sabato 27 Luglio 2024

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I post-missini hanno imparato la lezione

Erano stati eletti in 9 e tutti alla Camera. Ora, a cinque anni di distanza, sono diventati 49 (il dato dovrebbe essere ormai sicuro) e siedono anche a Palazzo Madama. Sono i parlamentari di Fratelli d’Italia, «un partito che cresce, e che cresce in una percentuale significativa: più del 100% in voti assoluti. Siamo contenti che in un’elezione nella quale crollano tutti, Fratelli d’Italia sia riuscita a quintuplicare la sua pattuglia parlamentare e a raddoppiare i suoi voti», ha sottolineato Giorgia Meloni, di fronte al responso delle urne. Un risultato grazie al quale, ha proseguito la leader di FdI, «sarà più facile raccontare che c’è una splendida classe dirigente che rappresenta il territorio a 360 gradi». «Per cui per noi – ha sottolineato ancora Meloni – questa elezione è un punto di partenza molto importante per continuare la costruzione di un partito fortemente radicato, un movimento dei Patrioti che da nord a sud sappia difendere i bisogni e le istanze dei cittadini».
Tutti i deputati di FdI
Dalle circoscrizioni del nord a quelle del sud, ecco chi sono gli eletti di FdI alla Camera (salvo sorprese dell’ultimo minuto dai conteggi del Viminale): Andrea Delmastro, Monica Ciaburro, Augusta Montaruli, Walter Rizzetto, Carlo Fidanza, Guido Crosetto, Alessio Butti, Paola Frassinetti, Marco Osnato, Salvatore Deidda, Luca De Carlo, Ciro Maschio, Maria Cristina Caretta, Ylenja Lucaselli, Tommaso Foti, Francesco Acquaroli, Emanuele Prisco, Giovanni Donzelli, Riccardo Zucconi, Edmondo Cirielli, Federico Mollicone, Fabio Rampelli, Maria Teresa Bellucci, Marco Silvestroni, Paolo Trancassini, Mauro Rotelli, Francesco Lollobrigida, Giorgia Meloni, Marcello Gemmato, Wanda Ferro, Carolina Varchi, Carmela Bucalo.
Gli eletti di FdI al Senato
La nuova pattuglia di senatori di FdI, anche questa salvo sorprese del Viminale, è composta da: Gaetano Nastri, Giovanbattista Fazzolari, Ignazio La Russa, Isabella Rauti, Lara Magoni, Daniela Santanchè, Adolfo Urso, Luca Ciriani, Alberto Balboni, Achille Totaro, Massimo Ruspandini, Marco Marsilio, Franco Zaffini, Antonio Iannone, Raffaele Stancanelli, Andrea De Bertoldi, Stefano Bertacco.
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Maurizio Gasparri, prima delle elezioni, quando sui giornali qualcuno aveva polemizzato sulla presunta epurazione degli ex An dalle liste di Forza Italia, aveva categoricamente smentito quella che considerava, a tuti gli effetti, una fake news. Oggi che dal mondo della destra post missina in tanti hanno vinto sul territorio grazie alle candidature tra gli azzurri, Gasparri, riconfermato senatore, ha buon gioco a ricordare che lui non è il solo “ad aver proseguito, con successo, il loro percorso politico con Berlusconi e con Forza Italia e tanti tra gli ex An sono stato candidati e hanno vinto anche grazie e posizioni di vertice nelle liste”.

Gasparri a parte, i nomi degli ex An che ce l’hanno fatta sono tanti, da Alessandra Gallone, candidata a Bergamo al Senato, a Galeazzo Bignami, capolista al proporzionale per la Camera in Emilia Romagna: eletto anche Piergiorgio Cortellazzo, candidato alla Camera  all’uninominale in Veneto, così come Enzo Fasano, senatore uscente e capolista in Campania per il plurinominale. Non ce l’ha fatta, invece, in Puglia, Sergio Silvestris, in bilico Vittorio Pesato candidato in Lombardia per il Senato, così come Nicola Alemanno, sindaco di Norcia e candidato alla Camera in Umbria al numero due del proporzionale. Certamente eletto, invece, Dario Damiani, candidato in posizione di punta nelle liste del Senato in Puglia: niente da fare per  Emanuela Altilia, candidata in un collegio uninominale del Senato in Calabria; passa a pieni voti l’esame Tommaso Scatigna, candidato al Senato in Puglia, mentre resta fuori dal Parlamento Raffaella Buonsangue, coordinatrice di FI a Pisa: «Ahimé, sono fuori per l’assurdo meccanismo della legge elettorale, meccanismi infernali che mortificano la rappresentanza», ha scritto su Fb.
Probabilmente fuori, anche se per pochi voti, Elisabetta Foschi, candidata alla Camera nelle Marche, non eletto anche Basilio Catanoso, candidato all’uninominale ad Acireale, così come Federica De Benedetto, candidata alla Camera in Puglia. Vittoria ed elezione certa, invece, per Enrico Aimi, candidato in Emilia Romagna al Senato. Peccato per Giandiego Gatta, candidato all’uninominale per la Camera in Puglia: «Quasi 40mila voti non sono bastati». Resta in bilico Elisabetta Formica, candidata per la Camera al proporzionale in Sicilia.
Gli ex An si fanno onore anche nella Lega
Grande exploit leghista in Campania, proprio grazie e tre ex An: tre i parlamentari eletti in collegi plurinominali: Pina Castiello e Gianluca Cantalamessa alla Camera, mentre al Senato è stato eletto Claudio Barbaro. «Una vittoria storica, abbiamo toccato punte del 5%», commenta la Castiello, «ovviamente con i temi cari alla destra, la mia tradizione politica». Nel Lazio, Barbara Saltamartini combatte con 19 schede contestate nel suo collegio uninominale ma ce la farà comunque a tornare in Parlamento grazie al proporzionale. Lei è stata la prima che da An ha creduto nella militanza leghista: «Il progetto di Salvini l’ho condiviso fin dall’inizio, la scommessa del sud sembrava impossibile ma l’ha vinta, l’abbiamo vinta, siamo una squadra e il progetto leghista parla all’Italia, queste elezioni rappresentano una svolta per il Paese», dice.
Oltre alla Saltamartini, nel Lazio, tra gli ex An ce l’ha fatta Francesco Zicchieri a Frosinone, William De Vecchis, da Fumicino al Senato, ma potrebbe farcela anche Sara De Angelis, a Guidonia, se la Saltamartini dovesse prevalare nella riconta del suo collegio. Festeggiano anche Rossano Sasso – «Le idee di Matteo Salvini alla fine hanno fatto breccia nel cuore dei pugliesi» –  nel collegio 5 della Puglia. Benissimo pure l’ex An Pasquale Pepe in Basilicata, speranzoso Giuseppe Bellachioma, la cui elezione in Abruzzo dipende dalla possibile rinuncia di un altro candidato.

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