mercoledì 16 Ottobre 2024

I new global e gli assassini

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L’assassino Liboni ha fatto gioire molte persone fra le file dei cosiddetti no-global. Ora come massima azione rivoluzionaria questa gente esalta le “imprese” di Liboni con scritte sui muri di palazzi e monumenti.

ROMA – “Liboni uccidili tutti”. Lo stavano scrivendo la scorsa notte sulle Mura Aureliane di Roma. Gli autori, 4 giovani, sono stati fermati dalla Polizia. Si tratta solo dell’ultimo episodio di slogan inneggianti al killer che sono comparsi sui muri della capitale, come in quelli di altre città dopo la rocambolesca fuga dell’uomo che ha ucciso un carabiniere a Sant’Agata Feltria, vicino a Pesaro.

E’ stato un passante la scorsa notte ad accorgersi che alcune persone stavano utilizzando della vernice bianca
per scrivere sulle Mura Aureliane, nel quartiere San Lorenzo. L’uomo ha subito segnalato il fatto al 113. Alle 3.40 i poliziotti all’incrocio tra via Labicana e via dei Marsi hanno trovato e bloccato i quattro giovani che non hanno potuto terminare l’opera: sono riusciti a scrivere solo “Liboni uccidili tut”. Gli investigatori hanno anche sequestrato pennelli e secchi di vernici.

I giovani, tre maggiorenni e un minorenne, tutti gravitanti nel’area Squatter e No Global, sono stati denunciati con l’accusa di danneggiamento aggravato. Tra loro spicca la figura di Airon Giambo, 23 anni, già denunciato dalla Digos di Genova per episodi di oltraggio, resistenza e violenza e più volte identificato nel corso di manifestazioni post G8 a Genova.

La scritta pro Liboni presto dovrebbe essere cancellata. Sulla Mura Aureliane verranno anche condotti accertamenti per verificare se quel tratto di monumento abbia riportato danni a causa del contatto con la vernice.

Scritte simili hanno cominciato ad apparire fin dai giorni successivi all’omicidio del carabiniere Polidori, da quando Liboni è in fuga e ricercato dalla polizia di tutta Italia. Sui muri di Pesaro si poteva leggere “Luciano Liboni, il padre che non ho mai avuto” oppure “Luciano Liboni sei il mio Dio”. Più cinematografica una scritta capitolina: “Un mercoledì da Liboni”.

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