Per attaccare il governo la compagnia cantante antifa è riuscita a fare della celebrazione di questo anno ad Acca Larentia un fatto nazionale che si è riversato sulla stampa internazionale.
Indubbiamente la strumentalità è manifesta, dato che i presente ai Caduti degli anni di piombo si ripetono, anno dopo anno, sotto qualsiasi giunta comunale e qualsiasi governo, ivi compresi i più a sinistra. Il calcolo poi si rivela tecnicamente errato perché se il governo ha definito la sua discontinuità dal Ventennio, di converso ha onorato i Caduti degli anni settanta, assassinati dall’odio antifa, e questo fin dal discorso d’insediamento della premier. Così, al momento, l’attacco scomposto è risultato un boomerang visto che la risposta è stata: ma vi indignate perché si continuano a ricordare le vittime e non perché non sono mai stati perseguiti i loro assassini?
Questo è quanto attiene alla schermaglia tattica, ma poi c’è altro, molto altro.
In primis lo sconcerto, l’indignazione, la preoccupazione e perfino la paura di chi, indottrinato come antifascista, si accorge che nessuna legge ha spazzato via dei vincoli stupefacenti per la loro continuità.
La cricca che cerca di squassare la maggioranza con il “pericolo fascista” è riuscita a presentare ai seguaci una realtà rovesciata. Per loro in Italia governano i fascisti e stanno facendo di tutto per riportare in auge le camicie nere. Pertanto quelli che si radunano a tributare romanamente il saluto ai propri Caduti, sono sciocchi, protetti, prezzolati. È il classico schema neurovegetativo per il quale ci sarebbe un progresso civile e morale che verrebbe negato da classi dirigenti meschine e retrive che farebbero ricorso al peggio della società per manganellare gli illuminati.
Questo paradigma è ormai stabile nelle fiction di ogni genere, benché non tenga conto per nulla della verità storica, di cui l’ignoranza è palese, la quale viene completamente riscritta; ma, peggio ancora, non si fa alcuna domanda sulla realtà.
La sola che si pone chi aderisce a tale paradigma, dati i suoi postulati indiscutibili, è come mai non si riesca a impedire che ciò avvenga. Se non lo può la cultura (sic!) lo devono fare le sbarre e le manette.
In pratica, i paladini della Libertà (cioè quella che hanno dovuto trasformare in statua dopo averla ghigliottinata nel mondo reale) invocano Creonte perché castighi Antigone.
E di qui tutto un appellarsi alla Magistratura perché intervenga in quanto il saluto romano sarebbe illegale. Cosa oltretutto molto discutibile per via di diverse e contrastanti sentenze di Cassazione.
I camerati non dovrebbero onorare i camerati perché “è reato”.
Curioso che a dirlo siano gli stessi che onorano la memoria di bande irregolari (ovvero fuorilegge) che avrebbero combattuto per la libertà. O Gramsci o le suffragette o Martin Luther King, o Gesù Cristo, o Socrate, o gli spartachisti, o il Che, o i repubblicani che hanno rovesciato le monarchie fin dai tempi dell’Antica Roma.
Se bastasse reificare quello che il cuore e il senso di giustizia dettano all’uomo, non ci sarebbe stata la storia. Ma che dico la storia, non ci sarebbe la vita perché, quasi sempre inconsapevolmente, ogni persona viola due o tre articoli giuridici al giorno e, se glielo si facesse notare, continuerebbe a violarli ritenendo il codice ingiusto.
Praticamente, se i desideri della psicopolizia antifa venissero esauditi, si instaurerebbe un regime di polizia e di repressione che, stando alle loro visioni delle cose, sarebbe fascista (o nazista che oggi va di moda). Seguendo il Paradigma della Medusa, che chi lo guarda viene pietrificato nei neuroni, quello che per intenderci Umberto Eco ha riassunto nell’Urfascismo, tutte le violenze, i soprusi, le ingiustizie, le prevaricazioni, le discriminazioni, le stragi, le intolleranze, le chiusure mentali, le tendenze sessiste, classiste e razziste, sono “fascismo”. C’è molta ignoranza sul fascismo che evidentemente non si riassume in questa rappresentazione, altrimenti non avrebbe ancora tanti simpatizzanti quanti ne ha, i quali sicuramente lo vedono ben diversamente. Ma il difetto principale non sta tanto in questa deformazione storica, quanto nel tentativo di scaricarvi sopra tutti i mali di millenni che non sono certo diminuiti dopo la guerra. Sicché, come accade per tutti quelli che non affrontano il reale e men che meno se stessi, lo scaricabarile è tale che oggi sono nazisti Putin, Zelensky, Netanyahu, Biden, Trump, l’Unione Europea, la Nato, la Cina, Hamas e chi più ne ha più ne metta.
Insomma il Paradigma della Medusa antifascista ha nazificato tutti ovunque senza riuscire a far capire un tubo del fascismo.
Non c’è legge che possa impedire a un cuore vivente di battere, e a un legame di essere mantenuto.
La domanda che quei poveri antifa dovrebbero porsi, ma che anche da questa parte dovremmo porci, è come mai è così forte quest’appartenenza da aver superato tre guerre civili, una sconfitta mondiale, due epurazioni, anni di bombardamento mediatico, leggi liberticide, condanne ideologiche, discriminazioni di ogni genere: insomma tutto l’armamentario, ma al quadrato, di quello che nelle fiction i fascisti fanno subire agli antifascisti.
Si rassicurino i primi (ammesso che rassicurarsi sia loro gradevole, dato che si nutrono delle proprie angosce) e si risveglino i secondi: non si tratta di un programma politico o ideologico perché, quando si va a verifica, anche la destra radicale è confusa, divisa, indecisa, senza prospettive come il resto dell’umanità ed è più spesso terminale che viva quando prova ad assumere il livello di coscienza.
No, non è politica, è qualcosa di più profondo, di più sacro, di più solido, di indissolubile, che proprio il sangue, che è continuità e che è seme, rende invincibile. Poco di materiale, molto di spirituale e al tempo stesso di totemico. Ecco, forse di questo gli altri dovrebbero avere paura: della stirpe dell’anima che si perpetua contro venti e maree, di questa dimensione metafisica che non c’è alcun Creonte che possa eliminare. Ma non è di noi che dovrebbero aver paura, è di loro stessi per il fatto che non riescono a sentirla e a provarla nemmeno nei confronti dei loro che tutt’al più sono nomi incisi su lapidi, così come Medusa comanda a chi si perde offrendole gli occhi.