martedì 3 Dicembre 2024

Nuovi spazi per esportare la democrazia

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Nel 2007 partirà un servizio per il turismo spaziale,quindi in data poi non troppo lontana sarà possibile creare piccole colonie umane nello spazio. Per quella data probabilmente gli USA avranno finito di esportare la democrazia nel mondo e quindi potranno dedicarsi agli spazi intergalattici.





LONDRA – Se avete 150 mila euro e non sapete che farvene, tra un paio d’anni potreste spenderli per acquistare un biglietto di andata e ritorno per lo spazio. Richard Branson, miliardario inglese, magnate dell’aeronautica e amante delle imprese impossibili, ha annunciato ieri a Londra che nel 2007 lancerà il primo “servizio passeggeri” per viaggi orbitali: costeranno un po’ cari, almeno all’inizio (110 mila sterline a testa), ma in compenso le sue navicelle porteranno i terrestri a 130 chilometri d’altitudine, dieci volte più in alto di un normale aereo, offrendo loro una vista finora riservata soltanto agli astronauti e l’ebbrezza dell’assenza di gravità. “Ed è soltanto l’inizio, l’albergo spaziale è dietro l’angolo”, promette Branson, che si è già candidato a occupare un posto nel volo inaugurale.
Il “turismo spaziale” ha già avuto il suo battesimo: due ricchi imprenditori, l’americano Dennis Tito e il sudafricano Mark Shuttleworth, hanno pagato 20 milioni di dollari ciascuno (circa 18 milioni di euro) per salire a bordo di una capsula russa. Ma era stato come chiedere un passaggio, pagando il pedaggio. a un’astronave finanziata dallo Stato. Il nuovo progetto, viceversa, è interamente privato. Branson ne è per così dire il direttore del marketing, mentre l’inventore è Paul Allen, co-fondatore della Microsoft, il gigante del software. Nel giugno scorso, una società creata da Allen ha fatto decollare dal deserto californiano del Mojave un jet a forma di catamarano, “White Knight”, a cui era allacciata una navicella a forma di pesce, la “Spaceship One”: raggiunti i 15 mila metri, la navicella ha acceso i motori ed è partita come un razzo verso il cosmo, toccando i 103 chilometri d’altitudine con un pilota al comando, prima di rientrare a terra per planare come un aliante.
Quel primo esperimento sarà ripetuto domani, sempre nel Mojave Desert, con oltre al pilota un peso equivalente a due passeggeri. In palio c’è l’Xprize, premio da 10 milioni di dollari destinato a chi porterà per primo oltre quota 100 chilometri una capsula-passeggeri: idea che ricalca l’Oriz Prize degli anni Venti del secolo scorso, quando c’erano 25 mila dollari di premio per la prima transvolata atlantica (li vinse, come è noto, Charles Lindbergh).
”La Spaceship One americana ha un avversario canadese, il “Da Vinci Project”, che però è in ritardo sui tempi tecnici e in difficoltà economiche. Se domani andrà tutto bene, la coppia Allen-Branson si impegna a investire 100 milioni di dollari nell’iniziativa e ad avere cinque navicelle, in grado di trasportare cinque passeggeri ciascuna, pronte entro il 2007. Tecnicamente, il turismo spaziale gestito da privati è già possibile”, commenta Pat Norris, direttore della British Royal Aereonautical Society, “il dubbio riguarda solo il prezzo”. Ma Branson è ottimista: “Ci aspettiamo di avere 3 mila clienti nei primi cinque anni di attività, e più aumenteranno i passeggeri, più scenderanno i prezzi”. Per uno come lui, che per non annoiarsi a fare soltanto l’imprenditore (il suo impero comprende la Virgin Airlines, vodka, show business, società finanziarie) si è divertito a tentare il giro del mondo in mongolfiera e la traversata atlantica in motoscafo, non c’è scomme

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