La procura di Salonicco ha deciso di incriminare gli studenti coinvolti nell’occupazione di decine di scuole e facoltà universitarie. Gli occupanti rischiano fino a 5 anni di carcere. L’ordinanza, emessa dal procuratore capo del tribunale di prima istanza di Salonicco Dimitri Papageorgiou, è stata fortemente criticata dalle organizzazioni dei genitori e degli insegnanti e apre la porta ad iniziative simili anche ad Atene, dove sono in atto numerose occupazioni scolastiche.
La decisione arriva in un momento di alta tensione sociale. Appena ieri un attacco con bombe molotov è stato compiuto contro la storica occupazione anarchica in via Lela Karagianni, in atto dalla fine degli anni Ottanta. Gli squatter accusano dell’attacco forze para-fasciste, allineate alla “strategia repressiva” del nuovo ministro per l’ordine pubblico Michalis Chrisochoidis.
La protesta studentesca va avanti ormai dall’inizio dell’anno scolastico. Il 22 ottobre gli studenti erano scesi in piazza per la prima volta contro la nuova riforma universitaria che vuole equiparare i college privati agli atenei di Stato. Alle manifestazioni erano seguite l’occupazione del rettorato di Atene e di altre università e scuole del Paese. L’azione repressiva delle forze dell’ordine e le retate contro gli anarchici che si sono susseguite negli ultimi mesi hanno contribuito ad alzare i toni dello scontro, soprattutto nella capitale.
I fermenti sono cominciati dopo gli arresti per la morte di un giovane pachistano, sulla quale hanno chiesto piena luce l’estrema sinsitra e i Verdi, che hanno paventato il rischio di un ritorno ad “una cultura poliziesca”.
Neos Arkeios Kratòs!