Il referendum nell’Ucraìna occupata ora presenta solo poche vie di uscita a questo conflitto
In seguito all’annessione alla Russia delle zone ucraìne occupate dichiarata ieri 30 settembre dalla banda di Putin, preoccupata di mettere in qualche modo al sicuro i traballanti culetti, non esistono più margini di trattative di pace perché chiunque firmasse il trattato sarebbe ormai un traditore. Dell’Ucraìna se riconoscesse che quelle terre sono diventate russe, della Russia se le restituisse all’Ucraìna. Quindi non ci potrà essere pace se non si arriva a qualcosa di decisivo.
Fatta salva una guerra nucleare che ritengo sempre improbabile, gli scenari che restano sono i seguenti e dipenderanno in grandissima parte da quali sono le priorità degli americani.
PRIMO SCENARIO
Una guerra continua per anni, con ribaltamenti di fronti alle frontiere. Questa guerra dissanguerebbe l’Europa e la piegherebbe, senza contare che potrebbe dividerla definitivamente facendo leva i nostri nemici sui falchi (ovvero i popoli che conoscono i russi e che non li vogliono più tra i piedi) e le colombe pasciute e borghesi dell’ovest che si atteggiano a ragionevoli.
SECONDO SCENARIO
Salvata la situazione interna, la Russia dopo diversi accordi internazionali sfonda in Ucraìna e vince la guerra. Questo consentirebbe a che gli sconfitti firmino la denuncia al Donbass salvando il resto del Paese. In tal caso gli Usa lascerebbero fare in cambio di diverse concessioni altrove, magari in una dialettica rinnovata con la Cina, già balenata nel WTO, e abbandonando i russi, altre postazioni,in particolare la Siria.
TERZO SCENARIO
Le sconfitte militari e la resistenza alla leva in Russia, nel pieno di una guerra intestina che ha già falciato una quindicina di oligarchi e innumerevoli alti gradi militari, comporta un golpe e/o una guerra civile in Russia, in seguito alla quale le truppe ucraìne liberano i territori occupati e il prossimo governo di Mosca avalla lo stato di fatto senza più apparire traditore.
QUARTO SCENARIO
I russi reagiscono all’avanzata ucraìna con un bombardamento chimico o una piccola testata tattica, il che autorizza la Nato a intervenire direttamente e in poco tempo l’Ucraìna ritorna a Kiev mentre a Mosca rovesciano e fucilano Putin e i suoi compari.
Il dato positivo di quest’ultimo scenario è che è l’unico in seguito al quale una dialettica tra Europa e Russia diverrebbe di nuovo possibile in tempi brevi, ma il costo in sangue sarebbe eccessivo.
Poco importa per quale scenario si faccia il tifo (per me il terzo e certamente non i primi due) perché non abbiamo voce in capitolo.
Quello che conta è capire cos’ha combinato ieri la cricca di Putin e quali sono le possibilità ormai sul tavolo.