A Roma anziani sedati, legati, malmenati, nutriti con cibo avariato in un ospizio abusivo. Una società si giudica anche da come tratta gli anziani, che sono l’incarnazione della nostra memoria collettiva. Il che significa che noi decisamente siamo messi male…  ROMA - Sedati con farmaci che probabilmente nessun medico aveva mai prescritto. E anche denutriti. Legati e segregati in una casa di riposo abusiva scoperta alla periferia di Roma. Venti persone, di età compresa tra i 70 e i 95 anni, erano ospitate in pessime condizioni igienico-sanitarie e in regime sanitario abusivo. Cinque persone sono state arrestate, la responsabile della struttura - una commerciante in pensione - e quattro romeni di cui due senza il permesso di soggiorno. Le accuse per i cinque, che ora si trovano a Regina Coeli e Rebibbia, sono sequestro di persona, maltrattamenti ed esercizio abusivo della professione sanitaria.
La retta era di circa mille euro al mese. "Il dato allucinante - sostengono i carabinieri che hanno condotto l'operazione - è che tra loro cinque sono stati trovati legati con lacci e corde e quattro erano addirittura chiusi a chiave all'interno di un piccolo vano".
Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia di un parente in merito a possibili maltrattamenti. I familiari credevano che la struttura fosse autorizzata. Agli anziani sarebbero stati anche somministrati medicinali vari, senza alcuna assistenza medica. Solo nei giorni di visita dei parenti, tutto sembrava normale: ma gli ospiti della casa erano stati sedati.
I carabinieri della compagnia di Pomezia non hanno dubbi nell'ipotizzare che a "Villa Elisa" le 20 persone anziane ricoverate avevano anche pochissimo cibo a disposizione. E quel poco che avevano, secondo riscontri dei carabinieri e dei loro colleghi del Nas, era anche avariato come la carne trovata in un frigorifero semivuoto. Quello che non mancava, invece erano il latte e le mele. Trentasette i cartoni di latte a lunga conservazione, sequestrati dai carabinieri nella cucina della struttura abusiva, insieme a cibi avariati, sistemati accanto a escrementi di gatto e pezzi meccanici di auto.
Ma lo spettacolo più raccapricciante i carabinieri lo hanno trovato in una stanzetta, che inizialmente sembrava un deposito, ma che invece era una delle cosiddette stanze da letto. Una camera piccola, angusta, senza bagno e finestre, dove su due divani, dormivano in sei. Tutti rigorosamente legati e sedati, in modo da non dare fastidio e non lamentarsi.
La struttura, sequestrata dalla magistratura, in via Monotype, hanno raccontato poi alcuni parenti delle persone anziane ricoverate, in realtà non sembrava il lager che poi si è poi rivelato. I familiari, infatti, nel giorno di visita trovavano quasi sempre i loro congiunti lavati e tranquilli, nel bel giardino a loro disposizione. Qualche volta si limitavano ad entrare nel salone di ricevimento. Mai nelle loro stanze.
Quello che succedeva negli altri 29 giorni che li separavano dalla visita dei familiari, lo sapevano solo le 18 donne e i due uomini ricoverati a Villa Elisa.
Ma è stato proprio uno di loro, che nonostante non riuscisse più a parlare per quanti sedativi aveva ingerito, ha mostrato i polsi al figlio, facendogli notare ecchimosi che non hanno lasciato spazio a dubbi. L'uomo si è rivolto immediatamente ai carabinieri e gli investigatori, coordinati dal capitano Collins Brait, hanno fatto irruzione, di notte, nella struttura abusiva.
Gli anziani ricoverati, con patologie più o meno gravi non erano assistiti dal punto di vista sanitario e psicologico. Per questo, per alcuni di loro, è stato necessario il ricovero in ospedali della capitale.
Scritto da Libero
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Giovedì 09 Dicembre 2004 01:00 |
I turisti americani, scocciati o vergognosi delle continue domande su Bush all'estero, si travestono da canadesi ... Almeno si vergognano. Per evitare le solite noiose domande su Bush e la guerra
Gli americani all’estero si travestono da canadesi
NEW YORK. Per i turisti americani desiderosi di sottrarsi a domande imbarazzanti o anche solo ripetitive sul proprio governo, arriva il “kit del canadese”, ossia tutto ciò che serve per viaggiare all’estero (cioè in Europa) in incognito. In vendita su Internet – consiste in una maglietta con bandiera canadese, una spilla con bandiera canadese, uno stemma di stoffa con bandiera canadese ed una pratica guida contenente informazioni utili sul Canada (in cui si insegna persino l’inno nazionale “O Canada”) per non trovarsi impreparati di fronte ad eventuali domande. Il tutto per 24,95 dollari.
L’idea è stata messa a punto dalla t-shirtking.com, con sede a Mountanair, New Mexico, dopo che al direttore, Bill Broadbent, era giunta voce di alcuni americani rientrati esasperati (poreti, ndr.) da un viaggio all’estero per le continue domande e critiche ricevute sulle scelte politiche del loro paese. In vendita dal 12 novembre scorso, si legge sul sito della CNN, il kit è stato acquistato nelle prime due settimane da duecento persone circa.
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Scritto da Claudio Mutti
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Martedì 07 Dicembre 2004 01:00 |
Walter Otto, Epicuro, Edizioni all'insegna del Veltro, Parma 2001, pp. 134, euri 10,32  Pare che a Walter Friedrich Otto "stia toccando lo strano destino di essere più noto in Italia che in Germania", ha scritto G. Moretti, curatore dell'edizione italiana di un saggio del filologo e storico delle religioni tedesco.
In effetti, già agli inizi degli anni Quaranta la pubblicazione degli Dei della Grecia presso la Nuova Italia richiamò su Walter Otto l'attenzione di diversi esponenti della cultura italiana. Sulla "Critica", la rivista liberale diretta da Benedetto Croce, apparve nel 1942 una recensione di sette pagine fitte, siglata A. O. (Adolfo Omodeo), in cui veniva accusato l'atteggiamento "apologetico-polemico" e "decadentistico e assurdo" di Walter F. Otto. "Siamo di fronte alla frenesia consueta presso i tedeschi per il primigenio, alla voluttà d'inabissarsi e perdersi nella voragine oscura (..) a un delirio di reinvoluzione deleterio per tutta l'opera umana, anche se si vagheggiano eleganze e bellezze elleniche. Un misticismo sordido nasce da tutte queste elucubrazioni. Questo misticismo che non sorge dallo sforzo di esprimere una più alta verità, ma dall'abiura della ragione (..)". E così via, su un tono che sembrava anticipare il Lukács della Distruzione della ragione.
Ben diversa l'accoglienza che nello stesso anno il libro di Otto trovò sulle pagine di "Bibliografia Fascista", dove Julius Evola presentò lo studioso tedesco come uno degli esponenti (insieme con Eitrem, Altheim, Kerényi e pochi altri) di "una nuova corrente di esegesi dell'antico mondo spirituale che la rompe in pieno con i pregiudizi metodologici e le limitazioni di certa scienza delle religioni, da noi purtroppo ancora in auge in molti ambienti accademici".
Ma il rapporto di Evola con Walter Otto non si esaurisce nell'apprezzamento che lo scrittore italiano ebbe più volte modo di manifestare nei confronti dell'autore degli Dei della Grecia. Esiste anche una convergenza di posizioni che accomuna Evola ed Otto in ordine a un argomento che, con impegno di misura diversa, venne affrontato in una prospettiva analoga, sia da Evola sia da Otto e ciò, verosimilmente, senza che l'uno fosse al corrente di quanto scriveva l'altro.
Secondo Evola, "Epicuro negò solamente gli dèi della religione popolare, gli dèi che si mescolerebbero al corso del mondo, che si invocano per le piccole miserie umane e che sono usati come spauracchio per le anime deboli. Egli invece li ammise in sede etica e, a dir vero, seguendo la più alta concezione 'olimpica' greca del divino: come delle essenze distaccate e perfette, esenti da passioni, che al saggio debbono valere come supremo ideale" (Epicuro, un calunniato, "Roma", 23 gennaio 1958).
Quanto a quel vero e proprio teologo della religione greca che fu Walter Friedrich Otto, egli "realizza che il presunto ateismo di Epicuro in realtà non esiste". Questa è la conclusione dello studio introduttivo al saggio di Otto intitolato Epicuro, curato da due veterani degli studi su Epicuro e uscito recentemente nella stessa collana in cui sono apparsi testi di Plutarco, l'Imperatore Giuliano e Proclo.
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Scritto da Il Manifesto
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Martedì 07 Dicembre 2004 01:00 |
In Costa d'Avorio le nostre forze armate danno la priorità allo sgombero di cittadini israeliani, lasciando i nostri concittadini a terra. Israele ringrazia Berlusconi Per l'evacuazione di «consiglieri» e «mercenari» dalla C. d'Avorio
Polemiche a Roma Interrogazione parlamentare: si è data la priorità a misteriosi «contractor» israeliani rispetto ai cittadini italiani?
EM. GIO.
La risposta all'interrogazione che una quindicina di parlamentari ha rivolto ai ministri di esteri e difesa sulla rapida evacuazione di 32 cittadini israeliani dalla Costa d'Avorio ha già una prima formale risposta. Sul sito della nostra ambasciata a Tel Aviv si legge infatti che «il vice primo ministro Olmert ha a più riprese e con forza espresso... la grande e calorosa considerazione del governo israeliano per l'Italia e per il suo governo. In più occasioni è stata anche espressa all'on. Fini la gratitudine per la pronta disponibilità italiana ad evacuare dalla Costa d'Avorio, con i nostri mezzi aerei, i cittadini e diplomatici israeliani coinvolti nei disordini nel paese africano». Il riferimento è proprio alla vicenda che questo giornale ha ripercorso il 24 novembre scorso, quando ha dato conto della «pronta disponibilità» italiana che, secondo una fonte diretta consultata dal manifesto, fu in realtà oggetto di vere e proprie pressioni da parte della Farnesina sulla nostra rappresentanza ad Abidjan. Pressioni arrivate dopo i contatti non solo in loco, ma della Farnesina con l'ambasciata israeliana a Roma. Proprio mentre l'allora vice premier Gianfranco Fini si trovava a Tel Aviv in visita ufficiale (10 - 11 novembre).
Quello che l'interrogazione vuole appurare è se «durante il rimpatrio sia stata data priorità, rispetto a cittadini italiani, a persone presenti in quei territori in qualità di consiglieri militari o contrattisti privati in zona di guerra» e se «l'aver dato priorità a persone coinvolte in operazioni di carattere militare per favorire azioni contro un paese dell'Unione europea non costituisca una alterazione dei rapporti tra stati membri dell'Unione e una presa di posizione a favore dell'attuale governo ivoriano». Fonti locali hanno spiegato al manifesto che la lista dei 32 israeliani fu fornita dall'ambasciata israeliana da Abidjan senza specifiche particolari. Ai nostri funzionari in Costa d'Avorio apparve dunque del tutto normale che un'ambasciata volesse evacuare, come molte altre, il suo personale diplomatico. E questa è di fatto la versione che appare sul sito della nostra legazione a Tel Aviv, secondo cui furono evacuati «cittadini e diplomatici israeliani». Ma per diverse altre fonti, citate dalla stessa stampa israeliana, i profili di quelle 32 persone erano di ben altro tipo. «Contrattisti privati» appunto o «consiglieri militari», quando non «mercenari». Ecco dove un chiarimento è necessario. Così come è necessario chiarire se il coinvolgimento «nei disordini nel paese africano» sia solo una frase di rito o se, come ha ipotizzato la stampa francese, il coinvolgimento non riguardasse piuttosto l'esercito ivoriano che, sempre secondo la stampa d'oltralpe, aveva utilizzato informazioni israeliane. Per colpire i francesi. L'interrogazione (primo firmatario Francesco Martone) conta già una quindicina di firme (Boco, Malabarba, Iovene, De Petris, Ripamonti, Donati, Peterlini, Carel |
Niente religione, siamo cinesi. |
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Scritto da AsiaNews
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Martedì 07 Dicembre 2004 01:00 |
Il Partito Comunista Cinese emana una direttiva per combattere le sempre più numerose conversioni ... ma il nostro Presidente è lo stesso in visita. In fondo, a noi, interessa solo commerciare, no? 2 Dicembre 2004
CINA
Direttive segrete del Partito: annientare le religioni e far trionfare l'ateismo
Il dipartimento di propaganda ha elaborato un nuovo documento in cui si promuove l’ateismo. Al bando religioni e superstizione. Obiettivo del documento: sconfiggere le conversioni fra i vertici del partito e i giovani.
Pechino (AsiaNews) – La Cina rischia “l’occidentalizzazione” e la “disintegrazione” operata in nome della religione; il governo si batte “per influenzare in maniera impercettibile ma costante il popolo, in particolare i giovani e i vertici del partito” per arrestare la “crescita delle religioni, delle organizzazioni di culto e delle superstizioni e favorire un pieno ritorno all’ateismo marxista”. Sono i punti principali del documento segreto elaborato nel maggio scorso dal Dipartimento di propaganda del comitato centrale del CPC (partito comunista cinese), nel tentativo di frenare la crescita costante di religione e spiritualità fra i cinesi.
Particolare attenzione è rivolta “ai giovani e ai vertici del partito”, i settori in cui si registrano molti casi di conversione. Il governo presta una particolare attenzione ai mezzi di comunicazione, con un riferimento preciso ad internet, il “canale privilegiato per diffondere l’ideologia marxista”. Esso rappresenta una “nuova risorsa” per “moralizzare” i giovani, i maggiori utenti della rete nel paese.
Nel mese di ottobre, durante un vertice sulle religioni a Pechino, il governo ha ribadito che “non bisogna avallare leggi basate sulla mentalità occidentale, perché “le condizioni in Cina sono speciali”. Infatti, per Pechino la libertà religiosa non è un diritto innato della persona, ma una concessione dello Stato.
Il documento, segreto e distribuito ai soli membri del partito, è giunto in occidente attraverso membri del Partito contrari alla politica ateista del governo. Esso è stato diffuso dal sito canadese di The Voice of the Martyrs .
Il documento è diviso in 8 punti; AsiaNews lo ha sintetizzato mettendone in risalto i concetti salienti:
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Scritto da Libero
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Martedì 07 Dicembre 2004 01:00 |
In una scuola di Como una maestra sostituisce nei canti "Gesù Bambino" con "Virtù Bambino". Per non offendere i non-cattolici insieme al buon senso sconvolge l'italiano...  NATALE ISLAMICO. GESU' CEDE IL POSTO A VIRTU' BAMBINO
Caro direttore, il caso di Rebbio, dove una maestra ha modificato i canti di Natale per "non offendere" gli alunni musulmani, dimostra ancora una volta che non sono gli islamici che ci vogliono amazzare, siamo noi che ci vogliamo suicidare.
Riassumiamo i fatti. Alla scuola elementare statale di Rebbio (una frazione di Como) è prevista, per il 18 dicembre la tradizionale recita natalizia: canzoni, balli, spettacolo teatrale e lavoretti confezionati dai bambini. Naturalmente la recita va preparata. Bisogna fare delle prove. Ed è qui che la maestra va nel pallone. I bambini, infatti, sono 34, ma due di essi sono musulmani. Oddio, che fare? L'idea è un colpo di genio: far sparire dalle filastrocche la parola Gesù. Genialata nella geialata, si trova in sostituzione un termine in rima: virtù. O virtù d'amore acceso, non ti avessi mai offeso.
Siccome non tutti hanno l'encefalogramma piatto, qualche genitore reagisce. Scrive una lettera alla Padania, e mi permetto di aggiungere "purtroppo", non perchè non abbia stima della Padania, ma perchè così adesso si avrà la scusa per dire che è tutta una montatura politica.
Comunque. La maestra non parla, il preside dice che c'è un fraintendimento, che i genitori che hanno protestato non hanno capito, che in realtà solo i due bambini musulmani dovevano cantare che dalle stelle scende Virtù. Ci permettiamo di dubitare. Primo, perchè se così fossenon si capirevve lo sconcerto dei bambini e la protesta dei genitori. Secondo perchè di feste natalizie tarroccate nelle scuole statali "per rispetto degli alunni immigrati" ne abbiamo già viste altre, e si sa che la stupidità è contagiosa. Terzo perchè se così fosse avrebbero ben ragione di protestare i genitori dei bambini musulmani: perchè costringere i due bambini a festeggiare una festa che non è la loro, con l'aggravante di far la figuraccia di essere i due "diversi" nel coro?
Altre domande incombono: ma perchè, per non penalizzare due bambini, se ne penalizzano trentadue, facendo perdere loro tutto il Mistero di una festa che resta per tutti noi uno dei momenti più belli, più consolanti della vita? Ma siamo poi sicuri che i due bambini si sarebbero offesi se fosse chiesto loro, e ai loro genitori: è Natale, una festa della nostra tradizione, preferite partecipare o volete starne fuori? Magari, per voi si può organizzare una festicciola a parte. Altra domanda, la più importante: ma rispettare gli altri significa buttare via la propria storia, le proprie cose più belle?
Pare proprio che sia così, purtroppo, il dialogo e l'accoglienza intesa come una tabula rasa di tutto ciò che noi siamo.
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Happy Chrismahanukwanzakah |
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Scritto da Libero
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Martedì 07 Dicembre 2004 01:00 |
Gli americani, si sa, sono sempre un passo avanti e così, anche questa volta, ci precedono nel felice sentiero del ridicolo.  Auguri politically correct
NEGLI S.U.A. LA NASCITA DI GESU' DIVENTA UNA FESTA MULTIRELIGIOSA
Happy Chrismahanukwanzakah,e non è un refuso. Ridere o piangere? Non si sa come reagire a questo bizzarro augurio della Virgin Mobile Usa che ti arriva per e-mail se sei un cliente dei suoi cellulari o che vedi in tv sulle emittenti locali. L'impronunciabile parola è la contrazione di Christmas, Hanuka, Kwanza e Akikah, le feste cardinali delle tre religioni monoteiste, più la Kwanza, una festività crerata a tavolino dalla èlite multiculturalista Usa nel 1966, per dare alla comunità afro-ameircana un appuntamento concorrenziale al Natale. La fusione ostentata delle celebrazioni simboleggia l'ultima frontiera del religiosamente corretto. Mentre non verrebbe mai in mente a nessuno di "contamintare" con croci o riferimenti alla Madonna i riti del Ramadam, sentite che bella canzoncina in strofe, corredata a cartoni animati propone la Virgin. "La vigilia di Chrismahanukwanzakah, o che notte gioisa ... sia se sei cristiano, ebreo, mormone o ermafrodita, auguri di un gioioso Chrismahanukwanzakah. E' ok se sei musulmano, cristiano o ebreo. E' okey se sei agnostico o non sai che cosa fare. Ecco una celebrazione che comprende tutti, senza obbligazioni contrattuali. In un certo sesnso siamo tutte scimmie o forse solo delle particelle insignificanti ... Io sono scientologo ... è una specie di religione. Ma quale che sia la fede giusta è compito di ciascuno di indovinarlo... Quello che conta di più è un telefono-videocamera che costa meno di 20 dollari... e non ci sono commissione nascoste...". |
Scritto da corriere.it
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Martedì 07 Dicembre 2004 01:00 |
Anche i videogiochi si adeguano al porno. In alcuni lo scopo è godersela con donne virtuali. Le sole che ci stanno ?  Dall'ultima avventura pubblicata (Love for Sail!) sono trascorsi otto anni e i cambiamenti per il latin lover più celebre dei videogame sono stati inevitabili. Quella che era un'avventura bidimensionale, basata soprattutto sulla risoluzione di puzzle, si è trasformata in un gioco 3D in cui gli indovinelli sono stati sostituiti da una serie di mini-game d'azione, utili a raggiungere lo scopo principale: avere un incontro a luci rosse con le bellissime pupe del gioco. E lo stesso protagonista del gioco non è più quello originale: Larry Lovelage ha sostituito Larry Laffer, che appare in un cameo come lo zio brizzolato di successo disposto a dare saggi consigli al nipote imbranato. L'ambientazione richiama alla memoria film come Animal House, Porky's e La rivincita dei Nerd, dove il college, con i suoi luoghi e personaggi classici, diventa il territorio di caccia del sempre allupatissimo Larry, interessato più che mai a conseguire un unico titolo di studio: la laurea in anatomia femminile. Ecco allora il preside burbero, con la nipote timida tutta da scoprire, la confraternita di goliardi in cui è difficilissimo farsi ammettere, e il dormitorio delle ragazze. E sono proprio gli incontri con le pupe, oltre a una serie di intermezzi demenziali, il pepe di questa avventura: nel tentativo di convincerle ad avere un incontro ravvicinato del terzo tipo, il giocatore deve industriarsi, dimostrando di saper ballare, di avere la parlantina sciolta e sexy, di saper preparare un cocktail da sballo. Tutto per racimolare le prove necessarie a convincere la produttrice del Gioco delle coppie televisivo, programmato nel college, ad ammetterlo alla puntata in cui tre femmine da sballo se lo contenderanno.
Rispetto al passato, il gioco ha un taglio decisamente più adulto, scurrile e scostumato. Lo stesso Al Lowe, creatore di Larry Laffer e autore dei precedenti sette giochi della serie, dichiara sul suo sito a proposito del nuovo titolo dalla cui realizzazione è rimasto escluso, «Magna Cum Laude è molto diverso dagli altri videogame su Larry; quelli che cercano tette tridimensionali, volgarità e scherzi sconci saranno accontentati, quelli che ricordano con affetto i giochi precedenti saranno profondamente delusi». Come se non bastasse ad abbattere il morale di Lowe, la Vivendi Universal Games, distributrice del gioco, il giugno scorso ha chiuso ufficialmente Sierra On Line, storica software house che proprio negli scorsi due decenni era diventata celebre con le avventure, non soltanto dedicate a Larry.
L'eventuale successo di Magna Cum Laude potrebbe contribuire al rilancio definitivo dei videogame a luci rosse. Dopo l'epoca popolata da personaggi come Larry o la conturbante Lula, l'industria delle avventure interattive è sembrata disinteressarsi dell'erotismo, lasciando campo aperto alla pornografia e alle spogliarelliste interattive m |
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