Il governo USA concede protezione ai Mujaheddin Khalq iraniani, fino a poco tempo fa considerati terroristi tanto dall’UE che dalla stessa amministrazione statunitense. Una protezione con riserva: i Mujaheddin saranno
considerati “combattenti per la libertà e la democrazia” solo finché serviranno in funzione anti-iraniana; dopodiché potrebbero presto tornare nella lista dei cattivi.
Washington, 27 luglio – Con un gesto provocatorio che la dice lunga sui principi ai quali fa riferimento l’amministrazione statunitense, il Dipartimento di Stato ha confermato che gli Usa hanno concesso la protezione ai quattromila aderenti ai Mujaheddin Khalq iraniani che si trovano in Iraq. Organizzazione che si è resa responsabile di numerosi atti terroristici nei confronti dell’Iran, classificato come gruppo terroristico sia dall’Unione europea che dagli Stati Uniti, i Mujaheddin Khalq hanno prosperato nell’Iraq di Saddam Hussein.
Dopo l’occupazione del Paese ad opera degli anglo-americani, il gruppo è stato sommariamente disarmato e minacciato di espulsione, ma evidentemente si è preferito attendere in vista di un loro eventuale futuro impiego nello sforzo di destabilizzare la Repubblica islamica. Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa Adam Ereli ha affermato che la protezione accordata al gruppo non mette i Mujaheddin Khalq al riparo da eventuali azioni giudiziarie. Tradotto significa che se l’amministrazione americana li vorrà utilizzare per operazioni anti-iraniane, saranno classificati come “combattenti per la libertà e la democrazia”, nel caso in cui non servissero, potrebbero essere considerati dei terroristi.