sabato 15 Marzo 2025

Big Mac

Più letti

Global clowns

Note dalla Provenza

Colored

 

Una goverance mondiale per uccidere quel che resta della gastronomia

            Oggi e domani a New Delhi circa 20 ministri al commercio dei più potenti Paesi membri della Wto, si incontreranno per sbloccare i negoziati di liberalizzazioni commerciali che dopo il fallimento del vertice di Seattle, avvenuto esattamente 10 anni fa, non sono mai arrivati in porto. Oggi, giorno in cui i ministri arrivano in città, 122 organizzazioni contadine, Ong, sindacati e movimenti sociali di 50 Paesi, tra i quali per l’Italia l’organizzazione di commercio equo Fair, invieranno una lettera ai propri ministri al commercio e negoziatori alla WTO per chiedere loro di ”rigettare ogni tentativo di spingere affrettatamente verso la conclusione del ciclo di negoziati lanciato a Doha nel 2001, perché le proposte in discussione inaspriranno, più che risolvere, quella crisi che sta colpendo la produzione agricola, i poveri e gli affamati di tutto il mondo”. La lettera, sottoscritta dai principali network e organizzazioni dei diversi continenti, chiede ai ministri di ”rispettare gli interessi dei contadini, dei lavoratori, dei consumatori, delle donne e dell’ambiente, respingendo ogni ulteriore liberalizzazione del commercio agricolo e di prodotti alimentari, e al contrario propone politiche che garantiscono la sicurezza alimentare, lo sviluppo rurale e salvaguardi i contadini e i piccoli produttori attraverso la sovranita’ alimentare”. Questo, secondo i movimenti, si otterrebbe attraverso:

– Una forte protezione e supporto alla produzione di cibo per il consumo interno a livello nazionale che devono essere consentiti all’interno del sistema

commerciale globale.

– Una governance globale del commercio che disciplini i comportamenti delle grandi imprese e ponga fine al dumping

– Una nuova regolazione dei mercati, che comprenda regole chiare contro la speculazione sulle materie prime agricole e alimentari, e un sistema globale di governo della domanda e dell’offerta per quei prodotti agricoli che vengono scambiati globalmente.

Insomma siamo polli di allevamento che mangeranno mangime di allevamento

Ultime

Ottant’anni nel segno di Drieu

La coscienza nazionalrivoluzionaria europea dal dopoguerra

Potrebbe interessarti anche