sabato 27 Luglio 2024

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In Costa d’Avorio le nostre forze armate danno la priorità allo sgombero di cittadini israeliani, lasciando i nostri concittadini a terra.

Israele ringrazia Berlusconi
Per l’evacuazione di «consiglieri» e «mercenari» dalla C. d’Avorio

Polemiche a Roma Interrogazione parlamentare: si è data la priorità a misteriosi «contractor» israeliani rispetto ai cittadini italiani?


EM. GIO.


La risposta all’interrogazione che una quindicina di parlamentari ha rivolto ai ministri di esteri e difesa sulla rapida evacuazione di 32 cittadini israeliani dalla Costa d’Avorio ha già una prima formale risposta. Sul sito della nostra ambasciata a Tel Aviv si legge infatti che «il vice primo ministro Olmert ha a più riprese e con forza espresso… la grande e calorosa considerazione del governo israeliano per l’Italia e per il suo governo. In più occasioni è stata anche espressa all’on. Fini la gratitudine per la pronta disponibilità italiana ad evacuare dalla Costa d’Avorio, con i nostri mezzi aerei, i cittadini e diplomatici israeliani coinvolti nei disordini nel paese africano». Il riferimento è proprio alla vicenda che questo giornale ha ripercorso il 24 novembre scorso, quando ha dato conto della «pronta disponibilità» italiana che, secondo una fonte diretta consultata dal manifesto, fu in realtà oggetto di vere e proprie pressioni da parte della Farnesina sulla nostra rappresentanza ad Abidjan. Pressioni arrivate dopo i contatti non solo in loco, ma della Farnesina con l’ambasciata israeliana a Roma. Proprio mentre l’allora vice premier Gianfranco Fini si trovava a Tel Aviv in visita ufficiale (10 – 11 novembre).

Quello che l’interrogazione vuole appurare è se «durante il rimpatrio sia stata data priorità, rispetto a cittadini italiani, a persone presenti in quei territori in qualità di consiglieri militari o contrattisti privati in zona di guerra» e se «l’aver dato priorità a persone coinvolte in operazioni di carattere militare per favorire azioni contro un paese dell’Unione europea non costituisca una alterazione dei rapporti tra stati membri dell’Unione e una presa di posizione a favore dell’attuale governo ivoriano». Fonti locali hanno spiegato al manifesto che la lista dei 32 israeliani fu fornita dall’ambasciata israeliana da Abidjan senza specifiche particolari. Ai nostri funzionari in Costa d’Avorio apparve dunque del tutto normale che un’ambasciata volesse evacuare, come molte altre, il suo personale diplomatico. E questa è di fatto la versione che appare sul sito della nostra legazione a Tel Aviv, secondo cui furono evacuati «cittadini e diplomatici israeliani». Ma per diverse altre fonti, citate dalla stessa stampa israeliana, i profili di quelle 32 persone erano di ben altro tipo. «Contrattisti privati» appunto o «consiglieri militari», quando non «mercenari». Ecco dove un chiarimento è necessario. Così come è necessario chiarire se il coinvolgimento «nei disordini nel paese africano» sia solo una frase di rito o se, come ha ipotizzato la stampa francese, il coinvolgimento non riguardasse piuttosto l’esercito ivoriano che, sempre secondo la stampa d’oltralpe, aveva utilizzato informazioni israeliane. Per colpire i francesi. L’interrogazione (primo firmatario Francesco Martone) conta già una quindicina di firme (Boco, Malabarba, Iovene, De Petris, Ripamonti, Donati, Peterlini, Carel

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