Franz è il mio nome e vendo la libertà
a chi vuol passare dall’altra parte della città
compra il biglietto e non ti pentirai
per quello che ti dò non costa assai
Domani è il giorno, domani si partirà
con una carrozza per l’altra parte della città
e come Pinocchio non crederai ai tuoi occhi
quando vedrai il paese dei balocchi
West Berlino splndente ti apparirà
e nella notte la luce ti abbaglierà
e nelle vetrine aperte ai desideri
i sogni tuoi proibiti fino a ieri
Senti che suoni, c’è musica dall’altra parte
e nelle strade la gente che si diverte
è sempre festa, l’altra città ti aspetta
non perder tempo, compra il biglietto in fretta
Lì tutto è permesso, lì tutto si può comprare
e ti conviene spendere senza pensare
e se non avrai più i soldi una mattina
ti troverai dall’altra parte della vetrina
E’ come un gioco, e ognuno ha la sua parte
e quando alla fine avrai giocato tutte le tue carte
non ci pensare non aver paura
che nella vetrina farai la tua figura
Edoardo Bennato
9 nivembre 1989: la caduta del Muro di Berlino è benedetta perché ha contrassegnato l’avvio dell’unificazione tedesca. Peraltro ha registrato il fallimento del paradiso artificiale vagheggiato dai comunisti, ma per riflesso ha enfatizzato l’ipnosi del paese dei balocchi, fondato sulla frantumazione della psiche, dell’anima, dello spirito e quindi sullo smarrimento del senso di appartenenza, della memoria e del senso del futuro.
Non cadiamo nell’errore, così ricorrente nelle destre post-borghesi, di dare valore positivo a quello che ha semplicemente fallito di meno, o diversamente, rispetto al comunismo.
Il deserto cresce guai a colui che cela deserti.