi fianco a fianco nelle missioni all’estero e in particolare nel delicato e complesso scenario operativo iracheno. Sono certo che, se non l’ha già fatto, Kerry tornerà sui suoi passi”.

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