TYR Myth, Culture, Tradition Volume 2 |
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Scritto da Harm
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Martedì 27 Aprile 2004 01:00 |
430 pagine, in lingua inglese, casa editrice Ultra Publishing, costo comprensivo del Cd e spese di posta aerea 30 dollari americani Tyr celebra i miti tradizionali, la cultura, e le istituzioni sociali dell'Europa pre-moderna e pre- Cristiana.
Interessanti ed originali articoli, interviste, traduzioni, dei lavori di riferimento degli intellettuali del tradizionalismo
radicale e dei pensatori antimoderni e un'accurataselezione di libri, films, musica e lavori artistici.
Nel secondo volume:
Julius Evolasu "The Doctrine of Battle and Victory", Charles Champetier intervistaAlain de Benoist, Alain de Benoist su "Thoughts on God", Collin Clearysu "Summoning the Gods", Stephen McNallensul "Asatrú Revival", Nigel Pennicksu "Heathen Holy Places", John Matthewssu "The Guardians of Albion", Steve Pollingtonsu "The Germanic Warband", Michael Moynihansu "Disparate Myths of Divine Sacrifice", Christian Rätsch su "The Sacred Plants of our Ancestors", Joscelyn Godwinsullo studiosoHerman Wirth, Peter Bahn si "The Friedrich Hielscher Legend", Markus Wolffsull'artista Ludwig Fahrenkrog, Stephen Flowers on "The Northern Renaissance", Joshua Buckley intervista il musicista austriaco"technosophical" Allerseelen, recensioni di libri e dischi.
Il costo del secondo volume di Tyr comprende un CD musicale di 79 minuti. E'un lavorocollettivo di artisti contemporanei ispirati dal mondo della Tradizione: Allerseelen, Blood Axis, Coil, Fire & Ice, In Gowan Ring, Primordial, 16 Horsepower, Waldteufel, e molti altri.
Richiedere a:
Ultra PO Box 11736 Atlanta, GA 30355 USA
indirizzo e-mail:
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PS La copertina del secondo numero di Tyr è la riproduzione di una scultura dell'artista austriaco Manfred Odin Wiesinger. Per quanti volessero ammirare il suo eccezionale lavoro l'indirizzo del suo atelier è Atelier in der Alten Volksschule, 4770 Andorf, Austria e-mail:
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Scritto da Miro Renzaglia
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Lunedì 26 Aprile 2004 01:00 |
Recensione del libro "Fascisti Immaginari" di Lanna & Rossi Ed. Vallecchi.  Prendete la destra dalla parte sbagliata e vi troverete, inevitabilmente, nei vicoli ciechi dei cacciatori di teste rosse; degli autoconvocati addetti all’ordine altrui; dei bombaroli ferrovieri istruiti dagli appositi servizi; dei liberi muratori spiritati da geometri materazzari; dei golpisti tutti compresi nei meandri delle loro voglie maniacali di colonnelli e simili alabardieri; degli orditori di trame senza bandolo e senza ma(ta)sse… Godrete (?), così, il panorama macabro che ha fatto di molti stereotipi l’unica verità. E di ogni possibile variante e alternativa un dettaglio insignificante. Cinquant’anni di depistaggi logici (prima che giudiziari) hanno edificato il più grande museo dell’errore a una tribù colpevole, a priori, di essersi assunta la responsabilità della sconfitta in una guerra che, in buona parte, non aveva neanche combattuto (per limiti anagrafici…); a posteriori, di non essersi arresa in massa all’evidenza, tutta storico-progressista, della civiltà che trionfa sulla barbarie e, in mezzo, di domicilio coatto con i residuati di fogna inizialmente descritti…
Chi glielo andava a spiegare agli “Hazet 36, fascista dove sei?” che, “a destra” (?) c’erano (ed erano tanti, anzi: forse, erano i più…) quelli che Guccini, De André e Gaber bisogna ascoltarli bene; quelli che il nucleare? mai!; quelli che i comunisti rivoluzionari so’ camerati che sbajano; quelli che sto con Settembre Nero; quelli che un brindisi alla vittoria del popolo vietnamita; quelli che per un socialismo europeo; quelli che il jazz è più fascista di Wagner; quelli che la rivoluzione è una cosa seria che si fa con allegria, insieme al popolo e… alla luce del sole; quelli che “l’usura crea guerre a serie”; quelli che Lama l’hanno buttato fuori dall’università gli indiani metropolitani e i fasci: uniti nella lotta; quelli che se devi morì’ fallo ‘n piedi; quelli che l’affitto è usura; quelli che er vero delinquente è chi fonda le banche, no chi le rapina; quelli che “voglio una vita spericolata”, come Vasco; quelli che “ma come un’aquila può diventare aquilone?”; quelli che ma è proprio vero che ‘sti pariolini so’ fascisti?; quelli che viva el Che, un rivoluzionario come noi; quelli che la socializzazione prima di tutto; quelli che ha fatto bene Cristo a prendeli a mazzate i mercanti der tempio; quelli che a Valle Giulia ce stavo pur’io, e nun ero né communista né puliziotto… Eh? chi glielo faceva capire agli antifascisti militanti che la realtà antropologica di questa tribù era diversa dalle superficiali rappresentazioni che più gli convenivano? Adesso non hanno più alibi: Fascisti immaginari è così documentato (basta scorrere la bibliografia) che chi non prende atto di aver limitato la propria indagine agli stereotipi più minoritari e sulfurei, o è affetto da cecità congenita o vuole perpetuare senza fine, senza scopo, senza attenuanti il culto della sua ignoranza…  |
Le origini e gli inizi dell’Ordine |
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Scritto da Diego Di Sopra
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Venerdì 23 Aprile 2004 01:00 |
Nel 1099 i crociati conquistarono la Terra Santa, caduta in mano ai turchi selgiuchidi. Le crudeli persecuzioni contro i cristiani e le continue uccisioni e violenze che dovettero subire i pellegrini in Terra Santa motivarono le crociate.  Evento storico di difficile valutazione oggettiva che caratterizzò l’XI secolo.
Il conte Hugue de Champagne nacque nel 1077 da Tibaldo II di Blois e di Champagne e da Alessia di Valois. Lo Champagne gli fu concesso in feudo nel 1093.
Tra il 1104 e il 1105 andò per la prima volta in Terra Santa e da li ritornò in Francia nel 1108. Al suo ritorno strinse rapporti con Etienne de Harding, abate di Citeaux. Da quel momento l’abate pose tutto il suo monastero allo studio minuzioso dei testi sacri ebraici, ricorrendo perfino all’aiuto degli eruditi rabbini dell’Alta Borgogna. Nel 1114 il conte di Champagne ritornò nuovamente a Gerusalemme, in Terra Santa. Ed al suo ritorno, nel 1115, riprese i contatti con l’abate di Citeaux.
Sicuramente il conte di Champagne era alla ricerca di qualche cosa in Terra Santa. Nello stesso anno il conte offrì all’Ordine cistercense una zona della foresta di querce di Bar-Sur-Aube, conosciuta come la Valle dell’Assenzio, per costruirvi un’abbazia. Lo stesso Etienne de Harding designò, non a caso, Bernard de Fontaine, San Bernardo, a dirigere la fondazione di quest’abbazia, l’abbazia di Clairvaux. Bernardo nacque nel 1090 a Fontaineslés Dijon da Alet dei duchi borgognoni di Montbard e da Tescelin de Fontaine, era il terzo di sette figli, i suoi genitori appartenevano all’alta nobiltà della Borgogna. Destinato alla carriera ecclesiastica andò alla scuola dei canonici di Chatillon-Sur-Seine. Egli entrò nel movimento benedettino (nei nuovi Cistercensi) tra il 1110 e il 1113 trascinando con sé i suoi fratelli e lo zio materno Andrée de Montbard. In giovanissima età conobbe il conte Hugue de Champagne.
A Gerusalemme nel 1118 o nel 1119 stando agli atti del Concilio di Troyes redatti dal monaco Jean Michel, Hugo de Payns o Ugone dei Pagani, un Cavalier Crociato francese o italiano che fosse, maestro d’arme del conte Hugue de Champagne, unitamente al cavaliere francese Goffredo de Saint-Omer, a capo d’altri sette cavalieri ottenne dal Patriarca Wormondo di Gerusalemme e dal Re Baldovidio II l’autorizzazione di garantire la sicurezza della strada dei pellegrini da Giaffa a Gerusalemme. E in dono una parte della spianata del Tempio di Salomone, da cui venne l’aggettivo di “ Templari”, nei pressi del Palazzo Reale, là dove i musulmani avevano edificato la Moschea Al-Aqsa. I cavalieri si stabilirono in un’ala del Palazzo Reale che sorgeva sulle fondamenta del Tempio e intrapresero una serie di lavori, nuovi corpi di costruzione furono innalzati sul lato occidentale e nel sottosuolo, le immense sale a volta divennero scuderie. E’ probabile che rimasero a lungo a scavare tra le rovine del Tempio, forse nella speranza di trovare qualcosa di prezioso.
La distruzione - recensione |
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Scritto da Miro Renzaglia
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Venerdì 23 Aprile 2004 01:00 |
Se la ripubblicazione de La distruzione è diventato un caso letterario, vuol dire che si tratta di un caso maledettamente strano.  Se caso è, poteva esserlo fin da subito, quando uscì negli anni ’70 per i tipi della, nientedimeno, Mondadori. Ma non successe nulla: qualche stiracchiatella recensione e vendite probabilmente di poco superiori ad una raccolta di poesie di Mandel’stam… Eppure, alcuni degli ingredienti per montarlo, il caso, c’erano già: in quegli anni di sovreccitazione ideologica, la figura del nazista disegnata da Virgili, del nichilista puro che spera nella distruzione totale dell’umanità per vendicare, in un colpo solo, il Terzo Reich e le sue personali frustrazioni, avrebbe dovuto (o potuto) farne un comodo bersaglio dell’intellighentia progressista e, dall’altra parte, poteva scapparci almeno un vivaddio l’avanguardia letteraria non finisce a sinistra dei Novissimi (per la verità, del libro si accorse Gianfranco de Turris: senza seguito). Dunque - come ho detto - non accadde proprio un bel niente. Tanto che la stessa Mondadori gli rifiutò il secondo romanzo Metodo di sopravvivenza, ancora editorialmente inevaso. Che oggi il caso monti più di quanto sia avvenuto alla prima edizione recherà poca consolazione a Dante Virgili, morto in solitudine e dimenticanza nel 1992.
Vero è che da qualunque parte lo si prenda, il libro era e resta scomodo per tutti: il significato del racconto è angosciante e clustrofobico e la sua tesi francamente incondivisibile; i comportamenti sessuali del protagonista, estremi a dir poco; il significante (cioè la tecnica di narrazione) fortemente sperimentale, ai limiti (ma al di qua del limite…) dell’astrazione: tra flussi di coscienza e di memoria; scambi mai del tutto dichiarati fra dimensione onirica e realtà; cronache giornalistiche riportate pari pari; masse verbali in tedesco; punteggiatura casual creativa… Eppure tutto lega, tiene: provate a dare al protagonista una linea revanchista magari appena appena più moderata o politically correct; alla sua attività sessuale, una pratica meno perversa o tradurlo secondo i canoni della Crusca: l’edificio crolla. O diventa inverosimile. Invece l’oggetto, a dispetto dei materiali sulfurei usati e di una tecnica di montaggio spericolata, è perfettamente attendibile. Se il valore di riconoscimento di un’opera letteraria è (anche…) nella perfetta corrispondenza della forma al proprio contenuto, La distruzione possiede questo valore. Certo, lo stomaco del lettore è messo sossopra e la sua intelligenza chiamata ripetutamente a sfidare ogni automatismo interpretativo. Ma l’architettura della narrazione è di una coerenza difficilmente contestabile.
Distruzione/autodistruzione e smodata (ancorché ripetutamente mancata) ricerca del piacere sessuale (diluite in ricorrenti ultradosaggi alcolici…) sono i due poli fra i quali l’Autore fa muovere il suo doppio letterario (ché, poi, alla fine di quello si tratta…). Eros e Thanatos, insomma. Sempiterni. Indissolubili. All’estremo. Il protagonista non si adatta a nessuna via di mezzo… Sconfitto in guerra, non sa vivere senza i miti della sua giovinezza e (si) auspica non l’alba utopica di un Quarto Reich |
CENSURA. Le notizie più censurate nel 2003 |
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Scritto da noreporter.org
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Mercoledì 21 Aprile 2004 01:00 |
Nuovi Mondi Media propone in Italia un’ importante antologia d’informazione controcorrente pubblicata negli Stati Uniti.  CENSURA di Peter Phillips e Project Censored
Prefazione di Sandro Provvisionato, pagg. 352, euro 18,50
"Il nostro stesso futuro dipende dalla conoscenza che questa raccolta di notizie celate ci permette" - San Diego Review
"Project Censored ? una delle organizzazioni alle quali dovremmo prestare ascolto, per avere la certezza che i nostri giornali e le nostre televisioni stiano svolgendo un serio ed etico lavoro informativo" - Walter Cronkite
"Una lettura doverosa per i giornalisti e i cittadini che vogliono essere veramente informati" - Los Angeles Times
CENSURA: LE NOTIZIE CHE NON HANNO FATTO NOTIZIA NEL 2003
- Il piano di Rumsfeld per provocare attacchi terroristici - Le 8mila pagine rimosse dal rapporto Iraq all'Onu - La nuova minaccia coloniale all'Africa - Il progetto statunitense di dominio globale - Lo smantellamento dei sindacati - Lo scontro euro/dollaro fra le ragioni della guerra all'Iraq - Le responsabilitö Usa nel colpo di stato in Venezuela - L'attacco alle libertö civili in nome della guerra al terrorismo - Le violazioni degli accordi internazionali da parte di Washington - Il peggioramento dei diritti umani in Afghanistan
e molto altro.
"Censura" ? il risultato di un lavoro annuale di selezione tra migliaia di notizie condotto, nella Sonoma State University, da oltre 200 fra studenti, giornalisti e studiosi di prestigio, tra cui Noam Chomsky, Norman Solomon e Howard Zinn.
In tempi di concentrazione inedita dei media nelle mani di pochi ricchi e potenti, uno straordinario contributo per la libertö e la democrazia nell'informazione. æ Peter Phillips, direttore di Project Censored, ? professore di Sociologia alla Sonoma State University (California). Project Censored (www.projectcensored.org) ? un autorevole gruppo statunitense di ricerca sui media che da 27 anni si propone di "promuovere il ruolo del giornalismo indipendente in una societö democratica". INDICE
Prefazione di Sandro Provvisionato
Introduzione di Peter Phillips Capitolo 1. Le 25 notizie pi? censurate nel 2003
1. Il piano di Rumsfeld per provocare i terroristi 2. Le forze britanniche e statunitensi continuano a utilizzare armi allÍuranio impoverito nonostante le prove schiaccianti di effetti negativi sulla salute 3. Gli Usa eliminano illegalmente varie pagine dal rapporto Onu sullÍIraq 4. LÍinosservanza degli accordi internazionali da parte degli Stati Uniti 5. LÍAfrica di fronte alla minaccia di un nuovo colonialismo 6. Il piano Puebla-Panama e il FTAA 7. Il coinvolgimento degli Usa nel massacro dei talebani 8. I rifugiati indesiderati, un problema globale 9. Gli aiuti statunitensi a Israele favoriscono lÍoccupazione repressiva della Palestina 10. Il piano neoconservatore per il dominio globale 11. LÍAmministrazione Bush dietro il fallito colpo di stato militare in Venezuela 12. Dollaro Usa contro euro: un altro motivo per lÍinvasione dellÍIraq 13. La crisi in Argentina dö un nuovo impulso alle cooperative 14. Le politiche di austeritö per il Terzo Mondo: prossimamente vicine a casa vostra 15. La sicurezza nazionale minaccia la libertö civile 16. Chiudere lÍaccesso alla tecnologia dellÍinformazione 17. Il tentativo di far scomparire i sindacati 18. Il Pentagono aumenta il numero dei contratti militari con aziende private 19. In Afghanistan la povertö, i diritti delle donne e la situazione civile non sono mai stati peggiori 20. La riforma del welfare pronta per una nuova ratifica ma ancora nessuna rete di sicurezza 21. Le multinazionali condannate sono premiate anzich? punite 22. La guerra dellÍesercito statunitense alla Terra 23. Il monopolio di Clear Channel suscita critiche 24. Lo status di ñpersona fisicaî delle societö per azioni ? messo in discussione 25. La proposta d |
Noi che censuriamo la Passione di Cristo |
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Scritto da noreporter.org
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Martedì 20 Aprile 2004 01:00 |
Elenco delle Librerie che hanno rifiutato di vendere il libro "I Segreti dellaPassione di Cristo", dedicato al film "The Passion of the Christ" di Mel Gibson.  >Libreria Feltrinelli - BASILIANO UD (Centro Comm. Arcobaleno)
>Libreria Feltrinelli - BOLOGNA (Via dei Mille n. 12/a)
>Libreria Feltrinelli - BRESCIA (Via Mazzini n. 20)
>Libreria Tarantola - BRESCIA (Corso Zanardelli n. 52)
>Libreria S. Paolo - CASERTA (Via del Redentore n. 6)
>Libreria Feltrinelli - FIRENZE (Via de' Cerretani n. 30/32)
>Libreria S. Paolo - MESSINA (Corso Garibaldi n. 59/61)
>Libreria Feltrinelli - MESTRE VE (Pza XXVII Ottobre n. 1)
>Libreria S. Paolo - NAPOLI (Via Duomo n. 145)
>Libreria S. Paolo - NAPOLI (Via Colli Aminei n. 32)
>Libreria Feltrinelli - OLBIA SS (Aeroporto Costa Smeralda)
>Libreria Feltrinelli - PADOVA (Via Venezia n. 61)
>Libreria S. Paolo - PORDENONE (Viale Dante n. 22)
>Libreria S. Paolo - POTENZA (Via Mazzini)
>Libreria MEL Bookstore - ROMA (Via Modena n. 6)
>Libreria MEL Bookstore - ROMA (Via Nazionale n. 254)
>Libreria Tre Fontane - ROMA (Via Acque Salvie n. 1)
>Libreria S. Paolo - TORINO (Corso Matteotti n. 11)
>Libreria S. Paolo - TERNI (Via Mazzini n. 25/26)
>Libreria S. Paolo - TORINO (Corso Matteotti n. 11) |
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