I crimini di guerra americani in Italia ricordati in una recente pubblicazione che non ha circuito distributivo.
Finalmente viene sfatata un’altra favola. Le forze americane che nel luglio 1943 sbarcarono in Sicilia, nell’operazione Husky, si macchiarono di crimini chiaramente banditi dalle Convenzioni di Ginevra: fucilarono a sangue freddo dei prigionieri, militari e civili, eseguendo un ordine diretto del comandante, il generale George Patton.
Dopo tanti anni di silenzio e di omertà a tutti i livelli, politico-militari prima e storici poi, la verità viene fuori. I morti e la resistenza, in Sicilia, ci sono stati, le truppe americane non furono in ogni caso accolte come dei liberatori di fronte ai quali i civili si affacciavano alle finestre e i militari si arrendevano ai “fratelli statunitensi”. La situazione fu ben più drammatica, fu vera guerra e non una barzelletta. I diari del generale Patton testimoniano la durezza degli ordini e, in alcuni casi, la violazione delle convenzioni internazionali. Se n’è accorto anche il Corriere della Sera, con un ampio reportage diviso in due puntate, pubblicato il 23 ed 24 giugno; Gianluca Di Feo cita i terribili episodi avvenuti a Biscari, a Piano Stella e in altre località siciliane. Durante le inchieste aperte in gran segreto al tempo dei fatti, gli autori dei massacri dissero di aver ubbidito ad un ordine del generale Patton che comandava in buona sintesi di non fare prigionieri, in nessun caso. Ordini presi alla lettera, con tragiche conseguenze: i suoi discorsi invitavano a «uccidere i nemici che alzano le mani a meno di 200 metri». Parole che si commentano da sole… I massacri vennero insabbiati, all’epoca, per non compromettere lo sforzo bellico e per evitare che la popolazione si inferocisse e attaccasse i “liberatori”. In seguito si preferì “dimenticarli”, per evitare che la pubblicazione di simili notizie potesse avere effetti devastanti sull’opinione pubblica mondiale.
Patton, il generale di ferro, morto in un incidente stradale nel 1945 a Heidelberg, non nascose nei suoi diari il disprezzo per le nostre truppe: «Gli italiani avranno paura di noi, i tedeschi no». Un disprezzo generato da una vicenda personale, legata al fallimento dell’industria tessile materna dovuto ad un prolungato sciopero di operai italiani.
La pubblicistica relativa ai sanguinosi fatti siciliani non è molto ampia; dobbiamo segnalare un testo pregevole e completo: Le stragi dimenticate, gli eccidi americani di Biscari e Piano Stella, di Gianfranco Ciriacono, parente di uno dei prigionieri sopravvissuti ai massacri statunitensi. Testimonianze orali raccolte pazientemente, fonti iconografiche preziose, un lavoro certosino che vi consigliamo di premiare leggendolo.
Per avere il testo: gianfranco