Erdogan continua a capitalizzare le difficoltà altrui
La Turchia intensifica gli sforzi per mediare nel conflitto tra Israele e Hamas ed è pronta a proporre un piano che eviti una escalation nella Striscia di Gaza. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha incontrato il leader politico di Hamas, Ismail Haniye. Un incontro preceduto di poche ore da una telefonata tra il presidente Recep Tayyip Erdogan e il collega iraniano Ibrahim Raisi, capo del governo di un Paese che garantisce sostegno all’organizzazione terroristica responsabile per l’attacco ai civili israeliani del 7 ottobre.
“In questo momento abbiamo due priorità: la protezione dei civili, il loro diritto ad accedere ad aiuti umanitari e la ricerca di una soluzione duratura al problema tra Israele e Palestina. Una soluzione che non può prescindere da un cessate il fuoco”, ha detto Fidan alla stampa. Il capo della diplomazia turca, fino allo scorso giugno numero uno dell’intelligence di Ankara, ha sottolineato come i precedenti accordi “abbiano fallito” e siano al momento “inutilizzabili”.
La proposta di Ankara
Ankara punta ora al coinvolgimento di Stati terzi, potenze occidentali incluse, che fungano da garanti per entrambe le parti coinvolte. “Quello che proponiamo è un modello basato sul ruolo dei garanti. è chiaro a tutti che questo conflitto non può essere lasciato nelle mani di israeliani e palestinesi. La comunità internazionale deve essere messa nella posizione di spingere affinchè Israele garantisca la formazione di uno Stato palestinese. Un progetto cui devono lavorare tutti: Lega Araba, Organizzazione per la cooperazione islamica e occidente”, ha dichiarato Fidan, che ha poi annunciato che i contatti per coinvolgere altri attori sono già in corso.
La Turchia, che non considera Hamas una organizzazione terroristica e ‘ospita’ sul proprio territorio alcuni leader del movimento tra cui lo stesso capo politico Haniye, si propone come garante per i palestinesi. Israele potrà scegliere i propri garanti.
“Gli Stati nominati saranno responsabili per il rispetto di un accordo condiviso dalle parti. Israele vuole garantire la sicurezza dei propri cittadini e i palestinesi vogliono uno stato in cui vivere. Solo la presenza di stati garanti può rendere il processo sostenibile e garantirne la continuità”, ha detto Fidan.
“Priorità la soluzione dei due Stati”
Ankara comunque non chiude a possibili cambiamenti e variazioni alla propria proposta. Il governo di Erdogan è in questa fase convinto che la soluzione dei due Stati meriti la priorità e punta a rilanciarne l’idea sui tavoli della diplomazia e della politica. “La nostra proposta mira a soddisfare l’interesse di entrambe le parti. Siamo pronti a sederci al tavolo e ascoltare chiunque abbia idee a riguardo. L’accordo può essere trovato attraverso l’Onu o altre piattaforme, non abbiamo preclusioni”, ha specificato il ministro, atteso oggi in Libano da un incontro con il collega Abdallah Bou Habib.
Ankara è infatti interessata a evitare che il conflitto si allarghi al Paese dei cedri. Il ministero degli Esteri ha già specificato che durante l’incontro Fidan chiederà che gli Hezbollah si astengano dal compiere atti che possano far degenerare la situazione al confine tra Libano e Israele.