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Tempi Moderni
Visto da est PDF Stampa E-mail
Scritto da Agi   
Domenica 28 Novembre 2004 01:00

La tragedia di una vita divenuta insulsa, la drammatica risposta suicida di una gioventù che non ha è più interna alla cultura Samurai

Quattro giapponesi sono stati trovati morti oggi in un appartamento di Tokyo, dove, secondo la polizia, potrebbe essersi consumato un altro suicidio di gruppo. Le vittime, uccise dalle esalazioni di monossido di carbonio prodotto da quattro stufette a carbone portatili, erano di eta' compresa tra i venti e i quarant'anni. Una di loro, prima di mettere in atto il proposito suicida, aveva spedito una lettera con la chiave di casa a un amico. "Quando ha aperto la porta della casa ha visto i quattro accasciati sul pavimento", ha raccontato l'ufficiale di polizia, Eiji Sato. Quanto accaduto sembra essere l'ultimo di una serie di suicidi di gruppo in Giappone, alcuni dei quali hanno visto coinvolti anche stranieri che si erano accordati via Intenet per togliersi la vita insieme. Tra i Paesi industrializzati il Giappone detiente il primato dei suicidi: secondo l'Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms), ve ne sono 24,1 l'anno ogni 100mila persone; nel 2003 vi sono stati 34.427 suicidi. I sociologi non escludono tra le cause l'insicurezza economica che ha iniziato a manifestarsi negli anni Novanta, con i primi segnali di congiuntura negativa.

I sociologi... E che altro saprebbero dire ? Non pensano certo alll'impallidire del Sole e all'indebolimento dell' Acciaio. Non i sociologi.

 
Visto da ovest PDF Stampa E-mail
Scritto da Ansa   
Domenica 28 Novembre 2004 01:00

La tragedia di una vita divenuta insulsa, la farsesca risposta ottimista di un “felicizzatore” a tassametro, nella più aberrante proiezione cartesiana.

Dilagano in Francia i 'coachs': assistenti quotidiani pagati profumatamente per aiutare le persone a prendere la vita dal verso migliore. In Francia sono gia' oltre 3.500 ad aver intrapreso la carriera del coaching, una professione senza regole precise che attira sempre nuovi aspiranti anche perche' il costo di una 'cura', minimo tre sedute, non va mai sotto i 500 euro. I campi di specializzazione sono tanti: dal coach sportivo a quello 'business'.

E qui i sociologi si troverebbero più a loro agio. I sociologi...

 
Tutto e subito PDF Stampa E-mail
Scritto da tgcom.it   
Domenica 28 Novembre 2004 01:00

Finisce in tragedia il tentativo di un uomo di dimagrire attraverso un'operazione chirurgica. Come molti altri voleva evitare fatica e sudore. Siamo ormai incapaci di lottare anche per quello che potremmo raggiungere con un minimo impegno.

émorto a 34 anni perché pesava 140 chili: voleva assolutamente dimagrire e per raggiungere lo scopo si è sottoposto ad un intervento chirurgico ma è morto dopo una settimana di sofferenze. Ora un legale dei famigliari vuole che si faccia chiarezza sulla vicenda e ha denunciato i medici dell'ospedale Miulli.

Renato Convertini, di Cisternino, era autista di ambulanze del 118 dell'ospedale di Ostuni, nel brindisino. Lo scorso 19 novembre aveva deciso di sottoporsi ad un intervento chirurgico per il 'bendaggio gastrico in video-laparoscopia', una tecnica per dimagrire che avrebbe dovuto consentire all'uomo di perdere qualche decina di chili.

Durante il decorso post-operatorio, però, Convertini ha avvertito dolori lancinanti, tanto che i medici del 'Miulli' lo hanno sottoposto ad un nuovo intervento chirurgico utile a tamponare una emorragia verificatasi nello stomaco. Tutto questo è servito a ben poco, visto che martedì scorso, a seguito di una crisi provocata da una gravissima insufficienza respiratoria, l'uomo ha perso conoscenza e da quel momento è entrato in uno stato di coma irreversibile.

Il terzo intervento operatorio, richiesto con forza da una equipe di medici e legali coinvolti nella vicenda dai parenti di Renato Convertini, è servito a stabilire che le condizioni del paziente potevano essere state provocate dalle conseguenze di una grave forma di peritonite sopraggiunta dopo il secondo intervento.

Ora il legale della famiglia, l'avvocato Domenico Tanzarella, di Ostuni, ha depositato una querela di parte presso la Procura di Bari perché si faccia luce su eventuali responsabilità da parte dei medici del 'Miulli'. Da quanto si è saputo, nell'ospedale di Acquaviva l'intervento di 'bendaggio' viene eseguito frequentemente e finora non sono mai state registrate conseguenze negative.

 
Italianata PDF Stampa E-mail
Scritto da Ansa   
Sabato 27 Novembre 2004 01:00

Il medico della Juventus colpevole di dopare i giocatori per… piacer suo. Che dire ? Una sentenza molto, molto, molto italiota.

TORINO - Il medico sociale della Juventus, Riccardo Agricola, e' stato condannato a 1 anno e 10 mesi per frode sportiva. Assolto da tutti i reati contestati l' amministratore delegato Antonio Giraudo.. Agricola e' stato riconosciuto colpevole di frode sportiva (compreso l' uso di Epo) e di somministrazione di farmaci in modo pericoloso per la salute. Il medico e' stato interdetto dalla professione per la durata della pena. Ha anche ottenuto la sospensione condizionale.

 
Infami PDF Stampa E-mail
Scritto da Corriere della sera   
Venerdì 26 Novembre 2004 01:00

I numeri della macroretata internazionale anti-pedofili sono impressionanti. I dettagli aberranti.

VENEZIA - Operazione «Canalgrande». È il nome in codice di una estesa inchiesta contro la pedofilia online condotta dalla Polizia postale di Venezia e che ha coinvolto 65 nazioni in tutto il mondo (35 in Europa, 15 in Africa, sedici in Asia, undici in America, una in Oceania). Decine di arresti e migliaia di persone coinvolte nel blitz coordinato dal pubblico ministero Maria Rosaria Micucci della procura di Venezia, e al quale hanno contribuito anche l'Interpol, l'Europol e la polizia delle nazioni interessate. L'operazione è scattata alle prime ore di giovedì e ha visto impegnati migliaia di persone delle forze dell'ordine, di cui 400 solo in Italia per eseguire quattro arresti e oltre cento perquisizioni in quasi tutte le regioni.
DA UN'INTERCETTAZIONE - L'indagine è partita da un'intercettazione su internet della Polizia postale veneziana effettuata nel dicembre 2003 grazie a un agente che si è inserito in un noto servizio di file-sharing. In poco tempo sono stati acquisiti 3.110 file pedopornografici. Le immagini e i film sequestrati hanno tutti come protagonisti minorenni: da neonati di pochi mesi fino a bambini di 10 anni di età di diverse etnie, che vengono costretti a rapporti tra di loro, con gli adulti e altri soggetti. Non ci sono però casi in cui i piccoli vengono percossi. L'attività investigativa ha permesso di accertare che il materiale pedofilo è più richiesto di quello pornografico ed è in aumento. La maggior parte degli indagati in Italia ha tra 49 e 57 anni, seguiti da una fascia d'età tra 18 e 28 anni. Ci sono anche una decina di minori, che per la loro età non sono perseguibili. L'attività investigativa ha permesso di aprire un altro filone di indagini che proseguirà a lungo, hanno detto gli investigatori.

Morale: giovane, la pace è terribile

 
Im...mago PDF Stampa E-mail
Scritto da Corriere della sera   
Venerdì 26 Novembre 2004 01:00

Dal Giappone le comunicazioni con gli ologrammi. Un mondo nuovo nel quale, per non perdersi inesorabilmente, bisogna tornare a centrare se stessi

TOKIO - Un videomessaggio come quello che la principessa Leila invia a Obi-Wan Kenobi. Insomma, uno dei sogni di Guerre Stellari che potrebbe diventare realtà: le comunicazioni con gli ologrammi sono fra noi. Almeno a quanto sostengono due scienziati giapponesi, Susumu Tachi e Tomohiro Endo, che hanno sviluppato una tecnologia chiamata SeeLinder all'interno del progetto Twister. L'invezione è stata mostrata alla Tokyo University. Una donna è stata fatta entrare in una cabina attrezzata con una speciale videocamera digitale capace di inquadrare il suo volto ruotando a 360°. I dati sono stati trasmessi a un cilindro che riproduce in maniera tridimensionale l'immagine acquisita. Ovvero: se si guarda l'immagine frontalmente si vedrà la faccia «piatta». Ma se ci si sposta lateralmente, ecco che si potranno scrutare anche i capelli sulla nuca della signora.
FUTURO - Tachi ed Endo hanno raggiunto questi risultati combinando nel cilindro SeeLinder fibre ottiche, chip elettronici e Ked. L'immagine ottenuta ha un diametro di circa 20 centimetri ed è alta circa 25. Non si tratta però ancora di un vero ologramma, visto che l'immagine non cambia se la si guarda dall'alto o dal basso. E la definizione è assai più bassa che su un televisore. I due inventori sono fiduciosi: «Pensiamo che sarà sul mercato nel prossimo futuro». Ma il prezzo resta al momento proibitivo: circa 75 mila per ogni cilindro, anche se il costo potrebbe diminuire rapidamente una volta avviata la produzione su scala industriale. Le prime applicazioni potrebbero essere nel settore delle videoconferenze.

Solo chi si pone all'altezza delle novità, chi s'impone una mutazione antropologica centrata su se stesso, modellata su un archetipo ancestrale, potrà dominare un futuro così "immaginifico". Gli altri si dissolveranno, che siano entusiasti o refrattari, poco cambia

 
Cornuti e scontenti PDF Stampa E-mail
Scritto da Gazzetta del Sud   
Giovedì 25 Novembre 2004 01:00

Moglie, marito e amante insieme appassionatamente. Non si tratta di una commedia holliwoodiana, è quanto stabilito da un giudice che sentenziava sulla separazione di due coniugi. Un menage a trois salverà il matrimonio? Staremo a vedere

PORDENONE – Marito, moglie e amante, tutti insieme sotto lo stesso tetto ma è polemica. Fa discutere infatti una sentenza del Tribunale di Pordenone che regola la separazione tra due coniugi di Sacile (Pordenone) dopo quarant'anni di matrimonio, ma dispone anche che i due possano continuare a vivere nella stessa casa (dove risiede già anche la nuova compagna dell'uomo) perché «è abbastanza grande». La storia, nella premessa, non è particolarmente originale: due pensionati poco più che sessantenni di Sacile decidono, non senza tribolazioni, di separarsi. Il problema è rappresentato da una «terza incomoda», una vedova che aveva messo piede in casa con il compito iniziale di collaboratrice domestica. Il rapporto tra la domestica e il padrone di casa era diventato sempre più stretto, tanto che la moglie legittima aveva tentato di cacciare la rivale più volte, ma invano, soprattutto per le resistenze del marito. La seguente causa di separazione, con richiesta di danni morali e assegno mensile da parte della moglie, ma soprattutto dell'assegnazione della casa, è finita con una sentenza che ha accolto solo la richiesta dei danni morali. L'assegno mensile è stato negato perché la moglie, pensionata, non avrebbe problemi economici, ma il punto più sorprendente, almeno per la difesa della signora separata, è che il Tribunale non ha ritenuto necessario assegnare la casa esclusivamente alla donna. L'abitazione è grande, dice la sentenza riportata ieri sui giornali locali, e permette ai coniugi di vivere separatamente. Ma come si diceva prima, è polemica e la sentenza fa discutere al punto che gli avvocati difensori dell'ex moglie si dichiarano sbalorditi. I legali osservano che il Tribunale permette di fatto un «menage a trois» e annunciano di voler ricorrere in appello.
 
Scream Boy PDF Stampa E-mail
Scritto da Corriere della sera   
Mercoledì 24 Novembre 2004 01:00

Stato dell’Indiana: uno studente accoltella otto compagni di classe durante una lezione di spagnolo. La località dell’agitato episodio si Chiama valle del paradiso. American way of…

VALPARAISO (Usa) - Nuovo episodio di violenza in una scuola degli Stati Uniiti. Uno studente ha ferito a coltellate otto compagni di classe in un liceo a Valparaiso, nello Stato dell'Indiana. Nessuno dei ragazzi colpiti è in pericolo di vita, anche se alcuni hanno riportato ferite definite «serie» ha reso noto la polizia che ha fermato l'assalitore. L'episodio è avvenuto intorno alle 8 di mattina (le 15 in Italia) durante una lezione di lingua spagnola a Valparaiso, cittadina a una trentina di chilometri da Gary, città dove il 30 marzo 2001 un ragazzo venne ucciso in una scuola. Al momento si ignorano i motivi dell'assalto.

 
Oggi ammanettati, domani in carcere PDF Stampa E-mail
Scritto da corriere.it   
Martedì 23 Novembre 2004 01:00

Se il bambino è troppo vivace viene ammanettato. Succede continuamente in Usa. - Sono violenti e con problemi - si giustificano. Li preparano ad una vita di omologazione e controllo?

SEATTLE - Durante quest'anno scolastico le guardie in servizio alle scuole elementari di Kent (sobborgo di Seattle), nello stato americano di Washington, hanno usato per cinque volte le manette, al fine di calmare i bollenti spiriti di indisciplinati alunni. Lo scrive il Seattle Times. Le manette - hanno detto funzionari del settore - sono state applicate per impedire che gli scolari facessero male a se stessi o ad altri. In un caso un bambino è stato trovato con un coltello in tasca di quasi otto centimetri, in un altro gli stessi genitori hanno chiesto di applicare le manette al figlio.

«LE MANETTE SONO UN RIMEDIO ESTREMO» - Le guardie sono impiegati della scuola, non poliziotti, spiega il giornale. «Siamo un vasto distretto scolastico e abbiamo bambini con atteggiamenti di sfida e altri problemi, ma le manette sono assolutamente un rimedio estremo», ha detto una portavoce Becky Hanks. I cinque incidenti avvenuti tra una popolazione di 14 mila bambini (28 scuole) nei primi sei anni della scuola primaria hanno coinvolto cinque alunni, tre dei quali neri. Uno dei cinque è stato amanettato due volte. Le autorità devono da tempo affrontare critiche e citazioni in giudizio con richieste di danni dalle organizzazioni a difesa della gente di colore, secondo le quali i neri - nelle altre scuole di grado superiore - sono oggetto di norme di «disciplina aggressiva». Complessivamente dai 38 ai 49 studenti, su un totale di 26 mila, sono stati messi in manette durante questo anno scolastico a Kent.
 
Maghi di Oz PDF Stampa E-mail
Scritto da Quark   
Lunedì 22 Novembre 2004 01:00

Manipolazioni cerebrali ? Non è solo la teoria di complottisti metafisici ma anche la constataztone scientifica degli esperti di Houston: con l’immagine e poche parole ti condizionano totalmente

[…] Un nuovo sistema di indagine sulle scelte dei consumatori sembra aprire possibilità enormi, e inquietanti, per le strategie di vendita. Si chiama neuro-marketing e significa che da oggi il marketing potrebbe basarsi su quello che effettivamente succede nel cervello delle persone in risposta agli stimoli dei prodotti o della pubblicità. […]

L’estate scorsa è uscita sui giornali la notizia che Read Montague, del Baylor College of Medicine di Houston, ha trovato la risposta ad uno dei piú clamorosi paradossi della pubblicità: come mai la Coca Cola vende piú della Pepsi anche se quest’ultima, come è stato dimostrato piú volte, piace di piú nelle degustazioni “alla cieca”, in cui chi beve non conosce marca e produttore prima di esprimere il proprio giudizio. Montague ha organizzato un test di questo tipo con un gruppo di studenti e ha confermato la preferenza per la Pepsi. Ma mentre assaggiavano le due bibite ha scrutato la loro attività cerebrale utilizzando un modernissimo sistema di diagnosi, la risonanza magnetica funzionale. Ha scoperto così che quando bevevano il drink giudicato migliore si attivava la cosiddetta “porzione ventrale del putamen”, una regione del cervello coinvolta nell’elaborazione della sensazione del piacere. Se però la marca della bevanda veniva svelata prima dell’assaggio, il giudizio e il quadro dell’attività nervosa cambiavano: la maggioranza degli studenti preferivano la Coca Cola e oltre al putamen si attivava una seconda area del cervello: la corteccia prefrontale mediana, una zona implicata in processi cognitivi di alto livello, come il ragionamento, la pianificazione delle strategie comportamentali e il senso di sé.

L’interpretazione di Montague è che i soggetti si sono fatti “incantare” dai ricordi e dalle emozioni legate al marchio, mettendo il gusto in secondo piano. Creare un marchio capace di incidere così profondamente sulla volontà dei consumatori è il sogno di ogni responsabile marketing.

 
Questa pace terribile PDF Stampa E-mail
Scritto da Repubblica   
Lunedì 22 Novembre 2004 01:00

I giovani si rifiutano di soffrire e di lottare ? Hanno insegnato loro che la felicità è un “diritto”; ecco perchè morranno disperati. A meno che...


Entriamo nella classe di una scuola di periferia: il professore vorrebbe interrogare un'allieva, due domandine su un racconto di Maupassant letto nella lezione precedente, niente di difficile. Ebbene, la ragazza si rifiuta tassativamente di farsi interrogare, non ci pensa proprio di alzarsi e rispondere. Il professore le chiede il perché di quella decisione: non ha studiato, non ricorda, pensa di essere più pronta l'indomani?
Perché adesso non vuole accettare due domande? La risposta è semplice e chiara: "Non voglio soffrire neanche un minuto: ma nessuno vuole più soffrire, non se ne è accorto professore?". In fondo questo deve essere lo stesso pensiero che ha portato i quattro studenti del Parini di Milano a di allagare la scuola per evitare un compito di greco. Non volevano soffrire. Ecco la verità centrale della nostra civiltà, ciò che prima l'ha resa straordinaria e ora la rende così fragile. Contro la crudeltà della Natura, contro la violenza degli uomini, contro i sensi di colpa e contro ogni dolore, la nostra civiltà ha trovato mille soluzioni.
I nostri padri e i nostri fratelli maggiori hanno inventato l'anestesia, lo stato sociale, il tempo libero, il divorzio e l'aborto, le medicine, il cinema e la televisione, i centri anziani e le ferie, i bar e il campionato di calcio, il laicismo e il diritto al piacere: e il mondo è diventato migliore, tanta inutile pena è stata sconfitta. Siamo vissuti a lungo in un tempo che ha quasi realizzato il sogno di una vita più felice, di una rosa quasi senza spine. Certo, la sofferenza non può mai essere debellata totalmente perché le prepotenze sociali restano, perché la morte alla fine arriva, perché la vita comunque è dura. E soprattutto non si può cancellare la fatica che ognuno deve fare per dare una forma alla propria esistenza. Ognuno sa di avere un destino da compiere, e questo costa un impegno e dunque anche una sofferenza. Se non la spremiamo, dalla nostra arancia non uscirà alcun succo. Insomma, abbiamo costruito un modello di società dove non dobbiamo patire insensatamente: dobbiamo solo cercare di essere felici esprimendo il meglio di noi stessi, e forse possiamo anche farcela. Ma ora questo modello traballa per lo stesso motivo per cui si è imposto. Come ha dichiarato quell'alunna, noi non vogliamo soffrire mai, neppure per un momento, neppure per misurare le nostre forze. Ancora una volta dai ragazzi, avanguardia del tempo, ci arriva il messaggio più nitido, quello ci costringe a riflettere sul centro della questione. La nostra capacità di sopportare le difficoltà, di raccogliere le energie di fronte a una piccola salita, di pretendere qualcosa di più da noi stessi grazie a uno sforzo anche esiguo, ormai si sta esaurendo. Andiamo avanti a pasticche che sollevano dalla depressione o smorzano l'ansia, beviamo per non sentirci inadeguati, abbassiamo ogni giorno gli obiettivi, ci ritiriamo da ogni confronto, anche dal confronto con la nostra vita e con i nostri sogni. Tutto va bene così come è, e se non va bene ci si può sempre voltare dall'altra parte, distrarsi, stordirsi, evitarsi. Non c'è grappolo che non sia comunque troppo in alto, non c'è uva che non sia acerba. Persino la malinconia, sentimento capace di allargare l'anima per farle accogliere tanta altra vita, viene respinta dal nostro modello imperante. E così questa civiltà, che tante battaglie ha combattuto e vinto contro ogni dolore, ora si sta afflosciando. Ogni nobile illusione viene immediatamente scartata perché prevede una fatica che non si desidera più compiere.
Anche una semplice interrogazione o un compitino in classe diventano vette impervie da sp

 
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