sabato 27 Luglio 2024

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BESLAN. Le forze dell’ordine, comprese le unità speciali degli Interni, «hanno aperto il fuoco per salvare gli ostaggi nella scuola di Beslan»: con queste due linee di agenzia, la Ria-Novosti di fatto ha annunciato l’inizio di un’azione di forza, tuttora in corso, in Ossezia del Nord, dove da ieri un commando di terroristi tiene in ostaggio centinaia di persone. Testimoni oculari riferiscono di un intenso scambio di raffiche tra forze dell’ordine e terroristi asserragliati dentro l’edificio.


«Uomini in uniforme stanno portando fuori molti ostaggi dalla scuola di Beslan», riferisce l’inviato dell’agenzia russa Ria-Novosti. Molti bambini vengono portati fuori dalla scuola su barelle, altri, feriti, sono stati
posati nel cortile accanto alla scuola, in attesa di soccorsi.
Altri ancora, sono stati visti correre via, seminudi, in fuga
dall’edificio dove si continua a sparare.




Una ventina di uomini che avevano fatto resistenza al commando sono stati uccisi nei primissimi momenti dell’attacco all’interno della scuola di Beslan, nell’Ossezia del Nord, secondo una donna di 27 anni che era tra le 26 persone rilasciate ieri e che ha raccontato la sua versione al giornale russo Kommersant.

«Tutti, genitori e bambini, si sono precipitati in preda al panico dentro la scuola», ha detto Zalipa Dzandarova. Un certo numero di uomini, presumibilmente genitori, hanno fatto resistenza. I terroristi hanno sparato, molti sono morti subito. Quelli ancora vivi sono stati portati in un corridoio e finiti.

La testimone afferma anche che alcuni membri del commando hanno detto agli ostaggi terrorizzati che due donne kamikaze si erano fatte saltare in aria, poco dopo il sequestro, aggrappandosi ad alcuni ostaggi e uccidendo un’altra ventina di ostaggi maschi. «Le nostre sorelle hanno vinto», hanno detto i sequestratori.

Il rilascio di ieri ha riguardato dieci donne e 16 bambini, ha reso noto in serata il portavoce del governo regionale osseto, smentendo notizie circolate in precedenza su una trentina di persone liberate. Tutti gli scampati sono parsi provati – i bimbi inconsapevoli, ma traumatizzati – e tuttavia almeno non feriti.

In nottata i sequestratori avevano sparato due granate, che hanno provocato forti esplosioni, nel timore di un attacco. «Hanno creduto che vi fosse un movimento di truppe», ha spiegato il capo della cellula di crisi, Lev Dzugaiev, che aveva parlato al telefono con il «commando», composto a suo avviso «da 16 a 20 persone».

Stamattina all’alba sono stati uditi scambi di tiri mentre erano visibili movimenti di soldati russi che circondavano la scuola.

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