mercoledì 8 Maggio 2024

C’è solo la Terza Posizione

Senza sintesi il vicolo è cieco

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Si devono spaccare le sbarre della prigione del dualismo, altrimenti si è perduti.
È questa la grandezza, la centralità, la sintesi, della Terza Posizione.
Fuori da questa logica si è asserviti.

Tutte le logiche attuali, internazionali o interne, sono falsate e si è fatto in modo che due presunti poli (progressista e reazionario; occidentalista o stracciomondista; assistenzialista o efficientista; laico o religioso) si scontrino a parole, insulti e sabotaggi reciproci, senza ottenere alcun risultato notevole.
Così a “sinistra” stanno una serie di preconcetti e a “destra” ce ne stanno altri.
Tranne che in persone capaci di portare qualche sintesi, ambo gli schieramenti hanno due caratteristiche in comune: di avere torto almeno sul cinquanta per cento delle proprie scelte e di avere raramente davvero ragione su quelle su cui non si orientano in modo sbagliato.

In politica estera, con qualche eccezione la destra in Europa è totalmente servile e antinazionale pur definendosi patriota o sovranista, anzi proprio per questo.
Molto meglio le sinistre, anzi i centrosinistra. Però solo come atteggiamenti, perché le loro scelte di antica matrice antimperialista, sono fondamentalmente globaliste e servili verso enti sovranazionali esaltati come regolatori di etica e di progresso.
Così tanto la destra quanto la sinistra confluiscono nell’accettazione supina della servitù, con eccezione di poche personalità di spicco e, paradossalmente, di alcuni interessi capitalistici che vanno controcorrente.

In politica interna, o meglio societaria, la sinistra fa tendenzialmente schifo, portatrice di ogni impulso di sovvertimento delle forme e delle identità, di attacchi alla natura e al buon senso.
Ma la destra, che qui avrebbe tendenzialmente ragione, non apporta alcuna proposta o soluzione adatta all’epoca e alla società: pretende d’imporre ritorni indietro nel tempo – oltretutto esaltando oltre misura anche alcuni modelli a dir poco soffocanti e noiosi – senza neanche porsi il problema di come si potrebbe fare.

Sono i due estremi nei quali, opponendosi con torti alterni, quello che non ha torto dimostra di non avere mai ragione e ci prova che, scegliendo l’uno o l’altro, si sbaglia di gran lunga almeno su di un piano.
In passato non fu così. Le “rivoluzioni nazionali” furono mosse da uomini che avevano un passato di sinistra e che seppero quindi offrire alla destra un taglio concreto, operativo.
Tra “valori” di destra e vitalismo di sinistra operarono mediazione e sintesi.
Ed è quello che manca e che va operato. Altrimenti l’Europa – e ogni nazione d’Europa – sarà condannata ad assistere all’altalena tra una sinistra e una destra che accompagneranno con parole e con volgari litigate il procedere inesorabile della servitù nei confronti del Caos dominante.

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