martedì 8 Ottobre 2024

Novità contro la leucemia

Il lato positivo del progresso

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È possibile cancellare completamente il sangue di una persona malata di leucemia sostituendolo contemporaneamente con quello donato da una persona sana con un processo simile a quello che si ottiene in una console di mixaggio dove il deejay fa svanire gradualmente la prima canzone alzando sempre più il volume della seconda. Lo permette una tecnica sperimentale messa a punto nella ricerca guidata dall’Università di Basilea in Svizzera e pubblicata sulla rivista Nature.
Nelle forme aggressive di leucemia, l’unica possibilità di cura è la sostituzione dell’intero sistema sanguigno malato con uno sano. Il trapianto di cellule staminali del sangue è, dunque, un trattamento già consolidato, ma è una procedura che comporta molti effetti collaterali e complicanze: si usa, infatti, la chemioterapia per rimuovere le cellule del sangue, comprese le staminali, e solo dopo è possibile somministrare il sangue del donatore.

La tecnica
La tecnica, che ha dato buoni risultati nei test su topi e su cellule umane, utilizza invece anticorpi specializzati nel riconoscere le cellule tumorali, legati a un farmaco in grado di ucciderle selettivamente, senza cioè danneggiare le cellule sane.
I ricercatori hanno costruito degli anticorpi in grado di riconoscere una particolare struttura superficiale presente su tutte le cellule del sangue, sia sane che malate, ma non sulle altre cellule del corpo. Per prevenire la possibilità che questi stessi anticorpi uccidano anche le nuove cellule, poi, queste ultime sono state modificate in modo da “schermarle” e proteggerle dal loro attacco.

Risultati molto promettenti
I risultati pubblicati sono molto promettenti e aprono a nuove opzioni terapeutiche non solo per chi è affetto dalla leucemia, ma anche ad esempio per correggere gravi difetti genetici o per conferire resistenza a virus specifici come l’Hiv.
“Questo nuovo approccio potrebbe aprire la strada a nuove opzioni terapeutiche per i pazienti il cui stato di salute è incompatibile con la chemioterapia necessaria per il trapianto di cellule staminali”, afferma la ricercatrice Romina Matter-Marone.

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