sabato 27 Luglio 2024

Kamala twist again

Più letti

Global clowns

Note dalla Provenza

Colored


Un mito che dondola sulle ginocchia

 

Per la sinistra mondiale la vicepresidente Usa Kamala Harris rappresenta il presente e il futuro, un modello di leadership per tutto il mondo progressista, da cui trarre ispirazione. Almeno così sembrava fino a poco tempo fa, quando ha pronunciato un discorso sull’immigrazione infarcito di realpolitik che ai benpensanti non è proprio andato giù: nel suo primo viaggio all’estero in Guatemala e Messico, si è infatti appellata ai migranti guatemaltechi intimandoli di “rimanere a casa loro”. Un discorso dettato dal pragmatismo diametralmente opposto alla retorica open borders di certa sinistra che ha deluso molti sostenitori della Harris della prima ora. Ora, però, sulla vicepresidente degli Stati Uniti si rincorrono delle voci piuttosto imbarazzanti circa la gestione del suo staff che rischiano di far traballare l’ennesimo mito della sinistra liberal.
Quelle voci su Kamala Harris: “Non è in grado di gestire il suo ufficio”
Harris, infatti, risulterebbe spesso inaccessibile, poco incline ad assumersi le sue responsabilità e, dunque, incapace di adempiere ai propri doveri. Come riporta Politico, 22 fra assistenti ed ex collaboratori e funzionari, descrivono un’atmosfera cupa e spesso molto tesa negli uffici della vicepresidente Usa. Buona parte delle tensioni del personale è indirizzata contro la capo staff di Kamala Harris, Tina Flournoy, veterana del partito democratico e già assistente alla Casa Bianca di Bill Clinton. “Le persone vengono ignorate, c’è grande irascibilità e un ambiente offensivo. Non è un ambiente sano, la gente si sente maltrattata, non è un posto in cui chi lavora si sente valorizzato ma dove la gente si sente trattata di merda”, sostiene una delle fonti anonime interpellate da Politico. Altri funzionari, invece, sostengono che la responsabilità della situazione disastrosa in cui versa il suo ufficio è proprio della vice di Joe Biden. “Tutto parte dall’alto” ha spiegato a Politico uno dei funzionari dell’ufficio della vicepresidente degli Stati Uniti.

“Non è un ambiente sano”
Sembra essere tutto che tranne che un bell’ambiente in cui lavorare. “Non è un ambiente sano” sottolinea un’altra delle fonti anonime citate dalla testata Usa, le cui rivelazioni rischiano di intaccare, una volta per tutte, l’immagine di Kamala Harris agli occhi degli elettori del Partito democratico. Come può un politico incapace di gestire il suo ufficio e i suoi collaboratori, ambire a diventare il capo della Casa Bianca? La situazione sembra essere piuttosto grave, tant’è che i membri della stessa squadra del presidente Joe Biden sono seriamente preoccupati per il modo in cui vengono trattati i membri dello staff di Harris. Symone Sanders, giovane portavoce e consulente strategica di Kamala Harris difende Flournoy, e respinge al mittente le accuse sottolineando che “le donne nere come me non avrebbero l’opportunità di lavorare in politica senza Tina”.
Ma le voci sulla pessima gestione di Harris e del suo capo staff sono confermate dal fatto che a pochi mesi dall’insediamento molti funzionari e collaboratori della vicepresidente stanno esaminando altre opportunità di lavoro. Insomma, vogliono andarsene. Altri si sono già licenziati, come due membri importanti dello staff, Karly Satkowiak e Gabrielle DeFranceschi. Quest’ultima, già al lavoro con Barack Obama, avrebbe lasciato l’ufficio di Harris per opinioni divergenti “su come si dovrebbero gestire le cose”. Un quadro a tinte fosche che non rappresenta certo un bel biglietto da visita per chi dovrebbe, in futuro, essere a capo della nazione guida dell’Occidente e della superpotenza numero uno al mondo. Kamala Harris è un mito già destinato a eclissarsi?

Ultime

Potrebbe interessarti anche